Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Febbraio 2012 - Volume XV - numero 2
M&B Pagine Elettroniche
Casi indimenticabili
Magnetisimi
UO
di Pediatria, Ospedale Maggiore, Bologna
M.,
11 anni, giunge alla nostra osservazione un sabato pomeriggio di
febbraio per dolore addominale, vomito e alcune scariche
diarroiche. La sintomatologia era comparsa qualche ora prima,
all'anamnesi nulla da segnalare.
All'arrivo
in Pronto Soccorso è in buone condizioni cliniche generali,
seppure molto addolorato; nel corso del pomeriggio ha presentato
alcuni episodi di vomito e due scariche di feci semiliquide.
All'esame obiettivo le mucose sono ben idratate, l'addome è
teso, ma trattabile. Viene eseguito prelievo ematico che mostra
leucocitosi neutrofila (GB 16.560/mmc; N 88,8%) e lieve aumento
degli indici di flogosi (PCR= 2,03 mg/dl). L'ecografia
addominale non rileva anomalie, l'appendice non viene
visualizzata per la presenza di abbondante meteorismo
intestinale. Viene quindi posizionato un accesso venoso
periferico con infusione di soluzione glucosalina e il bimbo
viene ricoverato in osservazione breve e posto in terapia
antibiotica con ampicillina+sulbactam. Durante la notte presenta
altri 3 episodi di vomito, poi riposa tranquillo.
Nella
mattinata successiva si ha un peggioramento del quadro clinico
addominale con persistenza del vomito, divenuto biliare, addome
globoso, teso, difficilmente trattabile. Il chirurgo, chiamato in
consulenza nel sospetto di appendicopatia, consiglia
posizionamento di sonda rettale per detendere l'addome, e
ripetizione degli esami ematici, che risultano invariati rispetto
alla sera precedente.
M.
viene mantenuto a digiuno e, per il peggioramento del quadro
addominale e la persistenza di vomito, viene ripetuta eco addome
che mostra marcata distensione delle anse del tenue, con presenza
di quota fluida endoperitonaeale, ed Rx diretta addome che mostra
un quadro di occlusione intestinale con livelli idroaerei e, in
fossa iliaca destra, la presenza di un'immagine “a
bastoncello”, duplice, della lunghezza totale di 5 cm, a
densità metallica (Figura 1). Al
bambino e ai genitori viene quindi ripetuta l'anamnesi, con
domande accurate sull'eventuale ingestione di corpi estranei
nei giorni immediatamente precedenti la sintomatologia. Ma M.
nega!
Nel
frattempo viene comunque attivata la sala operatoria per un
intervento in urgenza.
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Figura
1
All'apertura
del peritoneo si assiste alla fuoriuscita di abbondante materiale
corpuscolato. Le anse ileali sono ectasiche ed edematose, con
presenza di due piccole aree di perforazione, in corrispondenza
dei due corpi estranei. Attraverso il lume appendicolare viene
poi estratto un corpo estraneo cilindrico, magnetico, che attira
lo strumento chirurgico. Viene inoltre resecata una tenace
briglia occludente, verosimilmente congenita, a valle delle anse
ectasiche. L'Rx addome di controllo mostra poi la presenza di
un altro corpo estraneo metallico, analogo a quello rimosso in
sala operatoria, proiettantesi sul sacro, che viene poi espulso
spontaneamente in 10° giornata post-operatoria (Figura
2).
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Figura
2
A M.,
al ritorno dalla terapia intensiva, dove è rimasto ricoverato
nel postoperatorio per una complicanza, vengono mostrati i due
corpi estranei, che risultano essere due pezzetti di GeoMag, un
gioco di costruzioni fatto di piccole stanghette fortemente
magnetizzate e sfere metalliche e…finalmente confessa di averli
mangiati circa 1 settimana prima, ma di non averlo riferito né
ai genitori né ai medici per paura di essere sgridato!
La
morale è….mai fidarsi dell'anamnesi, anche se fatta da più
medici e anche se ripetuta!
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