Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Giugno 2011 - Volume XIV - numero 6
M&B Pagine Elettroniche
Casi indimenticabili
Stridor
di archi
1Scuola
di specializzazione in pediatria, Università di Trieste
2Università
di Trieste
Indirizzo
per corrispondenza: cecilia_geraci@yahoo.it
A
soli quindici giorni di vita L., una bimba di origine marocchina,
viene portata dal pediatra curante per via del suo respiro,
particolarmente rumoroso fin dalla nascita. In un primo momento
il curante non vede che una bella neonata rosea e ben saturata in
aria ambiente. Il respiro rumoroso è così
attribuito a una semplice rinite e la bimba rinviata a domicilio.
Dopo un mese però la piccola ritorna: adesso si notano
rientramenti sia al giugulo che intercostali. L’ingresso
aereo è buono bilateralmente e, nell’ipotesi di una
innocente laringomalacia, si decide di attendere: il rumore
sarebbe passato spontaneamente. Dopo qualche settimana i genitori
tornano preoccupati. Il respiro della bimba non accenna a
normalizzarsi e loro sono agitati, chiedono di capire meglio cosa
le stia accadendo. Così, la bimba viene sottoposta a
laringoscopia. Questa nega la malacia a riposo e nel pianto,
segnalando la possibilità di una stenosi sottoglottica. Il
problema di L. non accenna a passare e i genitori insistono con
il curante che decide così di ripetere la laringoscopia.
Questa però non aggiunge nulla al primo esame e inoltre
non segnala più la possibilità di una stenosi
sottoglottica. I mesi passano e i genitori conducono diverse
volte la loro piccola al pronto soccorso per il peggioramento del
rumore respiratorio, peggioramento cui va incontro durante le
flogosi stagionali delle prime vie aeree. La bimba ripete una
terza volta la laringoscopia, nuovamente non conclusiva.
Si
decide quindi di andare a cercare la possibile stenosi
sottoglottica suggerita al primo esame, eseguendo una RMN
limitata alla regione del collo che risulta nella norma. Si torna
quindi a tranquillizzare la famiglia, spiegando che il rumore
respiratorio non risulta legato ad anomalie anatomiche e che
passerà con la crescita. Tuttavia, le preoccupazioni dei
genitori non cessano. Ogni notte, ormai da un anno, avvertono il
respiro rumoroso della loro bambina e soprattutto riferiscono
che, da qualche mese, non riescono più a darle la pappa.
Infatti L., a ogni boccone solido che cerca di inghiottire,
tossisce e vomita, con importante peggioramento del suo respiro.
Effettivamente la curva di crescita ponderale mostra una
deflessione negli ultimi 2 mesi. A questo punto ci convinciamo
che la bambina debba essere indagata approfonditamente, decidendo
così per il ricovero. La nostra prima ipotesi è che
si tratti di una cisti broncogena. In prima battuta viene quindi
eseguita una radiografia del torace che risulta negativa: questa
volta però decidiamo di tenere in considerazione anche
l’importante disfagia che L. presenta dopo ogni tentativo
di ingoiare cibi, siano essi solidi o semisolidi. L’idea è
quindi quella di cercare un’anomalia anatomica che
coinvolga anche l’esofago. Ecco dunque che la radiografia
delle prime vie digestive con contrasto ci mostra una stenosi
esofagea del terzo medio, da compressione ab estrinseco. La prima
ipotesi diventa quindi quella di un’anomalia vascolare
stenosante, portando di conseguenza all’esecuzione di una
Tac con mezzo di contrasto. Scopriamo così che la causa
dei disturbi della bimba è un anello vascolare formato dal
ramo destro di un doppio arco aortico che, partendo dall’aorta
ascendente, si porta a destra e posteriormente per ricongiungersi
al sinistro, continuando nell’aorta toracica e provocando
così una stenosi ab estrinseco a esofago e trachea.
Tale
diagnosi ha permesso alla bimba di essere operata con successo in
un centro di cardiochirurgia pediatrica. Attualmente L. sta bene,
con grande sollievo dei suoi genitori.
Analizzando
la storia della bambina e della sua famiglia, abbiamo realizzato
come ci fossimo intestarditi a cercare una causa esclusivamente
alta del rumore respiratorio, senza valorizzare adeguatamente il
sintomo e limitandoci a considerare solo la laringomaliacia e le
anomalie delle corde vocali come possibile causa principale di
stridore respiratorio. Si è insistito su essa anche di
fronte alla ripetuta negatività dell’esame
laringoscopico, negatività che si è ripetuta in ben
tre occasioni. L’assenza di disfagia nei primi mesi e la
buona crescita della bimba ci avevano falsamente tranquillizzati
rispetto alla benignità del quadro ma, a ben guardare, o
meglio “sentire”, lo stridore della nostra bambina
era sia in- che espiratorio, presente fin dalla nascita e inoltre
non svaniva in posizione prona, a differenza di quanto accade
nella laringomalacia. Tutte caratteristiche queste che meglio
valorizzate avrebbero potuto orientarci verso il tipo di anomalia
infine diagnosticata nella nostra L. L’anello vascolare da
doppio arco aortico è in effetti una patologia molto rara,
rappresentando meno dell’1% di tutte le cardiopatie
congenite, ma la cui modalità di presentazione nel 50% dei
casi è proprio quello stridor che tanto aveva spaventato i
genitori della piccola L.
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