Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Novembre 2007 - Volume X - numero 9
M&B Pagine Elettroniche
Il punto su
Acqua
minerale in età pediatrica
Dipartimento
di Pediatria, Università di Napoli "Federico II",
Napoli, Italia
Indirizzo
per corrispondenza: salauric@unina.it
Mineral water in pediatric age
Key
words
Mineral
water; magnesium; sodium; calcium; mineral water and bone; tap
water
Summary
Because
bottled water is beginning to assume a prominent place in the
diet of adults and children, its health effects require
evaluation. In this paper, we analyze the content of the three
most common minerals-magnesium, calcium and sodium- in Italian
commercially available bottled waters and their beneficial and
harmful effects in childhood. Variations in the concentrations of
the three major minerals were observed in the Italian mineral
waters studied. Evidence links magnesium deficiency to SIDS in
infants. Reduction in dietary sodium may be beneficial for
children and adolescents who are salt sensitive. A sufficient
calcium intake is now considered to be beneficial to bone mass at
all stages. The bioavailability of calcium from mineral waters
was studied and was found to be at least equal to that from milk.
On the basis of the reviewed literature, in pediatric age the
ideal bottled water should be rich in magnesium and calcium and
have a low sodium content. |
Introduzione
Nelle
passate decadi, il consumo di acqua minerale in bottiglia è
aumentato significativamente1. Nel 2003, il consumo
annuale ha raggiunto i 189 litri pro-capite2. Pertanto,
poiché l'acqua in bottiglia sta iniziando ad assumere un
ruolo di primo piano nella dieta degli adulti e dei bambini, i suoi
effetti sulla salute ne richiedono una attenta valutazione. In questo
studio, abbiamo analizzato il contenuto dei principali minerali
-magnesio, sodio e calcio- delle più comuni acque minerali
commercializzate in Italia, in considerazione dell'importanti
implicazioni cliniche legate all'introito di questi minerali.
Sebbene in assenza di forti evidenze, inoltre, sono stati valutati i
potenziali vantaggi dell'uso dell' acqua minerale rispetto a quella
di rubinetto.
Le acque
minerali, identificate dal DL 25/02/92 n.105, sono quelle che avendo
origine da una falda o da un giacimento sotterraneo, provengono da
una o piu' sorgenti naturali o perforate e possiedono
caratteristiche organolettiche particolari e proprietà
favorevoli alla salute.
- L'origine profonda ne garantisce purezza ed igenicità (non è permesso alcun trattamento)
- La natura e la configurazione idrogeografica della fonte permettono che vengano mantenute costanti tutte le proprietà (chimiche, fisiche ed organolettiche) in tutte le stagioni.
- Il contenuto dei macro e micro elementi è in concentrazione tale da risultare benefico per la salute.
La
classificazione delle acque minerali avviene in base al residuo fisso
e in base alla composizione salina. Il residuo fisso è la
quantità di sali che resta dopo l'evaporazione a secco a 180º
di 1 litro di acqua. Esso può variare da valori ≤50mg/l
(acque minimamente mineralizzate) a >1500 mg/l (acque ricche di
sali minerali). La composizione salina comprende concentrazioni, più
o meno rappresentate, di bicarbonati, solfati, cloro, calcio,
magnesio, fluoro, ferro e sodio. In relazione alla quantità e
al tipo di sali contenuti, le acque minerali possiedono peculiarità
tali da rivelarsi positive nel bilancio idro-elettrolitico ed
eventualmente sopperire a carenze nutrizionali di elementi
fondamentali quali sodio, magnesio e calcio. (Tabella 1-2). Le
principali indicazioni delle acque minerali sulla base della
composizione ionica predominante sono riportate in Tabella 33.
Il contenuto minerale delle acque commercializzate in Italia è
riportato in Tabella 4. Le variazioni delle concentrazioni dei
tre maggiori minerali risultano notevoli: da 0,6 a 52 mg/l per il
Mg2+, da 1,2 a 129 mg/l per il Na+ e da 0,9 a 377 mg/l per il Ca2+.
Le concentrazioni mediane sono: 9,8 mg/l per il Mg2+, 8,3 mg/l per
il Na+ e 97 mg/l per il Ca2+.
Tabella
1. Classificazione delle acque minerali sulla base del residuo
fisso (R.F.)
Acque
minimamente mineralizzate |
R.F.:
50 mg/l |
Acque
oligominerali |
R.F.:
>50 e 500 mg/l |
Acque
medio minerali |
R.F.:
>500 e 1500 mg/l |
Acque
ricche di sali minerali |
R.F.:
>1500 mg/l |
Tabella
2. Classificazione delle acque minerali sulla base delle sostanze
predominanti nella composizione salina
Bicarbonata |
Tenore
di bicarbonato |
>600
mg/l |
Solfatata |
Tenore
di solfati |
>200
mg/l |
Clorurata |
Tenore
di cloro |
>200
mg/l |
Calcica |
Tenore
di calcio |
>150
mg/l |
Magnesica |
Tenore
di magnesio |
>1
mg/l |
Ferruginosa |
Tenore
di ferro bivalente |
>1
mg/l |
Sodica |
Tenore
di sodio |
>200mg/l |
Per
diete povere di sodio |
Tenore
di sodio |
<20
mg/l |
Tabella
3. Principali indicazioni delle acque minerali sulla base della
composizione ionica predominante
Composizione
ionica predominante |
Indicazioni |
Bicarbonata |
Neutralizzazione
secrezione acida gastrica, accelerazione svuotamento gastrico,
facilitazione rilascio peptidi gastrici (es. gastrina, motilina) |
Solfatata |
Stimolazione
motilità intestinale, stipsi, facilitazione rilascio CCK |
Clorurata |
Stimolazione
peristalsi e secrezione di acqua e di elettroliti intestinali,
azione coleretica e colagoga |
Calcica |
Bambini,
diete povere di calcio, gravidanza, menopausa, osteoporosi |
Magnesiaca |
Prevenzione
aterosclerosi, osteoporosi post-menopausa |
Ferruginosa |
Anemia
sideropenica, ipertiroidismo |
Tabella
4. Contenuto Minerale di alcune Acque Italiane Imbottigliate
Contenuto
Minerale mg/l |
Residuo
Fisso a 180°C (mg/l) |
Magnesio |
Sodio |
Calcio |
Amorosa |
20,2 |
0,6 |
4,0 |
0,9 |
Fabia |
441 |
4,1 |
17,0 |
137,5 |
Ferrarelle |
1245 |
20 |
48 |
377 |
Gaudianello |
1125 |
52 |
129 |
152 |
Lete |
915 |
17,5 |
5,1 |
321 |
Levissima |
75,5 |
1,7 |
1,8 |
19,5 |
Mangiatorella |
68,2 |
1,6 |
9,8 |
6,2 |
Rocchetta |
117,07 |
3,5 |
4,6 |
57,1 |
Panna |
144 |
6,9 |
6,5 |
30,2 |
San
Benedetto |
274,8 |
29,4 |
6,9 |
48,2 |
Sangemini |
988 |
15,2 |
19,6 |
325,1 |
Santa
Croce |
170,4 |
4,6 |
1,2 |
48,1 |
Santagata |
1083 |
20 |
49 |
280 |
S.
Pellegrino |
952 |
52,5 |
35 |
185,6 |
Uliveto |
850 |
33,5 |
89,2 |
190,1 |
Vera |
160 |
12,8 |
2 |
36,1 |
Acqua
minerale o acqua di rubinetto?
L'Italia
è uno dei paesi della Comunità Europea con maggior
numero di acque minerali: 7 miliardi e mezzo di litri all'anno, di
questi il 98% spetta alle acque da tavola contro il 2% delle gloriose
acque salutistiche. L'uso sempre più cospicuo delle acque
minerali nell'alimentazione odierna e nella dietetica infantile non
può ricondursi semplicemente al condizionamento subito a opera
di sollecitazioni pubblicitarie o mode alimentari, ma è da
ricercarsi in una crescente esigenza di garanzia e sicurezza per la
dieta del bambino; il tutto supportato da una sfiducia nel livello
qualitativo dell'acqua domestica. L'acqua potabile, tuttavia, viene
talvolta eccessivamente penalizzata. Una normativa (D.L. 2001/31) ne
prevede la determinazione di 64 parametri qualitativi (più
delle acque minerali). L'attuale decreto oltre a parametri
"organolettici", "concernenti sostanze indesiderabili
e tossiche", ne stabilisce parametri "chimici",
"microbiologici", "indicatori", "accessori",
e "radioattività". A differenza delle acque
minerali, le acque potabili devono avere un residuo fisso inferiore a
1500 mg/l. Tale legislatura, ne dovrebbe, quindi garantire
l'affidabilità per l'alimentazione anche in età
pediatrica.
Le acque
minerali, tuttavia, sono generalmente più gradevoli e
garantiscono l'assenza di prodotti secondari della disinfezione, in
questo senso sono più "pure" delle acque di
acquedotto. Le riserve sull'acqua potabile sono limitate soprattutto
ai lattanti, per i quali l'acqua di rubinetto e numerose minerali non
sono in grado di soddisfare le garanzie d'obbligo per una serie di
motivazioni:
1.
Fonte di approvvigionamento prevalente (80%) ma non totalmente
garantito da acque sotterranee. Il loro progressivo esaurimento
impone l'adozione di sistemi integrati quali l'approvvigionamento di
acque superficiali;
2.
Frequenti e differenti possibilità di contaminazione:
a. delle
risorse, vale a dire delle fonti di approvvigionamento sia
superficiali sia sotterranee a opera di fertilizzanti, pesticidi,
nitrati e metalli pesanti. Un recente studio svizzero, ha evidenziato
che l'80% delle acque potabili in questo Paese sono contaminate da
pestcidi dell'agricoltura o industriali4. Le cellule
nervose sono sensibili al danno ossidativo indotto dai pesticidi:
tale dato è confermato da una ricerca, sponsorizzata
dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, e condotta in
India, dove vengono usati pesticidi organofosforici: un terzo di 899
bambini presentavano una riduzione della memoria a breve termine4;
b. da
processi di potabilizzazione: l'uso di cloro o ipoclorito di sodio,
in presenza di precursori costituiti da sostanze organiche (acidi
urici), porta alla formazione di composti alogenati (trialometani)
incriminati nella patogenesi di tumori intestinali3.
L'utilizzo odierno di biossido di cloro, tuttavia, risulta molto più
sicuro;
c. nella
rete di distribuzione i differenti meccanismi sono legati ai
materiali delle tubature, al loro stato di manutenzione, modalità
di gestione, carattersitiche chimiche delle acque, ecc. Il principale
problema sembra legato alla corrosione e conseguente cessione delle
sostanze utilizzate per la costruzione o il rivestimento delle
condotte (cemento, amianto, rame, acciaio zincato, piombo);
3.
quantitativo di nitrati improponibile, per il piccolo lattante;
4.
difficoltà del consumatore nel controllare le caratteristiche
organolettiche;
5. la
fluorurizzazione di massa, attuata in alcuni Paesi e finalizzata a
profilassare la popolazione rappresenta un metodo coercitivo e non
controllabile.
Per i
suddetti motivi, l' acqua minerale sarebbe da preferire a quella di
rubinetto soprattutto nel I anno di vita, in quanto: 1) La fonte di
approvvigionamento è solitamente sorgiva; 2) il
confezionamento ne garantisce sterilità e conservazione delle
caratteristiche chimico-fisiche; 3) composizione costante; 4) la loro
varietà permette di operare una scelta a seconda delle
esigenze; 5) l'uso di acque minerali moderatamente fluorate consente
di realizzare un'efficace fluoroprofilassi grazie al loro costante
contenuto di fluoro di facile reperibilità e fruibilità.
Acqua
minerale nel I anno di vita
E'
universalmente noto che siamo soggetti a differenze notevoli per
contenuto idrominerale a secondo dell'età, della costituzione
e del tipo di alimentazione. Il corpo di una persona adulta è
composto per circa il 65% di acqua. La percentuale più alta di
acqua si ha nel giovane uovo multicellulare subito dopo la
fecondazione: il 90%; nell'embrione la percentuale è dell'85%; nel neonato va dal 75 all'85%. Nel neonato dunque, un adeguato
introito idrominerale è necessario per soddisfare le richieste
metaboliche e per assicurare uno stato di benessere clinico. Nel
bambino infatti il ricambio idroelettrolitico è in costante e
delicato dinamismo tra il compartimento intacellullare (55%) ed
extracellulare (45%), in una situazione di equilibrio sensibile a
situazioni fisiologiche, parafisiologiche e francamente patologiche,
quali febbre, vomito e diarrea, potenzialmente interferenti.
Per
questo motivo è quindi importante che l'apporto idrominerale,
soprattutto nella prima infanzia, avvenga attraverso un'acqua la cui
composizione rispecchi e soddisfi le esigenze della crescita, sia in
condizioni fisiologiche che in corso di malattia5. La
gravidanza è caratterizzata da un aumento delle necessità
di acqua per soddisfare il fabbisogno del feto e del liquido
amniotico; tale incremento è di circa 30 ml/die. A fine
gravidanza, l'acqua corporea totale è infatti stata
aumentata di oltre 8 litri. Durante l'allattamento al seno circa
650-700 ml al giorno d'acqua dovrebbero essere aggiunti alla dieta
della nutrice6.
I
lattanti, alimentati esclusivamente al seno, non necessitano di
supplementi di acqua per mantenere l'omeostasi idrica7.
L'allattamento al seno è indiscussamente il miglior modo per
soddisfare tutti i fabbisogni nutrizionali, e quindi anche
idrosalini, dei lattanti, ma se per qualche motivo ciò non
fosse possibile, l'acqua utilizzata per i lattanti nella
ricostituzione del latte formulato, come pure nella preparazione di
bevande, dovrebbe rispondere a criteri molto più severi che
per gli adulti: questi criteri riguardano particolarmente il grado di
mineralizzazione, il contenuto di nitrati e la presenza di
contaminanti, sia batteriologici che chimici8. Le acque
minerali che vengono etichettate quali più adatte a tale scopo
sono quelle il cui residuo fisso è compreso tra 50 e 500 mg/l,
cioè quelle oligominerali, ma nonostante, questa indicazione
sia diffusamente accettata, non esistono in letteratura evidenze che
supportino la validità assoluta di tale atteggiamento. Le
elevate concentrazioni di minerali presenti in alcune acque
imbottigliate aumentano il carico renale e l'escrezione urinaria di
soluti e ciò potrebbe rappresentare una limitazione al loro
impiego nell'infanzia. Pertanto, per poter concedere alle acque
minerali l'indicazione di “utilizzabile nella prima infanzia”,
il Comitato sulla Nutrizione della Società Tedesca di
Pediatria ha richiesto, oltre a altre caratteristiche, concentrazioni
di Sodio <20 mg/l e di solfato <200 mg/l9. I
dati reali sul metabolismo del sodio nei lattanti che assumono le
moderne formulazioni di latte sono tuttavia limitati e la loro
interpretazione deve tener presente alcune informazioni specifiche.
Infatti, studi longitudinali che hanno valutato comparativamente il
bilancio sodico tra il lattante alimentato con formulazioni “pronte”
di latte artificiale ([Na+] 269 mg/l) rispetto a lattante alimentato
con latte materno ([Na+] 138 mg/l), hanno dimostrato che non
esistono significative differenze nella ritenzione giornaliera di
sodio tra i due gruppi, 11,5 mg/kg vs 9,2 mg/kg, rispettivamente10.
L'introito di acqua in relazione alle diverse età è
riportato in Tabella 5. Questi valori sono relativi
all'assunzione di acqua liscia e a quella aggiunta per la
preparazione degli alimenti. Pertanto, questa analisi esclude i
lattanti allattati esclusivamente al seno e quelli che ricevono una
formula liquida11.
Tabella
5. Stima del consumo d'acqua in relazione all'età
Età
(anni) |
Campione |
Media
(ml/kg/die) |
Introito
d'acqua, Percentile (ml/kg/die) | ||||
5
th |
25
th |
50
th |
75
th |
95
th |
|||
<0,5 |
106 |
88 |
5* |
27 |
85 |
131 |
204* |
0.5–0.9 |
128 |
56 |
3* |
14 |
52 |
83 |
127* |
1–3 |
1548 |
26 |
2 |
9 |
20 |
35 |
68 |
4–6 |
1025 |
23 |
2 |
9 |
18 |
31 |
65 |
7–10 |
820 |
16 |
1 |
6 |
12 |
22 |
39 |
11–14 |
36 |
13 |
1 |
5 |
10 |
17 |
36 |
15–19 |
71 |
12 |
1 |
4 |
9 |
16 |
32 |
Fonte
dei dati: 1994–1996 USDA CSFII.
- Campione insufficiente in accordo al “Third Report on Nutritional Monitoring in the U.S. (1994-96).”
Acqua
minerale nell'infanzia e nell'adolescenza
L'infanzia
e l'adolescenza rappresentano il periodo della vita in cui
l'organismo necessita particolarmente di fattori nutrizionali, sia
per un metabolismo più vivace, sia poiché durante tale
periodo avvengono modificazioni dello sviluppo, quale ad esempio, il
raggiungimento del 90% del picco di massa ossea (la massima massa
ossea raggiungibile per un individuo). Attualmente, a causa di
convinzioni e costumi propri della società moderna, si
verificano due fenomeni strettamente correlati: da un lato, il
ricorso ad alimenti ipocalorici e diete drastiche (fenomeno diffuso
specialmente tra le adolescenti e nelle giovani donne) e dall'altro,
il consumo smodato di elevate quantità di cibo ipercalorico,
ricco di grassi, zuccheri e carente invece di elementi essenziali. Se
a ciò si aggiunge la pratica sportiva, che provoca un
dispendio non trascurabile di acqua e sali minerali, ci si può
rendere conto quanto in questa fascia d'età, una
supplementazione di tali elementi può rivelarsi utile se non
indispensabile. Valutando gli introiti dietetici, si evince che nei
soggetti sani, l'apporto di Mg2+ da 3 - 4,5 mg/kg (210-320 mg/die)
sia sufficiente per il mantenimento del bilancio. Tuttavia mancano
ancora dati per stabilire con sicurezza un livello di assunzione
raccomandato (LARN), vale a dire la stima degli introiti di
nutrienti, in base a peso corporeo, età e sesso suggerite
dalla Società Italiana di Nutrizione Umana6, per
cui è preferibile proporre un intervallo di sicurezza, così
come indicato dalla Commissione della Comunità Europea: da 150
e 500 mg/die12. Non vi sono ancora dati sufficienti per
stabilire l'introito dietetico raccomandato di sodio
nell'infanzia12. I LARN per il Ca2+ in età
pediatrica sono riportati in Tabella 66.
Tabella
6. Introito Dietetico Raccomandato di Ca2+ in età
Pediatrica (Ref. 16)
Categoria |
Età |
Peso
(kg) |
Ca2+(mg) |
Lattante |
0,5-1 |
||
Bambino |
1-3
4-6
7-10 |
9-16
16-22
23-33 |
800
1000
1200 |
Maschio
|
11-17 |
35-66 |
1200 |
Femmina |
11-17 |
35-55 |
1200 |
Acqua
Minerale e Magnesio
E'
stato stimato che il corpo umano richiede quotidianamente dai 220 ai
410 mg di Mg2+6. L'introito medio giornaliero in Italia
è 254 mg. Non è stata osservata una significativa
variazione geografica del consumo di Mg2+ (range: 246-262 mg/die)13.
La maggior parte dell'introito di Mg2+ deriva dalla dieta ricca di
cibi quali nocciole, verdure a foglie verdi, cereali e frutti di
mare14. Tuttavia, il contenuto di Mg2+ in acqua è
altamente biodisponibile ed è assorbito approssimativamente il
30% più velocemente e meglio di quello derivante dal cibo15.
Pertanto, una supplementazione di Mg2+ potrebbe essere meglio
ottenuta mediante nutrienti ad alto contenuto di Mg2+ a massima
biodisponibilità come l'acqua16. Per esempio, un
litro di acqua con un contenuto di Mg2+ di 100 mg/l possiede il 29%
della quota di Mg2+ richiesta giornalmente17.
I tassi
di mortalità cardiovascolare e di morte improvvisa sono dal
10% al 30% più elevati nelle aeree a prevalente consumo di
“soft water” (basso contenuto di Mg2+ e Ca2+) rispetto a quelle
“hard water” (alto contenuto di Mg2+ e Ca2+)18.
Studi
animali e clinici hanno inoltre dimostrato una relazione inversa tra
introito di Mg2+ e morte improvvisa, che potrebbe essere associata
all'effetto aritmogeno e coronarospastico del'ipomagnesemia19,
20. Anche la sindrome della morte improvvisa del lattante
(SIDS) è stata messa in relazione al deficit di Mg2+ da
deficitario contenuto del Mg2+ nel latte materno, per cui è
stato proposto l'incremento dell'introito alimentare del minerale
nella nutrice21.
Altra
situazione clinica in cui si riscontra frequentemente un deficit di
magnesio è l'epatopatia colestatica cronica del bambino, dal
momento che l'assorbimento intestinale del Mg2+ è ridotto in
presenza di colestasi. Il conseguente deficit cronico di Mg2+,
favorendo a sua volta la riduzione dei livelli sierici di 1,25(OH)2D
e calcitonina, potrebbe contribuire al quadro di osteopenia di
frequente riscontro in questi pazienti. Per tale motivo, nei bambini
con epatopatia colestatica cronica è stato suggerita la
somministrazioni di dosi supplementari di Mg2+ (6-12 mg kg/die)22.
Acqua
Minerale e Sodio
A
differenza del Mg2+ e Ca2+, il cui introito nella civiltà
industrializzata risulta essere basso, quello del Na+ è
sicuramente eccessivo, superando di gran lunga i limiti raccomandati.
L'eccessivo introito sodico è legato soprattutto all'elevato
contenuto di sale con cui sono confezionati la maggior parte dei
cibi: formaggio, pane, cereali e cibi confezionati17.
Peraltro, anche l'assunzione di alcune acque minerali a elevato
contenuto sodico può contribuire all'eccessivo introito
dietetico. Poiché il fabbisogno giornaliero minimo per un
adulto (500 mg/die)17 è ampiamente superato nella
maggior parte delle diete dei Nord Americani, la Food and Drug
Administration non ha stabilito alcun introito minimo
raccomandato19, mentre il National Research Council
ha raccomandato di limitare la quota di Na+ giornaliera a 3.000
mg/die17. Al contrario, il consumo medio di Na+ nel Nord
America risulta essere tra i 4.000 e i 6.000 mg/die17. La
Commissione della Comunità Europea ha proposto un introito
sodico per gli adulti tra i 575 e i 3500 mg/die (25 mEq-150mEq). Nei
bambini, non esiste nessuna evidenza atta a stabilire i LARN6,11.
Nella popolazione adulta, numerosi studi hanno dimostrato che un
elevato introito sodico è strettamente correlato con lo
sviluppo di ipertensione arteriosa e che una dieta iposodica,
ottenuta limitando il consumo di sale ed evitando cibi ad alto
contenuto di Na+ riduce efficacemente la pressione arteriosa23.
Una simile evidenza di una diretta correlazione tra consumo di Na+ e
livelli di pressione sanguigna non è stata definitivamente
dimostrata nei bambini24. Una review ha esaminato i
risultati di 37 studi sul rapporto tra introito sodico e pressione
arteriosa nella popolazione pediatrica, evidenziando che solo tre di
essi avevano incluso soggetti ipertesi24. I risultati
erano alquanto controversi, anche negli studi condotti in maniera
metodologicamente corretta, probabilmente a causa della bassa
compliance dietetica, di differenze nella tecnica di misurazione
della pressione arteriosa e di inadeguatezze statistiche. Sebbene la
responsività pressoria individuale risultasse ampiamente
variabile nei vari studi24, emergeva tuttavia una chiara
tendenza ad una aumentata sensibilità cardiovascolare
all'introito sodico. E' possibile che gli effetti del livello di
introito sodico nell'infanzia possano rendersi evidenti a distanza.
Uno studio randomizzato condotto in lattanti che assumevano un latte
a contenuto di sodio standard o ridotto per i primi 6 mesi di vita ha
evidenziato una piccola ma significativa differenza nei valori
pressori a 6 mesi di età: i bambini che avevano assunto il latte a
basso contenuto sodico presentavano valori pressori inferiori25.
Tuttavia, nel controllo a 4 anni di vita, non risultarono
significative differenze tra i due gruppi26.
Acqua
Minerale e Calcio
E'
generalmente accettato che un adeguato introito di Ca+ è
necessario in tutte le fasi della vita27. Calcio
biodisponibile è presente esclusivamente nel latte, nei suoi
derivati e nell'acqua. Calcio può inoltre essere trovato in
piccola percentuale in numerose verdure, ma in molti casi in forma
legata, che ne impedisce l'assorbimento13. In alcuni
paesi occidentali, più dei due terzi dell'introito dietetico
di Ca+ deriva dal consumo di latte e dei prodotti caseari28.
Tuttavia, alcuni bambini abitualmente non assumono latte vaccino o a
causa di intolleranze-allergie o semplicemente perché non ne
gradiscono il gusto o ancora per abitudini di vita. A meno che non
aumentino il loro introito di altri cibi ricchi di calcio o consumino
supplementi del minerale per compensare la mancata assunzione di
calcio da latte vaccino, questi bambini possono essere esposti a
danni del sistema scheletrico28. Numerosi studi hanno
dimostrato un basso introito di calcio nei bambini che consumano poco
latte a causa di allergie al latte o intolleranza al lattosio29,30.
Uno studio recente effettuato su ragazzi e ragazze in età
prepubere con una lunga storia di dieta priva di latte, ha rilevato
seri problemi riguardanti l'integrità dell'apparato
scheletrico (ridotta mineralizzazione, elevata prevalenza di
fratture), la bassa statura e l'elevata adiposità28.
L'osteoporosi
è un grave problema di salute pubblica, riguardante
particolarmente il sesso femminile. Un basso livello di densità
minerale ossea è un importante fattore di rischio per fratture
osteoporotiche. Almeno il 90% del picco di massa ossea (la massima
massa ossea raggiungibile per un individuo) si acquisisce all'età
di 18 anni. La densità minerale ossea post-menopausale dipende
dal picco di massa ossea e dal grado della successiva perdita di
tessuto osseo, fattori di rischio ugualmente importanti per fratture
in età avanzata. Pertanto, un intervento in età
pediatrica, al fine di massimizzare il picco di massa ossea,
migliorando fattori modificabili quali la dieta e l'attività
fisica potrebbe ridurre la perdita di matrice ossea causata
dall'invecchiamento31.
Durante i
primi 6 mesi, l'accrescimento di massa ossea è minore nei
lattanti allattati con latte materno o con formule a basso contenuto
di minerali rispetto a quello nei lattanti alimentati con formule a
medio contenuto minerale, ma questo effetto non risulta essere
evidente nel secondo semestre di vita34. La prevenzione
primaria dell'osteoporosi richiede un adeguato introito di Ca+
durante l'infanzia e l'adolescenza33. Dati derivanti
da studi eseguiti prevalentemente in ragazze sane tra i 9 ed i 18
anni suggeriscono che la massima ritenzione netta di calcio è
raggiunta con introiti di Ca+ tra i 1200 e i 1500 mg/die. Nessun
significativo aumento statistico nella ritenzione di Ca+ era
riportato in ragazze in età prepubere con introito dietetico
di Ca+ >1300 mg/die. I livelli di introito calcico atti a favorire
la massima ritenzione di questo elemento non erano significativamente
differenti nei due sessi. Tuttavia, la ritenzione di calcio era più
elevata nei maschi rispetto alle femmine, indipendentemente
dall'introito. Pertanto, i maschi utilizzano il calcio più
efficientemente rispetto alle femmine e non richiedono introiti di
Ca+ più alti per raggiungere il loro sviluppo scheletrico34.
Diversi studi hanno dimostrato la biodisponibilità del Ca+
nelle acque minerali ricche di calcio, e tra questi una recente
metanalisi contenente dati pubblicati fino al 200535.
L'assorbibilità intestinale del calcio contenuto in tutte le
acque minerali testate è risultata simile a quella del Calcio
contenuto nel latte negli studi condotti in condizioni sperimentali
analoghe36. L'assunzione congiunta di latte e acqua
minerale potenziava significativamente l'assorbimento del Ca+ da 37
(SD 9,8)% al 46 (SD 11,7) %36. L'assorbibilità
del Ca+ dalle acque minerali ad alto contenuto di Ca+ è
dimostrata dalla elevata escrezione urinaria di Ca+, dalla riduzione
dell'ormone paratiroideo (PTH) e dal rimodellamento dei markers
biologici dell'osso37.
L'ingestione
di elevate quantità di Ca+ è correlato allo sviluppo di
calcoli renali. Una dieta ipo-calcica (400-600 mg/die) è stata
proposta come trattamento preventivo nei pazienti affetti da
ipercalciuria idiopatica di tipo 2. Nei soggetti con storia di
calcolosi renale potrebbe essere utile l'astensione dall'assunzione
di acque minerali a elevato contenuto di calcio19. D'altra
parte, il magnesio e i bicarbonato contenuti nell'acqua minerale si
dimostravano in grado di promuovere variazioni favorevoli del pH
urinario, della magnesiuria e della citraturia, noti inibitori della
formazione di calcoli di ossalato di calcio, controbilanciando in tal
modo l'aumento dell'escrezione di Ca+38.
Pertanto,
considerati gli studi presenti in letteratura28, il
consumo di acque minerali, ricche di calcio e magnesio, può
risultare estremamente utile nella dieta dell'adolescente sia per
l'apporto idrominerale quotidiano, sia per gli effetti positivi
sulla salute a breve e a lungo termine.
Conclusioni
In
letteratura, esistono solo pochi studi trasversali sul consumo di
acqua e sull'assunzione idrica abituale di bambini ed adolescenti.
Nel febbraio 2004, l'“Institute of Medicine” presentò i
suoi riferimenti riguardanti l'introito dietetico di acqua39.
Il Comitato Scientifico stabilì l'introito adeguato (IA) di
acqua atto “a prevenire gli effetti deleteri, soprattutto acuti,
della disidratazione, che includono problemi metabolici e
funzionali”. Sulla base dell'ampio range dello stato di normale
idratazione della popolazione americana, l'IA di acqua era
stabilito in accordo al valore mediano dell'introito idrico totale
(comprendente anche l'acqua contenuta nella bevande e nei cibi)
sulla base dei dati di un'inchiesta condotta negli USA. I risultati
sono i seguenti: l'IA per uomini e donne sedentari (19-50 anni) è,
rispettivamente, di 3,7 l e 2,7 litri al giorno. L'assunzione di
liquidi con acque e bevande rappresenta circa l'81% del totale. Il
resto è rappresentato dall'acqua contenuta nei cibi. I
criteri utilizzati per stabilire l'IA nei bambini seguivano la
stessa strategia. I dati dell'inchiesta americana indicano che lo
stato di normale idratazione nei soggetti in età compresa tra
i 12 ed i 18 anni può essere raggiunto nell'ambito di un
ampio range di introito idrico totale. L'IA è di 1,3l/die
nei bambini di 1-3 anni, 1,7 l/die per i bambini di 4-8 anni, mentre
per i ragazzi di età superiore l'IA dipende dal sesso: a
9-13 anni l'IA è di 2,4 l/die nei maschi e 2,1l/die nelle
femmine; a 14-18 anni esso sale a 3,3 l/die nei maschi e 2,3 l/die
nelle femmine. Non sembrano, invece, esserci raccomandazioni circa
l'IA per i neonati e la prima infanzia, tuttavia è ben noto
quanto grave possa risultare la disidratazione ipernatremica da
insufficiente introito idrico40. Nel corso delle ultime
decadi, la popolarità dell'acqua minerale è
notevolmente aumentata39. Sono state esaminate le
implicazioni fisiopatologiche dell'introito di calcio, magnesio e
sodio nell'infanzia, dal momento che questi minerali sono
abbondanti nell'acqua da bere. Il loro contenuto varia notevolmente
tra le varie acque disponibili in commercio. Il deficit di magnesio è
stato correlato alla SIDS nella prima infanzia14,21.
La riduzione dell'introito sodico può essere benefica nei bambini e adolescenti sodio-sensibili, anche se si tratta di un sottogruppo difficile da identificare24. Un adeguato introito di calcio è attualmente considerato importante per costruire e mantenere una adeguata massa ossea a qualunque età. Un adeguato introito di calcio può essere raggiunto attraverso un maggior consumo di derivati del latte e di vegetali ricchi di calcio. Altre sorgenti di calcio sono le acque minerali a elevato contenuto calcico che hanno il vantaggio di essere sostanzialmente acaloriche. La biodisponibilità del calcio nelle acque minerali è eccellente, essendo simile a quello del calcio del latte37. Le elevate concentrazioni di minerali nelle acque imbottigliate aumentano il carico e l'escrezione urinaria di soluti e ciò può rappresentare una limitazione al loro impiego nell'infanzia. L'Organizzazione Mondiale della Sanità enfatizza l'importanza e promuove l'allattamento al seno nei primi sei mesi di vita. Nei lattanti che non possono o che non ricevono l'allattamento materno sono richieste le formule. L'acqua potabile risulta essere indispensabile per la ricostituzione delle formule in polvere e per la preparazione di altri alimenti. Il latte vaccino diluito con acqua bicarbonato calcica non viene più utilizzato; dato che la composizione chimica delle nuove formule è sempre più simile al latte materno, queste andrebbero diluite in acque oligominerali, al fine di evitare con pasti iperosmolari un sovraccarico del metabolismo immaturo del lattante4. Tuttavia, i dati reali sul metabolismo del sodio nei lattanti che assumono le moderne formulazioni di latte sono limitati10. Sono necessari ulteriori studi epidemiologici che prendano in esame i potenziali effetti sulla salute nella prima infanzia e nel bambino dell'assunzione di differenti concentrazioni di sodio ed altri minerali con l'acqua. Essi dovrebbero essere attuati in regioni dove “la sperimentazione naturale” renda le esposizioni vicine ai livelli massimi delle attuali raccomandazioni e che abbiano necessità di ricevere informazioni specifiche sulle potenziali conseguenze dell'impiego delle acque minerali.
La riduzione dell'introito sodico può essere benefica nei bambini e adolescenti sodio-sensibili, anche se si tratta di un sottogruppo difficile da identificare24. Un adeguato introito di calcio è attualmente considerato importante per costruire e mantenere una adeguata massa ossea a qualunque età. Un adeguato introito di calcio può essere raggiunto attraverso un maggior consumo di derivati del latte e di vegetali ricchi di calcio. Altre sorgenti di calcio sono le acque minerali a elevato contenuto calcico che hanno il vantaggio di essere sostanzialmente acaloriche. La biodisponibilità del calcio nelle acque minerali è eccellente, essendo simile a quello del calcio del latte37. Le elevate concentrazioni di minerali nelle acque imbottigliate aumentano il carico e l'escrezione urinaria di soluti e ciò può rappresentare una limitazione al loro impiego nell'infanzia. L'Organizzazione Mondiale della Sanità enfatizza l'importanza e promuove l'allattamento al seno nei primi sei mesi di vita. Nei lattanti che non possono o che non ricevono l'allattamento materno sono richieste le formule. L'acqua potabile risulta essere indispensabile per la ricostituzione delle formule in polvere e per la preparazione di altri alimenti. Il latte vaccino diluito con acqua bicarbonato calcica non viene più utilizzato; dato che la composizione chimica delle nuove formule è sempre più simile al latte materno, queste andrebbero diluite in acque oligominerali, al fine di evitare con pasti iperosmolari un sovraccarico del metabolismo immaturo del lattante4. Tuttavia, i dati reali sul metabolismo del sodio nei lattanti che assumono le moderne formulazioni di latte sono limitati10. Sono necessari ulteriori studi epidemiologici che prendano in esame i potenziali effetti sulla salute nella prima infanzia e nel bambino dell'assunzione di differenti concentrazioni di sodio ed altri minerali con l'acqua. Essi dovrebbero essere attuati in regioni dove “la sperimentazione naturale” renda le esposizioni vicine ai livelli massimi delle attuali raccomandazioni e che abbiano necessità di ricevere informazioni specifiche sulle potenziali conseguenze dell'impiego delle acque minerali.
In
conclusione, una idratazione adeguata è importante
nell'infanzia. Sulla base di quanto riportato, in assenza di
evidenze scientifiche, si evince che solo una maggiore conoscenza
delle diverse tipologie di acqua inclusa quella di rubinetto, dei
loro parametri e criteri classificativi possono orientarci su di una
scelta razionale, evitando mistificazioni ed errori mediatici. In
considerazione dell'ampia variabilità del contenuto minerale
nelle acque disponibili in commercio, una migliore comprensione dei
potenziali benefici e rischi di tali minerali potrà aiutarci
nella scelta delle acque più idonee. Allo stato attuale,
l'acqua ideale in età pediatrica dovrebbe essere ricca in
magnesio e calcio e povera di sodio.
Messaggi
Chiave
- In letteratura, esistono pochi studi trasversali sul consumo di acqua e sull'assunzione idrica abituale di bambini ed adolescenti.
- I lattanti, alimentati esclusivamente al seno, non necessitano di supplementi di acqua per mantenere l'omeostasi idrica.
- L'acqua minerale dovrebbe essere preferita a quella di rubinetto soprattutto nel I anno di vita,
- Le acque minerali riconosciute più adatte a ricostituire il latte formulato sono quelle il cui residuo fisso è compreso tra 50 e 500 mg/l, cioè quelle oligominerali. Nonostante, questa indicazione sia diffusamente accettata, non esistono in letteratura evidenze che supportino la validità assoluta di tale atteggiamento.
- Il deficit di magnesio è stato correlato alla SIDS nella prima infanzia. Una supplementazione di Mg2+ potrebbe essere ottenuta mediante nutrienti ad alto contenuto di Mg2+ a massima biodisponibilità come l'acqua
- La riduzione dell'introito sodico può essere benefica nei bambini ed adolescenti sodio-sensibili.
- Un adeguato introito di calcio è attualmente considerato importante per costruire e mantenere una adeguata massa ossea a qualunque età. La biodisponibilità del calcio nelle acque minerali è eccellente, essendo simile a quello del calcio del latte.
- Allo stato attuale, l'acqua ideale in età pediatrica dovrebbe essere ricca in magnesio e calcio e povera di sodio.
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