Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Giugno 2007 - Volume X - numero 6
M&B Pagine Elettroniche
Pediatria per l'ospedale
Il
sistema renina-angiotensina (Parte seconda)
Membro
della Commissione Nazionale Vaccini
Indirizzo
per corrispondenza: bartolozzi@unifi.it
Il
sistema renina-angiotensina è uno dei principali sistemi
regolatori dell'apparato cardio-vascolare e del rene. I farmaci
che ne bloccano la funzione si sono di recente dimostrati utili nel
ridurre gli effetti dell'arterioscleorsi, mediati
dall'ipertensione. Anche se questi nuovi concetti non riguardano
direttamente la pediatria, essi costituiscono un bagaglio culturale
indispensabile anche per il pediatra.
Una
recente revisione dell'argomento offre l'opportunità per
aggiornare le nostre conoscenze: Schmieder RE, Hilgers KF,
Schlaich MP, Schmidt BMW. Renin-angiotensin system and
cardiovascular risk. Lancet 2007;369:1208-19.
Il
sistema renina-angiotensina e l'arteriosclerosi
Prove
cliniche e sperimentali indicano chiaramente che l'attivazione del
sistema renina-angiotensina è centrale in quasi tutti questi
meccanismi:
- Infiammazione vascolare
- Produzione di ossigeno nascente
- Alterazioni della funzione endoteliale
- Rimodellamento di tessuto
Tutti
questi meccanismi sono alla base della cascata dell'arteriosclerosi.
L'angiotensina
II agisce legandosi ai recettori AT1 (recettore tipo 1
dell'angiotensina 1; vedi Tabella
1 della parte prima), che rappresentano i maggiori effettori.
Come si
vede nella Figura 4 la produzione di
citochine proinfiammatorie, come l'interleuchina 1, il tumor
necrosis factor α e specialmente l'interleuchina 6. gioca un ruolo
importante nella patogenesi dell'arteriosclerosi.
La
concentrazione di citochine circolanti si associa a una prognosi
infausta in pazienti con arteriosclerosi coronarica. Sia
l'interleuchina 6, sia i recettori AT1 (recettore tipo 1
dell'angiotensina 1) sono stati dimostrati nelle placche
arteriosclerotiche stabili e non stabilizzate: ci sono prove che
l'interleuchina 6 aumenta l'espressione dei recettori AT1 dei
vasi e che d'altra parte l'attivazione dei recettori AT1 aumenta
la produzione di interleuchina 6. Inoltre un persistente stato
proinfiammatorio sembra giocare un importante ruolo nella
trasformazione di una placca arteriosclerotica in una placca
vulnerabile, pronta alla rottura.
Figura
4. Rappresentazione schematica degli importanti effetti
dell'angiotensina II sui meccanismi associati all'arteriosclerosi
ICAM-1
= molecole di adesione intercellulare. LOX-1 = recettori LDL
lectina-simili ossidati. MCP-1 = proteine chemoattraenti i monociti.
MMP = metalloproteinasi della matrice. PAI-1 = inibitore
dell'attivatore del plasminogeno. VSMC = cellule muscolari lisce
dei vasi. VCAM-1 = molecole di adesione vascolare.

La
rottura della placca è stata collegata con l'attivazione
delle metalloproteinasi della matrice (MMP) del CAP fibroso della
lesione arteriosclerotica e ci sono prove che l'angiotensina II è
coinvolta nell'attivazione delle metalloproteinasi della matrice,
sia direttamenre sia attraverso l'induzione della interleuchina 6.
Inoltre
sia gli ACE inibitori che i farmaci bloccanti i recettori
dell'angiotensina (ARB) diminuiscono l'espressione di molte
molecole di adesione. Risulta quindi che le risposte infiammatorie
croniche associate all'arteriosclerosi sembra siano modulate
dall'angiotensina II a tutti i livelli e possano essere ridotte
terapeuticamente con l'inibizione del sistema renina-angiotensina.
La
produzione di ossigeno nascente, come il superossido e l'acqua
ossigenata, promuove e mantiene il processo arteriosclerotico.
L'angiotensina II stimola l'attività della NADP(H) e della
xantino-ossidasi, che sono i principali produttori di radicali liberi
di ossigeno nelle pareti vascolari. L'angiotensina II inoltre
promuove l'ossidazione del colesterolo LDL e l'espressione dei
recettori LDL ossidati lectina-simili presenti nelle cellule
endoteliali. D'altra parte lo stess ossidativo determina
l'infiammazione dei tessuti e i danni dovuti alla formazione di
cotochine stimolanti.
L‘endotelio
gioca un ruolo importante nella regolazione della funzione vascolare.
Molti studi clinici riportano che la disfunzione endoteliale
periferica e coronarica contribuisce ad aumentare il rischio di
eventi cardiovascolari. L'angiotensina II si è dimostrata
capace d'iniziare e di mantenere molti meccanismi che
contribuiscono a danneggiare la funzione endoteliale, come la
degradazione accelerata dell'ossido nitrico e la riduzione della
vasodilatazione endotelio dipendente. L'attivazione del sistema
renina-angiotensina non solo promuove la vasocostrizione e la
formazione esagerata della matrice extracellulare e delle
metalloproteinasi della matrice, ma aumenta inoltre la migrazione e
la proliferazione delle cellule muscolari lisce dei vasi, aumenta la
sintesi dell'inibitore dell'attivatore del plasminogeno (PAI-1) e
stimola la liberazione di citochine proinfiammatorie, come
l'interleuchina 6.
Si sa che
un'aumentata concentrazione di cellule progenitrici, che si pensa
mantengano l'integrità dell'endotelio vascolare, si
associa a una favorevole prognosi cardiovascolare in pazienti con
malattia arteriosa coronarica. Il trattamento con inibitori del
recettore dell'angiotensina II aumenta il numero dei progenitori
delle cellule endoteliali rigenerate, che può contribuire a
indurre i benefici effetti cardiovascolari, visti con il blocco dei
recettori dell'angiotensina II.
Si è
visto che l'inibizione ACE in pazienti con malattia arteriosa
coronarica e/o con ipertensione migliora la funzione endoteliale. In
pazienti ad alto rischio senza segni d'insufficienza cardiaca, è
stato visto (Heart Outcoma Prevention Evaluation) che il
trattamento con ramipril riduce il numero delle morti, d'infarto
del miocardio e di stroke del 22%. Risultati simili (<20%) sono
stati osservati anche in studi Europei.
Sono in
corso studi per valutare se i bloccanti i recettori dell'angiotensina
II determinino risultati simili a quelli ottenuti con gli ACE
inibitori.
Sistema
renina-angiotensina e diabete tipo 2
Il blocco
del sistema renina angiotensina diminuisce la resistenza
all'insulina, che rappresenta la base fisio-patologica della
sindrome metabolica e del diabete tipo 2. I meccanismi secondo i
quali aumenta l'insulina sensibilità includono:
- La migliore perfusione del muscolo scheletrico
- Il miglioramento degli scambi microvascolari
- L'aumentata perfusione delle isole pancreatiche
- La riduzione degli effetti diretti dell'angiotensina II sulle β cellule pancreatiche da parte di un sistema renina-angiotensina locale all'interno delle isole, che porta a una perdita della funzione delle β cellule pancreatiche
Sappiamo
inoltre che l'attivazione del sistema renina-angiotensina si
associa con la fibrosi delle sole pancreatiche negli animali con
diabete tipo 2.
Molti
studi clinici hanno dimostrato che la frequenza dell'inizio del
diabete tipo 2 può essere ridotta dall'uso degli ACE
inibitori e dei farmaci bloccanti i recettori dell'angiotensina
(vedi Figura 5).
I dati
ricavati da queste ricerche confermano che:
- I diuretici che stimolano il sistema renina-angioensina sono pericolosi;
- Gli ACE inibitori e i farmaci bloccanti i recettori dell'angiotensina sono efficaci;
- I calcio antagonisti che non agiscono sul sistema sono neutrali.
Complicazioni
del diabete
Il blocco
del sistema renina-angiotensina riduce la frequenza delle varie
complicazioni del diabete, inclusa la nefropatia diabetica. D'altra
parte nei pazienti diabetici ad alto rischio il blocco del sistema
renina angiotensina riduce la mortalità e la morbilità
cardio-vascolare.
Figura
5. Rischio di sviluppare diabete tipo 2 con gli ACE inibitori e
con i faermaci bloccanti i recettori dell'angiotensina, in
confronto con altri trattamenti anti-ipertensivi.
In questa
metanalisi gli ACE inibitori abbassano il rischio di sviluppare
diabete tipo 2 del 21%, mentre i bloccanti i recettori
dell'angiotesina del 24%. In un'altra metanalisi la riduzione del
rischio è rispettivamente del 27% e del 23%. ACEI = inibitori
dell'enzima convertente l'angiotensina. ARB = blocco dei
recettori dell'angiotensina. ARR = rischio relativo aggiustato. CAD
= coronaropatia. NNT = numero di intenzione di trattare. OR = odd
ratio.

L'albuminuria
è un segno precoce di nefropatia diabetica e rappresenta
inoltre un indicatore di rischio cardio-vascolare. La
microalbuminuria predice infatti gli eventi cardiovascolari in
pazienti con diabete, in quelli con ipertensione e nella popolazione
in generale. Questa conoscenza fa pensare che l'abbassamento
dell'albuminuria sia un importante obiettivo della terapia
anti-ipertensiva, specialmente in pazienti con diabete e alterazioni
della tolleranza glucidica. Vi sono prove cliniche che la riduzione
dell'albuminuria si associa a una migliore prognosi renale e
cardiovascolare (vedi Figura 6).
Figura
6. Le modificazioni dell'albuminuria predicono l'insorgenza
della patologia cardio-vascolare e l'insufficienza cardiaca in
pazienti con nefropatia diabetica evidente (Zeeuw D et al.
Circulation 2004;110:921-7).

Il blocco
del sistema renina-angiotensina previene l'inizio della
microalbuminuria e riduce la proteinuria. Oltre a essere
renoprotettivi, gli ACE inibitori e i farmaci bloccanti i recettori
dell'angiotensina sembrano ridurre le sofferenze cardio-vascolari
nei pazienti diabetici, diminuendo la morbilità e la
mortalità.
Pazienti
con insufficienza renale in stadio avanzato, specialmente se
diabetici, sono a elevato rischio cardio-vascolare. Il blocco del
sistema renina angiotensina in questi pazienti è sicuro ed
efficace.
Conclusioni
Il
miglioramento del rischio cardiovascolare nei pazienti, in seguito al
blocco del sistema renina angiotensina, è causato dalla
riduzione della pressione arteriosa, ma comprende anche altri
importanti aspetti non emodinamici. I farmaci bloccanti i recettori
dell'angiotensina e gli ACE inibitori agiscono, con azioni provate,
nel ridurre il danno dell'organo bersaglio in queste condizioni:
- Ipertensione
- Arteriosclerosi
- Diabete
Nuovi
aspetti del sistema renina-angiotensina continuano a emergere: essi
possono rappresentare l'obiettivo di nuove strategie terapeutiche.
Conflitto
d'interessi
Gli
Autori sono consulenti e lettori a favore di MSD, Novartis, Takeda,
AstraZeneca, Sanofi Aventis, Bristol Meyers-Squibb, Sankyo, Asche
Chiesi, Servier, Boerhringer Ingrelheim, Salvay, Abbott e Roche.
Alcuni di loro hanno ricevuto aiuti e fondi per le ricerche. Nessuno
di loro è risultato avere un contratto d'impiego nelle
Aziende o di far parte del Consiglio direttivo delle Aziende.
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