Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Gennaio 2006 - Volume IX - numero 1
M&B Pagine Elettroniche
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Il
processo di verifica in pediatria di base :
l'esempio
del protocollo di vigile attesa dell'ACP nella gestione dell'otite
media acuta
Pediatra
di libera scelta, ASL2 Potenza, regione Basilicata
Indirizzo
per corrispondenza:michelemartoccia@tin.it
Keywords:Acute otitis media, Family paediatricians, Antibiotics, Delayed
prescriptions, “Wait-and-see” approach
Summary:The Author reports the application of the protocol for the
“wait-and-see” strategy for children with acute otitis media
(AOM) in primary care. In 4 years the protocol was applied to 635
cases of AOM, 63% of which spontaneously recovered without using
antibiotics. Antibiotics were used according to the characteristics
of the eardrum, more frequently in case of a clear acute otitis media
at the otoscopic examination. Practice guidelines based on a
wait-and-see strategy for children with AOM are applicable and
effective in primary care
Il
processo di verifica in pediatria di base nasce come un bisogno di
verificare se stessi ed il trasferimento operato sul campo delle
conoscenze acquisite in formazione con la forza oggettiva dei dati.
Formazione e verifica sono bisogni complementari che potrebbero
completarsi reciprocamente, poiché l'efficacia di alcuni
processi formativi può essere validata dalla verifica degli
esiti, attivatrice a sua volta di nuovi bisogni, il tutto in un
percorso circolare. L'informatizzazione dell'ambulatorio
costituisce l'unico strumento necessario per soddisfare questo
bisogno a condizione però che l'archivio informatico sia
progettato, realizzato ed usato anche con questa finalità e
non solo come un moderno sostituto elettronico del cartaceo e quindi
come un semplice strumento clinico assistenziale.
Ho
utilizzato le potenzialità offerte dal mio software di
gestione per programmare un processo di verifica del protocollo
OMA-ACP (che prevede in casi selezionati la “vigile attesa” senza
l'utilizzo dell'antibiotico in I° istanza) (Tabella
I) 1-3
con il duplice obiettivo di monitorare nel tempo il rispetto sul
campo delle evidenze emerse dalla ricerca e di verificare quello che
consideravo un suo punto debole, costituito dal ruolo marginale
riservato all'otoscopia nel momento decisionale trattamento/non
trattamento, nella consapevolezza dei limiti ad essa riconosciuti.
I
molteplici quadri otoscopici, rilevabili in bambini con sintomi di
interessamento acuto dell'orecchio medio, non consentono infatti di
formulare una diagnosi etiologica dell'otite media acuta (OMA) e
spesso non permettono di avere la ragionevole certezza della presenza
di una effusione endotimpanica 4,5.
La membrana timpanica (MT) è comunque l'interfaccia più
diretta tra orecchio medio ed ambiente esterno e le modificazioni di
colore, di posizione e di mobilità, rilevabili alla otoscopia
semplice ed alla otoscopia pneumatica, quest'ultima poco usata dal
pediatra di base, sono in genere la conseguenza della presenza di un
versamento e del diverso grado di tensione esercitata dallo stesso in
rapporto alla sua natura, quantità, rapidità di
formazione e capacità residua di drenaggio della tuba.
Saper
“leggere” dal quadro otoscopico la situazione fisiopatologica a
carico della cassa del timpano può essere un dato importante
nel momento decisionale trattamento/non trattamento? Esiste una
storia naturale diversa di diversi quadri otoscopici nei casi
eleggibili al non trattamento secondo quanto previsto dal protocollo
OMA-ACP? I dati che vengono presentati, sono uno dei tanti esempi di
come si possa, anche in un contesto singolo di pediatria
ambulatoriale, monitorare e verificare il trasferimento sul campo di
alcuni percorsi formativi ed individuare al tempo stesso spunti di
riflessione per altre verifiche e nuovi bisogni formativi.
Il
software di gestione in uso nel mio ambulatorio è uno dei più
diffusi in Italia per la pediatria di base, valido come strumento
clinico-assistenziale per quelle che sono le esigenze generali del
pediatra ma ancora inadeguato per la implementazione di un processo
di verifica accurato e puntuale dell'enorme mole di dati che è
possibile archiviare nelle diverse sezioni. I moduli statistici
attualmente attivati consentono di avere una serie di tabulati di
carattere generale, amministrativo e clinico assistenziale, dai quali
è possibile ricavare tabelle relative alla popolazione in
assistenza, ai flussi ed alla tipologia degli accessi, ai problemi
gestiti, alla spesa sanitaria generale e per problemi nelle diverse
branche. Un aspetto operativo interessante è offerto dalla
possibilità di personalizzazioni: dai bilanci di salute per
fasce di età alla sezione visite con possibilità di
inserire dati programmati che si intendono sistematicamente rilevare
ed archiviare e, particolarmente interessante, è la
possibilità di disaggregare e personalizzare in modo
programmato uno specifico problema della classificazione
internazionale della malattie per ricavare tabulati in parte più
elaborati.
Ho
accettato ed iniziato ad applicare il protocollo OMA-ACP subito dopo
la sua stesura definitiva prima che partisse la ricerca, inserendo
tutti i casi di OMA venuti alla mia osservazione, anche quelli in
gestione su decisione di altri operatori sanitari, nella sezione
visite della cartella clinica dei rispettivi pazienti, avendo cura di
registrare accuratamente i sintomi riferiti, la obiettività
clinica con dettagliata descrizione del quadro otoscopico. Il singolo
caso, valutato in base ai criteri di valutazione otoscopica
esemplificati in Tabella
II, allo status, fattori di rischio, evolutività,
decisione di trattamento/non trattamento antibiotico, è stato
archiviato con i criteri di personalizzazione rappresentati nellaTabella
III.
Nel
periodo in esame dal 1 gennaio 2001 al 31 dicembre 2004 gli
assistibili in carico come pediatra di base sono stati 1443, di
questi 761 maschi e 682 femmine, con una media annuale di 879. Gli
accessi in assistenza archiviati per sospetto o sintomi di
interessamento acuto dell'orecchio medio sono stati 748 con una
media annuale 187 accessi, che hanno interessato 533 assistiti con
una media annuale di 133 (15% degli assistibili).
Dal
quadro generale dei dati (Tabella
IV) è possibile rilevare che nel 46% di tutti gli accessi
in questi quattro anni di applicazione del protocollo OMA-ACP non è
stata fatta alcuna prescrizione antibiotica. Solo 54 accessi (7.2%),
gestiti personalmente ed archiviati come OMA trattata, tipo1, tipo 2,
tipo 3 (eleggibili), sono stati trattati in prima istanza, pur
essendo eleggibili al non trattamento. Nella maggior parte dei casi
si trattava di OMA “del venerdì”, per le quali non era
possibile nei due giorni successivi una vigile attesa, il loro numero
è diverso in rapporto al quadro otoscopico ed in progressiva
diminuzione negli anni successivi. Tutti i 40 accessi (5,3%) gestiti
da altri operatori sanitari ed archiviati come OMA trattata tipo n.c.
(In terapia) hanno ricevuto prescrizione antibiotica.
Dai dati
della Tabella V, relativi a 635 casi di OMA, reclutabili secondo i
criteri del protocollo OMA-ACP, si rileva che le percentuali in
termini di risoluzione spontanea, trattamento antibiotico in seconda
istanza ed esiti evolutivi in otorrea delle OMA tipo1 e tipo2
eleggibili al non trattamento sono notevolmente diverse. Non deve
meravigliare la percentuale alta di risoluzione spontanea (78%) delle
forme eleggibili tipo3 ed il fatto che nessuna di esse sia stata
trattata in seconda istanza. Le miringiti bollose per definizione
sono prive di effusione endotimpanica, sono delle “false” OMA,
costituiscono circa il 6% delle OMA reclutabili, hanno spesso una
storia di otalgia violenta e lancinante, con prevalenza notturna e
scarsa risposta al paracetamolo. La presenza di una o più
bolle, talvolta con livelli idroaerei, su una MT con aree di
integrità e trasparenza quasi normale, la propagazione dei
segni di flogosi oltre l'anulus timpanico verso la cute del
condotto esterno, sono i dati rilevabili alla otoscopia semplice
sufficienti per la diagnosi. Il vero problema di questi quadri
otoscopici, malgrado la loro tipicità, è quello che non
sempre si può avere la ragionevole certezza che non ci sia
versamento endotimpanico e che non si tratti quindi di una OMA
“bollosa”, un'OMA tipo2 con presenza di bolla/e per
sfiancamento in uno o più punti della lamina propria della MT
per effetto della tensione della effusione endotimpanica.
L'impressione
generale, sia pure relativa ad un contesto singolo è che il
protocollo OMA-ACP può essere applicato nel tempo sul campo,
non è però conosciuto o accettato da tutti gli
operatori sanitari, per molti dei quali vige ancora la regola
generale di trattare con antibiotici sempre e subito tutti i casi di
otite media acuta di loro osservazione. Viene confermata la
possibilità nel 63% di una risoluzione spontanea dei casi
eleggibili al non trattamento ed i dati grezzi sembrano indicare che
esiste una storia naturale diversa in rapporto ai diversi tipi di
quadro otoscopico.
Il gruppo
critico è quello delle OMA tipo2, le OMA “vere” anche alla
otoscopia semplice che, così come definite ed in modo
esemplificativo rappresentate nella Tabella II, sono un gruppo
eterogeneo nel quale è possibile individuare almeno tre
sottogruppi in rapporto agli effetti che l'effusione endotimpanica
in tensione ha determinato sulla MT al momento dell'otoscopia. Un
primo sottogruppo, che potremmo definire di “OMA rosse”, nelle
quali l'iperemia e/o la congestione e/o la presenza di aree
emorragiche indicano una buona vascolarizzazione della MT per quanto
bombata e protrusa nel condotto. Un secondo sottogruppo, che potremmo
indicare come “OMA a ciottolato”, nelle quali l'accumulo di
isole di cheratinociti della superficie epiteliale della MT,
responsabile del tipico aspetto, denuncia una sofferenza più
graduale e prolungata della stessa. Un terzo sottogruppo infine delle
“OMA bianche”, il cui aspetto biancastro, edematoso, lardaceo
esprime una severa condizione di sofferenza vascolare che può
esitare in una miringotomia ischemica e conseguente otorrea.
L'archiviazione
dettagliata e completa del quadro otoscopico e le potenzialità
del software di gestione consentirebbero una loro riclassificazione
per verificare se esiste una storia naturale diversa anche in questi
diversi sottogruppi, questo esula per il momento dagli obbiettivi
prefissi del processo di verifica programmato.
Meritevole
di riflessione ed approfondimento sono anche le 110 OMA tipo4 con
otorrea, 17,3% delle OMA reclutabili, il raddoppiamento nel 2004 di
quelle con otorrea all'esordio e la otorrea evolutiva nel 10,8%
delle OMA tipo2 eleggibili e non trattate in prima istanza. Emerge
implicitamente infine un bisogno formativo inespresso o forse poco
avvertito dal pediatra di base di fisiopatologia e diagnostica
otoscopica. Personalmente infatti sono consapevole che le mie
competenze otoscopiche di base sono il retaggio del corso di
specializzazione in otorinolaringoiatria nell'anno accademico
1974-1975, abbandonato dopo una seduta di adenotonsillectomia, quando
per la prima volta mi sono sentito un pediatra, perché ero
dalla parte di quei bambini operati “al grido”.
1.
Ronfani L, Conti Nibali S, Marchetti F, per il Gruppo di Lavoro
OMA-ACP. Il trattamento sintomatico dell'otite media acuta: uno
studio collaborativo in Pediatria ambulatoriale. Medico e Bambino
2002;21:170
2.
Marchetti F, Ronfani L, Conti Nibali S, Tamburlini G. Italian Study
Group on Acute Otitis Media. Delayed prescription may reduce the use
of antibiotics for acute otitis media: a prospective observational
study in primary care. Arch Pediatr Adolesc Med. 2005;159(7):679-84
3.
Marchetti F, Ronfani L, Conti Nibali S, Tamburlini G, per il gruppo
italiano di studio sull'otite media acuta. Otite media acuta, gli
antibiotici si possono evitare in due bambini su tre. Bollettino
d'informazione sui farmaci 2005;4:175-8http://www.ministerosalute.it/imgs/C_17_bif_bollettino_30_file_itemName_8_filePdf.pdf
4. Walter
Becker – Atlante di otorinolaringologia e broncoesofagologia. Ed
Minerva Medica, Torino, 1970
5.
Giovanni Ralli – Quadri Otoscopici dell'otite media. Ed Minerva
Medica, Torino, 1996
Condizione | Gestione
Iniziale | Indicazione
all' antibiotico | Agente
di I¡ scelta |
Eta'<
1 anno
Storia
di Omar
Otorrea | Sintomatico
Antibiotico | Da
subito | Paracetamolo
(10-15 mg/kg/dose)
Amoxicillina
(75-100 mg/kg/die) |
Diversa
dal punto precedente | Sintomatico | Decorso
irregolare dopo 48-72 ore di attesa | Paracetamolo
(10-15 mg/kg/dose)
Amoxicillina
(75-100 mg/kg/die) |
Criteri
seguiti nella valutazione dei quadri otoscopici dell'OMA | |
OMATipo1 | ![]() ![]() ![]() |
Questi
quadri otoscopici, definiti arbitrariamente "OMA tipo1",
hanno un denominatore comune nei segni diretti ed indiretti di
presenza di un versamento endotimpanico non teso e caratterizzati
da: presenza di falde e/o livelli idroaerei, iperemia
dellÕepitimpano e/o del manico del martello e/o
dell'anulus timpanico e/o iperemia piu' o meno uniforme
e/o alterazioni del colore con perdita di trasparenza
e opacita' della MT, modeste alterazione della posizione della
stessa che si presenta parzialmente sporgente e protrusa specie
nella pars epitimpanica e/o in parte nella pars tensa. Questi
quadri otoscopici sono talvolta difficilmente differenziabili
dalla semplice miringite per la oggettiva difficoltˆ di avere la
ragionevole certezza della presenza di effusione endotimpanica. | |
OMATipo2 | ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
Questi
quadri otoscopici, definiti arbitrariamente "OMA tipo2",
anno un denominatore comune nei segni diretti ed indiretti di
presenza di un versamento endotimpanico sotto tensione e
caratterizzati da: marcati segni di flogosi e sofferenza
della MT che si presenta piu' o meno uniformemente congesta e/o
iperemica e/o con aree emorragiche e/o con aspetto a "ciottolato"
oppure biancastra, lardacea ed edematosa. La MT si presenta in
gran parte o completamente protrusa verso il condotto uditivo,
"bombata", a muso di tinca. Questi quadri otoscopici,
per i quali c'e' quasi sempre la ragionevole certezza della
presenza di effusione endotimpanica, esprimono comunque gradi
diversi di tensione e sofferenza della MT. | |
OMATipo3 | ![]() ![]() ![]() ![]() |
Questi
quadri otoscopici, arbitrariamente definiti "OMA tipo3",
hanno un denominatore comune nella caratteristica presenza sulla
membrana timpanica di bolla/e, sierose, sieroematiche o
francamente emorragiche, talvolta con livelli idroaerei. Essi
sono pero' espressione di due condizioni sostanzialmente diverse
e talvolta difficilmente differenziabili in rapporto alla
presenza/assenza di versamento endotimpanico, rispettivamente OMA
bollosa in cui la MT e' compartecipe ad un processo infiammatorio
a carico della cassa del timpano e Miringite bollosa in cui il
processo infiammatorio riguarda solo la MT che puo' presentare
aree di trasparenza/integrita' senza effusione
endotimpanica. | |
OMA
Tipo4 | ![]() ![]() ![]() |
Questi
quadri otoscopici, arbitrariamente definiti "OMA tipo4",
hanno un denominatore comune nella otorrea, sieromucosa,
mucosa, mucopurulenta, talvolta con striature ematiche con
diagnosi relativamente semplice. Spesso per un condotto ingombro
la otoscopia non consente di esplorare la MT e rilevare la sede e
lÕentitˆ della perforazione. |
Accessi
in assistenza con sospetto o sintomi di interessamento acuto
dell'orecchio medio | |||
Procedura
seguita nella personalizzazione | |||
1.
In rapporto al quadro otoscopico: | |||
Tipo
negativo | Quadro
otoscopico negativo e/o lieve iniezione e/o lieve opacita'della
MT in sintomatico per otalgia o per sospetta otalgia. | ||
Tipo
n.c. | Quadro
otoscopico non classificabile per diagnosi fatta da altri oppure
per sospetto clinico personale di OMA telefonicamente in
situazioni di visita o attesa vigile non proponibile. | ||
Tipo1 | OMA
caratterizzata da segni otoscopici diretti ed indiretti di
presenza di effusione poco o non in tensione con modificazioni
del colore e lievi modificazioni della posizione della MT. | ||
Tipo2 | OMA
caratterizzata da segni otoscopici diretti ed indiretti di
presenza di effusione in tensione con evidenti modificazioni del
colore e della posizione della MT. | ||
Tipo3 | OMA
con caratteristica presenza di bolla/e, tipiche della miringite
bollosa e dell'OMA bollosa, spesso difficilmente differenziabili
fra loro. | ||
Tipo4 | OMA
caratterizzata dall'otorrea con MT spesso non ispezionabile per
ingombro del condotto uditivo o con evidenza di perforazione
della stessa. | ||
2.
In rapporto a status, fattori di rischio, evolutivita': | |||
Otalgia
(Otoscopia - ) | Otalgia
ma quadro otoscopico negativo e/o lieve iniezione e/o opacita'
della MT. | ||
Otalgia
(Cerume) | Otalgia
in presenza di tappo di cerume e in assenza di dati clinici e di
rischio per OMA. | ||
(Criteri
clinici) | OMA
sospetta trattata con antibiotici e gestita personalmente ma
telefonicamente. | ||
(In
terapia) | OMA
in terapia antibiotica su decisione presa da altri: P.S. ,ORL,
continuita' assistenziale. | ||
(Eleggibile) | OMA
eleggibile al non trattamento in prima istanza in base al
protocollo OMA-ACP. | ||
(Rischio
eta') | OMA
in soggetto di eta' < 12 mesi. | ||
(Rischio
patologia) | OMA
in soggetto con storia di patologie con ineleggibilita' al
protocollo OMA-ACP. | ||
(OMAR) | OMA
in soggetto con tre episodi negli ultimi sei mesi o quattro
episodi nell'ultimo anno. | ||
(Recidiva
a breve) | OMA
recente non trattata e recidiva (< 2- 3 settimane), non
prevista protocollo OMA-ACP. | ||
(Clinica
evolutiva) | OMA
non trattata in prima istanza e storia clinica evolutiva nelle
24-48 ore successive. | ||
(Otorrea
evolutiva) | OMA
non trattata in prima istanza con successiva comparsa di otorrea. | ||
3.
In rapporto alla decisione di prescrizione/non prescrizione
di antibiotici: | |||
OMA
trattata | OMA
non trattata |
Accessi
in assistenza per sospetto o sintomi di interessamento acuto
dellÕorecchio medio | |||||||||
Quadro
generale dei problemi archiviati con i criteri otoscopici e di
personalizzazione programmati | |||||||||
Gennaio
2001 dicembre 2004 Totale accessi 748 | Trattati
403 (54%) | Non
trattati 345 (46%) | |||||||
Quadro
otoscopico | Status,
evolutivita', fattori di rischio, | 2001 | 2002 | 2003 | 2004 | 2001 | 2002 | 2003 | 2004 |
Tipo
negativo | Otalgia
(Otoscopia -) | - | - | - | - | 9 | 3 | 8 | 7 |
Tipo
negativo 27 | Trattate
0 | Non
trattate 27 (100%) | |||||||
Tipo
n.c. | (In
terapia ) | 6 | 14 | 8 | 12 | - | - | - | - |
(Criteri
clinici) | 1 | 1 | 2 | - | - | - | - | - | |
Otalgia
(Cerume) | - | - | - | - | 10 | 10 | 8 | 14 | |
OMA
Tipo n.c. Totale 86 | Trattate
44 | Non
trattate 42 (49%) | |||||||
Tipo1 | (Eleggibile) | 5 | 3 | 1 | - | 33 | 35 | 34 | 59 |
(Clinica
evolutiva) | 4 | 6 | 6 | 7 | - | - | - | - | |
(Otorrea
evolutiva) | - | 1 | 1 | 2 | - | - | - | - | |
(OMAR) | 4 | 4 | 3 | 3 | - | - | - | - | |
(Recidive
a breve) | 1 | 1 | 2 | 1 | - | - | - | - | |
(Rischio
eta') | 3 | 4 | 1 | 4 | - | - | - | - | |
(Rischio
patologia) | - | 1 | 3 | - | - | - | - | - | |
OMA
Tipo1 Totale 232 | Trattate
71 | Non
trattate 161 (69%) | |||||||
Tipo2 | (Eleggibile) | 11 | 15 | 7 | 4 | 12 | 11 | 30 | 34 |
(Clinica
evolutiva) | 13 | 11 | 13 | 24 | - | - | - | - | |
(Otorrea
evolutiva) | - | 5 | 6 | 7 | - | - | - | - | |
(OMAR) | 3 | 15 | 5 | 4 | - | - | - | - | |
(Recidive
a breve) | 1 | 2 | 1 | 4 | - | - | - | - | |
(Rischio
etˆ) | 7 | 6 | 9 | 11 | - | - | - | - | |
(Rischio
patologia) | - | 3 | 2 | 3 | - | - | - | - | |
OMA
Tipo2 Totale 279 | Trattate
192 | Non
trattate 87 (31%) | |||||||
Tipo3 | (Eleggibile) | 1 | 2 | 1 | 4 | 7 | 5 | 5 | 11 |
OMA
Tipo3 Totale 36 | Trattate
8 | Non
trattate 28 (78 %) | |||||||
Tipo4 | (Con
otorrea) | 18 | 19 | 15 | 36 | - | - | - | - |
OMA
Tipo4 Totale 88 | Trattate
88 | Non
trattate 0 |
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