Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Maggio 2006 - Volume IX - numero 5
M&B Pagine Elettroniche
Contributi Originali - Casi contributivi
Efficacia
della ventilazione meccanica non invasiva nella sindrome delle apnee
notturne
Un
caso di sindrome di Prader Willi
Clinica
Pediatrica, IRCCS “Burlo Garofolo”, Università di Trieste
*Servizio
di Endocrinologia Pediatrica
Indirizzo
per corrispondenza: tdr.roberta.s@iol.it
EFFECTIVENESS
OF POSITIVE AIRWAY PRESSURE THERAPY IN CHILDREN WITH OBSTRUCTIVE
SLEEP APNEA: A CASE OF PRADER WILLI SYNDROME
Key
words
Obstructive
sleep apnea, Prader-Willi syndrome, non-invasive ventilation,
CPAP
Summary
We
report the case of a 24 years old boy with Prader-Willi Syndrome
and a severe obesity (BMI=66). He suffered from breathing
difficulties especially during sleep and snoring. We performed a
polysomnography which showed an obstructive sleep apnea syndrome
with severe arterial oxygen desaturation. Continuous positive
airway pressure treatment led to a great improvement of oxygen
saturation. |
A. è
un ragazzo di 24 anni affetto da sindrome di Prader Willi. La sua
storia è quella tipica dei bambini con questa sindrome. Nasce
a 42 settimane (peso: 3150 g), è ipotonico e succhia al seno
con difficoltà. Crescendo si rendono evidenti il ritardo dello
sviluppo psicomotorio e il deficit cognitivo: inizia a camminare
all'età di 18 mesi e a parlare poco tempo prima. Intorno al
primo anno di vita comincia a manifestare l'iperfagia, a cui si
associa un incremento ponderale: all'età di 2 anni pesa già
21 kg (>97°centile), mentre si trova tra il 50°-75°centile
per l'altezza. A 5 anni viene posta la diagnosi clinica di sindrome
di Prader Willi, confermata dall'indagine genetica 5 anni dopo. Con
il passare del tempo si rendono evidenti le difficoltà
relazionali e di linguaggio e la ricerca del cibo diventa sempre più
“ossessiva”. All'ultimo controllo, eseguito in day hospital
endocrinologico a gennaio 2006, A. presenta una importante obesità,
un peso di 159 kg, con un BMI di 66 e importanti problemi respiratori
soprattutto notturni: il suo sonno è fortemente disturbato dal
russamento e, per respirare meglio, è costretto a dormire con
molti cuscini, quasi seduto. Per tale motivo decidiamo di ricoverarlo
nel sospetto (facile da ipotizzare) che A. potesse avere una sindrome
di apnea ostruttiva nel sonno (OSAS).
Il
tracciato polisonnografico ha confermato il nostro sospetto. Durante
la notte, in inspirio spontaneo, le saturazioni medie sono pari al
79,6%, con valori minimi di 54%. L'emogasanalisi rileva una
situazione di ipossia e ipercapnia, con tendenza all'acidosi: pH:
7,33; pO2: 52mmHg; pCO2: 52,4mmHg; HCO3: 28,1mmol/l. La spirometria
mostra un deficit respiratorio di tipo restrittivo di media gravità
(dovuto in parte all'obesità e in parte all'ipotonia
tipica della sindrome) con una riduzione del FEV1 pari al 62%, una
FVC del 61% del predetto e indice di Tiffanau (FEV1/FVC) dell'88%.
Le indagini cardiologiche eseguite per valutare l'eventuale
presenza di un cuore polmonare (visita cardiologica, ECG ed
ecocardio), hanno escluso anomalie cardiache significative, ma, a
causa della importante obesità, non hanno permesso di stimare
le pressioni del circolo polmonare.
Decidiamo
quindi di iniziare la ventilazione meccanica non invasiva in modalità
CPAP, impostando una pressione positiva continua di 10 cm H2O. I
risultati sono molto incoraggianti: le apnee notturne non si sono più
verificate e le saturazioni medie sono state pari al 95% con picchi
minimi di 92%. Il ragazzo è stato istruito ad utilizzare lo
strumento per la CPAP per la gestione domiciliare.
La
ventilazione meccanica non invasiva (NIV) rappresenta una terapia di
supporto ventilatorio che comprende svariate tecniche che, essendo
appunto “non invasive”, non prevedono l'utilizzo di una protesi
tracheale, ma di maschere nasali o facciali. Gli studi pubblicati in
merito alla sua efficacia, soprattutto nell'adulto sono molti1-3,
mentre l'esperienza in ambito pediatrico è ancora
limitata4-6. Le principali condizioni patologiche
pediatriche in cui è motivato l'utilizzo della ventilazione
non invasiva comprendono le malattie neuromuscolari, i dismorfismi
cranio-facciali, le patologie che causano ipoventilazione centrale,
le gravi sindrome delle apnee ostruttive del sonno, alcuni casi gravi
di scoliosi e di fibrosi cistica. Il suo utilizzo prevede l'integrità
del centro respiratorio bulbare e una necessità di un supporto
ventilatorio limitata nel tempo, ovvero non estesa all'arco
dell'intera giornata7,8.
La CPAP
(Continuos Positive Airway Pressure) è una delle
modalità di ventilazione meccanica non invasiva che si avvale
di aria a pressione positiva erogata in modo continuo; tale pressione
viene scelta ed impostata dall'operatore in base ai parametri
respiratori di ciascun paziente. La CPAP fornisce un supporto
pressorio costante durante tutto il ciclo respiratorio e,
incrementando la pressione positiva intraluminare delle vie aeree,
permette di ritardare il collasso in fase espiratoria; inoltre agisce
riducendo il carico di lavoro dei muscoli inspiratori.
Gliobiettivi che tale tecnica ci permette di raggiungere sono i
seguenti7,8:
- correggere l'ipoventilazione notturna
- correggere/migliorare gli scambi gassosi
- ridurre il carico di lavoro dei muscoli respiratori, permettendone il riposo
- modificare la meccanica polmonare
- disostruire l'albero bronchiale nei pazienti ipossiemici
A. non
aveva una patologia polmonare primitiva e il verificarsi delle apnee
notturne e il deficit respiratorio restrittivo erano determinati
dalla malattia di base. Nei soggetti con sindrome di Prader Willi
infatti la funzionalità respiratoria può essere
compromessa da più fattori: in primis l'obesità
(spesso, come nel caso di A., molto grave) e l'ipotonia muscolare
che contribuiscono sia all'insorgenza di un deficit respiratorio
restrittivo che all'insorgenza precoce di disturbi respiratori del
sonno, quali l'ipoventilazione alveolare e la sindrome delle apnee
notturne9-11. Esistono poi altri meccanismi che possono
determinare o aggravare i disturbi del sonno nei bambini affetti da
sindrome di Prader Willi, ovvero l'alterata risposta all'ipossia
e all'ipercapnia (correlata sia alla disfunzione ipotalamica
che all'alterata sensibilità dei chemocettori periferici),
la frequente presenza di dismorfismi facciali (micrognazia, naso e/o
orofaringe piccoli) e di secrezioni più vischiose12,13.
Inoltre in questi pazienti, la soglia di risposta di
risveglio-arousal all'ipossia e all'ipercapnia scatenata dalla
ostruzione delle vie aeree durante il sonno è più
elevata, e questo li mette più a rischio di morte
improvvisa14,15, ragione per cui un supporto ventilatorio
notturno assume un' importanza maggiore.
Nel
nostro caso la CPAP ha determinato un miglioramento della
ventilazione polmonare, con aumento delle saturazioni notturne di
ossigeno. Il miglioramento della dinamica ventilatoria ha favorito
gli scambi gassosi durante una fase, il sonno, molto critica per
l'accentuarsi dell'ipotonia indotta dal sonno REM.
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Figura:
Le macchine disponibili per la ventilazione non invasiva sono molte e
quella qui rappresentata è di ultima generazione. Sono
piccole, trasportabili e facili da utilizzare
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