Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Maggio 2007 - Volume X - numero 5
M&B Pagine Elettroniche
Pediatria per immagini
Una
ragazza con una tumefazione claveare
1Clinica
Pediatrica, IRCCS “Burlo Garofolo”, Trieste
2U.O.
di Clinica Pediatrica, Sezione di Reumatologia, IRCCS “Burlo
Garofolo”, Trieste
3U.O.
di Radiologia, IRCCS “Burlo Garofolo”, Trieste
M. è
una adolescente di 16 anni che giunge alla nostra attenzione per
un'importante tumefazione in sede claveare destra evidente da
diversi anni completamente asintomatica ma con un impatto estetico
disturbante (Figure 1 e 2).
Alla
visita le condizioni generali della ragazza sono ottime, la
formazione claveare non è né dolente né
dolorabile e non vi è impotenza funzionale. Si apprezza un
gibbo dorsale di lieve entità sinistro convesso.
Il
sospetto diagnostico è quello di una malformazione congenita
(Costa sovrannumeraria? Malformazione a livello dell' articolazione
sterno-claverare?) e si decide pertanto di definire la natura della
tumefazione.
Viene
eseguita una Radiografia (Figura 3) della
clavicola che non dimostra alterazioni morfostrutturali a carico
della stessa ma che mette in evidenza un'alterazione della
morfologia delle prime due coste dello stesso lato, suggerendo
l'ipotesi di fusione. Si decide pertanto il completamento
diagnostico mediante l'esecuzione di una TAC a livello della
gabbia toracica superiore (Figura 4) per
stabilire l'esatta definizione anatomica dell'anomalia congenita
sospettata.
La TAC
rileva, oltre a una modesta scoliosi sinistro-convessa del rachide
cervico-dorsale, la fusione dell'estremità anteriore della
prima costa di destra con il terzo medio della sottostante costa e
conferma l'assenza di anomalie morfostrutturali a livello claveare.
In
conclusione tale malformazione congenita costituisce una massa
retroclaveare tale da sublussare anteriormente l'articolazione
sternoclaveare.
Un
approccio chirurgico, ipotizzato per il problema esclusivamente
estetico, non appare giustificato considerata l'assenza di
limitazione funzionale e la mancanza di qualsiasi sintomatologia.
Figura
2. Tumefazione claveare vista lateralmente |
ANOMALIE
COSTALI CONGENITE
Le
anomalie costali congenite quali ad esempio fusione tra prima e
seconda costa, fusione del tratto cartilagieneo delle prime coste o
agenesia di singole coste (Figura 5), possono
presentarsi isolate o in associazione con anomalie del segmento
vertebrale, far parte di un quadro malformativo multisistemico o
possono associarsi a quadri sindromici complessi.
L'eziologia
alla base delle anomalie congenite della corda spinale e della gabbia
toracica è da ricondurre ad accidenti di tipo tossico in
gravidanza oppure a quadri sindromici perlopiù su base
genetica.
L'anomalia
costale è per 2/3 dei casi associata a difetto vertebrale; ad
esempio la costa bifida si accompagna solitamente all'assenza di
una costa e alla presenza di una emivertebra, l' assenza di più
coste è associata ad anomalie vertebrali varie e a scoliosi.
Possibili anche se più rare sono le associazioni con difetti
cardiaci o difetti renali1.
Le
anomalie congenite delle coste inoltre si associano frequentemente a
scoliosi e possono avere effetti peggiorativi sulla sua
progressione.
Uno
studio retrospettivo condotto ad Edimburgo su 620 pazienti in età
pediatrica con deformità spinali riporta la prevalenza del
19,2% di pazienti con scoliosi congenita del tratto toracico o
toracolombare associata ad anomalie costali e riporta alcuni casi di
scoliosi causata esclusivamente da coste fuse senza alcuna anomalia
vertebrale2,3.
La
fusione di coste viene indicata da diversi studi come pattern più
comune di anomalia costale; seguono poi, in ordine di frequenza, le
coste bifide, che per circa 1/3 sono anche ipoplasiche.
Le
anomalie costali sono solitamente asintomatiche, il loro riscontro è
radiografico e di solito accidentale, ma talvolta, in particolare nel
caso di coste soprannumerarie lombari e cervicali monolaterali o
bilaterali, possono rendersi manifesti quadri sintomatici. Infatti
anomalie delle strutture scheletriche, così come delle
strutture ligamentose e muscolari che delimitano la regione anatomica
compresa tra la fossa sovraclaverare e radice dell'arto superiore,
possono causare la “sindrome dello stretto toracico”. Le anomalie
anatomiche che più spesso portano a tale sindrome sono: la
costa sovrannumeraria, la megaipofisi della 7° vertebra
cervicale, anomalie a livello di legamenti e muscoli. Affinchè
i sintomi si sviluppino è necessario che si verifichi un
innalzamento della prima costa rispetto alla clavicola con la
conseguente formazione della pinza costo-clavicolare4.
Gravi
scoliosi congenite toraciche associate a coste fuse potrebbero
inoltre alterare la funzionalità e la crescita della gabbia
toracica e polmonare portando alla “sindrome da insufficienza
toracica” sviluppando una malattia restrittiva estrinseca del
polmone.
Sarà
l'imaging radiologico ad aiutarci a definire un emitorace come
ristretto in base alla percentuale di spazio disponibile per il
polmone.
L'assenza
o la malformazione di una o due coste invece non ha normalmente
effetti sulla funzionalità polmonare e non richiederà
quindi alcun trattamento.
L'approccio
chirurgico è sempre indicato laddove vi sia una sintomatologia
importante, mentre scoliosi o sindrome da insufficienza respiratoria
di media entità non necessitano di trattamento. Il paziente
dovrà comunque essere seguito con valutazione clinica della
funzione respiratoria, esame fisico, studi di imaging e della
funzione polmonare.
E' da
ricordare che ogni tecnica operatoria ha dei rischi elevati, quindi
valutare la modalità di trattamento più adeguata non è
affatto semplice5.
E'
importante preservare la spina dorsale dall'intervento in modo tale
da permettere una crescita del torace nel suo volume6.
Inoltre i
pazienti con deformità spinali e toraciche trattati
precocemente con la chirurgia a livello spinale possono ancora andare
incontro a ipoplasia toracica ed essere affetti da una malattia
polmonare restrittiva estrinseca occulta7.
Le
malformazioni congenite del torace possono rimanere ignote fino
all'età adulta quando vengono scoperte in occasione di una
TAC toracica eseguita per altri motivi. Il trattamento chirurgico
nell'adulto, laddove necessario, comprenderà poi le stesse
possibilità di approccio del bambino8.

Figura
5. A) Coste fuse a livello dell'emitorace sinistro. B) Coste
assenti associate a elementi spinali ipoplasici.(11)
Bibliografia
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