Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Gennaio 2006 - Volume IX - numero 1
M&B Pagine Elettroniche
Occhio all'evidenza
Il
montelukast offre benefici clinici modesti nel wheezing ricorrente
del bambino in età prescolare.
U.O di
Pediatria Ospedale San Giacomo Castelfranco Veneto (TV)
Indirizzo
per corrispondenza:dradzik@tiscali.it
Montelukast
reduces asthma exacerbations in 2-to 5-year-old children with
intermittent asthma.
Bisgaard
H, Zielen S, Garcia-Garcia ML, Johnston SL, Gilles L, Menten J, Tozzi
CA, Polos P. Am J Respir Crit Care Med 2005;171:315-322.
Questo
articolo è reperibile al seguente indirizzo web:
DOMANDA
Nei
bambini in età prescolare (2-5 anni) affetti da wheezing
ricorrente, il montelukast è più efficace del placebo
nel ridurre la frequenza, la gravità, la durata degli episodi
di riacutizzazione e la necessità di utilizzare cortisonici
sistemici ?
METODI
Disegno:
Studio Randomizzato Controllato (SRC) vs. placebo; l'assegnazione
dei pazienti nei rispettivi gruppi di trattamento è stata
eseguita mediante una tabella di numeri random generata dal computer,
a blocchi di quattro.
Occultamento
della lista di randomizzazione: adeguato.
Mascheramento:
: doppio cieco (investigatori, pazienti, valutatori degli eventi,
analizzatori dei dati, sponsor).
Periodo
di follow-up: 48 settimane.
Sede:
68 centri in 23 nazioni.
Partecipanti:549
bambini fra 2 e 5 anni di età (mediana 44 mesi, 64% maschi)
con una storia clinica di asma lieve, scatenata da infezioni delle
alte vie respiratorie (≥ 3 episodi della durata di almeno 3 giorni
negli ultimi 12 mesi, di cui 1 negli ultimi 6 mesi, trattati con beta
2 agonista), intermittente (assenza di sintomi e di uso di beta 2
agonisti in una settimana tipica nei 3 mesi precedenti la prima
visita). Il 35% era RAST +.
Criteri
di esclusione: assunzione di astemizolo < 3 mesi, steroidi,
nedocromil, cromoni, beta 2 long-acting, agenti anti muscarinici,
ketotifene o teofillina < 1 settimana dalla prima visita. I
pazienti potevano continuare ad usare beta due agonisti a breve
durata d'azione al bisogno, i farmaci per la rinite allergica
(cromoni, steroidi nasali ed antistaminici) e l'immunoterapia a
dosi di mantenimento se iniziata nei 6 mesi precedenti..
Intervento
I
pazienti sono stati assegnati in modo random a ricevere montelukast 4
mg (5 mg al compimento del sesto anno) in compresse masticabili
(n=278) o placebo (n= 271) X 1 volta al giorno al momento di
coricarsi. Non era consentita nessuna altra terapia preventiva.
Eventi
considerati
Primario:
numero di episodi di riacutizzazione d'asma, definiti come tre
giorni consecutivi di sintomi diurni (con score medio delle risposte
dei sintomi giornalieri di almeno 4 su 16 e con un minimo di 1 per
ciascun giorno) + almeno due trattamenti con beta-agonisti al giorno,
o uso di steroidi orali/inalatori ≥ 1 giorno o un ricovero per
asma. Secondari: numero di cicli di trattamento con steroidi orali
(ciclo = periodo di 3 giorni) o inalatori (ciclo = periodo da 3 a 14
giorni), durata e gravità delle riacutizzazioni, percentuale
dei giorni liberi da asma, conta degli eosinofili ematici, tempo
necessario per la comparsa del primo episodio di riacutizzazione,
utilizzo delle risorse correlate alla malattia asmatica, compliance
al trattamento.
Follow-up
dei pazienti
Il 91%
dei bambini ha completato lo studio. E' stata eseguita l'analisi
secondo il principio “intention to treat” modificato (analizzati
coloro che avevano eseguito ≥1 giorno di trattamento e che avevano
trascritto il diario per ≥1 giorno, cioè il 95% dei
pazienti; non sono stati quindi valutati 27/549 pazienti).
PRINCIPALI
RISULTATI
Nei
bambini di 2-5 anni di età con wheezing ricorrente, il
montelukast rispetto al placebo, ha dimostrato di ridurre in maniera
statisticamente significativa il numero di episodi di
broncospasmo/anno, il numero di cicli di steroidi inalatori e di
ritardare di due mesi il momento della comparsa della prima
riacutizzazione (vedi tabella).
Tabella
1. Efficacia del montelukast vs. placebo in bambini di età
prescolare con
wheezing
ricorrente dopo 48 settimane di terapia
Eventi | Montelukast
Freq/anno | Placebo
Freq/anno | RRR
(IC 95%) | Riduzione
Assoluta numero eventi/anno |
Episodi
di riacutizzazione d'asma | 1.60 | 2.34 | 32%
(da 17 a 44) | 0.74 |
Cicli
di trattamento con steroidi orali | 0.53 | 0.64 | 18%
(da –25 a 46) | 0.11 |
Cicli
di trattamento con steroidi inalatori | 0.66 | 1.10 | 40%
(da 6 a 62) | 0.44 |
Frequenza
evento | NNT | |||
Pazienti
che hanno presentato episodi di asma | 45%
vs 56% | 19%
(da 5 a 67) | 9 (da
6 a 37) | |
Montelukast
n. giorni | Placebo
n.giorni | Riduzione
assoluta dei tempo in giorni (p) | ||
Tempo
trascorso per la prima riacutizzazione | 206 | 147 | 59
(p=0.024) | |
Frequenza
degli eventi | IRR | NNH | ||
Eventi
avversi (correlati al farmaco) | 5.0% | 4.1% | 23%
(da –43 a 167) | NS |
IRR=
Incremento Relativo del Rischio, RRR= Riduzione Relativa del Rischio,
NNT= Number Needed To Treat e NNH = Number Needed To Harm (con i
relativi Intervalli di Confidenza al 95%) sono stati calcolati dai
dati dell'articolo con il programma Confidence Interval Analysis
2.1.1.
CONCLUSIONI
L'efficacia
clinica del montelukast nella prevenzione del wheezing ricorrente dei
bambini di 2-5 anni di età è statisticamente
significativa, ma clinicamente poco rilevante.
COMMENTO
L' idea
di utilizzare il montelukast nella profilassi del wheezing ricorrente
è derivata dal riscontro di concentrazioni più elevate
di leucotriene C4 nelle secrezioni nasofaringee dei bambini con
broncospasmo indotto dalle infezioni virali, rispetto a quelle dei
pazienti con sintomi solo a carico delle alte vie respiratorie 1;
la persistenza di questi markers fino a 28 giorni dall'inizio della
malattia respiratoria virale 2
ne suggerisce anche un loro impiego a lungo termine. Questo è
il secondo trial 3,
che viene realizzato nella fascia dell'età prescolare, allo
scopo di valutare i benefici clinici degli antileucotrieni in questa
patologia. Mentre Barbara Knorr 4,
aveva arruolato bambini con forme di wheezing moderato-grave
(presenza di sintomi e necessità di usare beta-agonisti in
media 6 giorni su 7 nelle due settimane di run-in precedenti la
randomizzazione), Hans Bisgaard 3
ha preso in considerazione pazienti con asma lieve intermittente.
Anche se la qualità metodologica del suo studio è
buona, i risultati pratici ottenuti, al di là della
significatività statistica, sono clinicamente modesti, come
già messo in evidenza in un recente articolo di Medico e
Bambino 5:
gli investigatori sono infatti riusciti, grazie al montelukast
somministrato X 12 mesi, a far risparmiare meno di un episodio di
broncospasmo all'anno a bambini che, senza alcuna terapia, ne
avrebbero comunque avuti poco più di due e a ridurre da 1 a
mezzo i cicli/anno di steroidi inalatori utilizzati; benefici
tutt'altro che impressionanti, anche perchè associati a
nessuna differenza significativa fra gruppo attivo e placebo per
quanto riguarda la gravità e la durata delle riacutizzazioni,
la percentuale dei giorni senza sintomi di asma, la percentuale di
ricoveri in ospedale, la necessità di dover ricorrere agli
steroidi orali e i giorni di asilo/scuola e di lavoro perduti. E se
il trattamento ha consentito di allungare l'intervallo di tempo
fino alla I riacutizzazione di due mesi, è stato necessario
trattare 9 pazienti con montelukast, anzichè con placebo per
evitare in uno di questi la comparsa di episodi di broncospasmo.
Sul
giudizio complessivo riguardante la validità di questo trial
cala inoltre l'ombra di un potenziale importante conflitto di
interessi: ben 6 degli 8 investigatori, che hanno firmato l'articolo,
sono in qualche modo dipendenti della ditta produttrice del farmaco e
ne detengono anche quote azionarie: come questo si sarebbe potuto
rendere manifesto ? Per esempio nella modalità di
presentazione dei dati, dal momento che vengono costantemente messe
in evidenza le misure relative dei risultati (la Riduzione Relativa
del Rischio), con conseguente lettura in chiave ottimistica dei
benefici raggiunti.
Nella
decisione di trattare un bambino con wheezing ricorrente, con gli
antileucotrieni, vanno poi considerati altri fattori: a) si tratta di
farmaci licenziati in Italia per l'asma solo in terapia aggiuntiva,
“in quei pazienti con forme persistenti di lieve/moderata entità
che non sono adeguatamente controllati con corticosteroidi per via
inalatoria e nei quali gli agonisti beta-adrenergici a breve durata
d'azione, assunti al bisogno, forniscono un controllo clinico
inadeguato di questa malattia”, (sono anche indicati per la
profilassi “laddove la componente predominante è la
broncocostrizione indotta dall'esercizio fisico”): il loro
impiego in monoterapia nei pazienti con le stesse caratteristiche di
quelli inclusi nello studio di Bisgaard et al 3
risulterebbe quindi off label; b) i costi di una somministrazione
prolungata con questo medicinale non sono certamente indifferenti (49
Euro X 28 giorni) e, con questa indicazione, a totale carico del
paziente; c) le possibili reazioni avverse, che pur non
statisticamente aumentate, non possono venir escluse da un trial di
tale numerosità campionaria, specie quelle “rare”: solo
un' attenta sorveglianza post-marketing preciserà meglio il
profilo di sicurezza di questo farmaco; d) la validità esterna
dello studio: i risultati raggiunti potranno venir applicati solo a
quei pazienti da me seguiti che abbiano caratteristiche simili a
quelli descritti da Bisgaard et al 3;
si trattava, nella maggior parte dei casi (85%), di bambini con una
sintomatologia asmatica lieve (sintomi non più di due volte
alla settimana nel mese precedente l'arruolamento e nel 67% nessun
uso di steroidi per via orale nell'anno precedente); non sappiamo
quindi quale sarebbe l'efficacia del montelukast nei casi di asma
più impegnativi, anche se Knorr et al nelle forme più
gravi non avevano ottenuto benefici rilevanti, se era stato
necessario trattare 12 pazienti con l'antileucotriene (anzichè
con placebo) per averne uno in meno cui dover somministrare cortisone
per os, in caso di riacutizzazione; e) la compliance al trattamento,
che è risultata buona in questo trial (le compresse sono state
assunte nel 98% dei giorni), anche grazie al fatto che i pazienti
sono stati attentamente monitorati con visite di controllo e con
ripetute telefonate: quale sarebbe stata l'aderenza ad un simile
trattamento nella vita di ogni giorno?; f) l'esistenza sul mercato
di farmaci alternativi, come gli steroidi inalatori, per i quali
abbiamo a disposizione molti più studi in questa fascia di
età, sia per quanto riguarda il profilo di sicurezza che per
quello di efficacia e che in caso di forme frequenti e/o persistenti
vengono considerati di prima scelta 6.
1.
van Schaik SM, Tristram DA, Nagpal IS, Hintz KM, Welliver RC II,
Welliver RC. Increased production of INF-gamma and cysteinyl
leukotrienes in virus-induced wheezing. J Allergy Clin Immunol
1999;103;630-636.
2.
Volovitz B, Welliver RC, De Castro G, Krystofik DA, Ogra PL. The
release of leukotrienes in the respiratory tract during infection
with respiratory syncytial virus: role in obstructive airway disease.
Pediatr Res 1988;24:504-7.
3.
Bisgaard H, Zielen S, Garcia-Garcia ML, Johnston SL, Gilles L, Menten
J, Tozzi CA, Polos P. Montelukast reduces asthma exacerbations in
2-to 5-year-old children with intermittent asthma. Am J Respir Crit
Care Med 2005;171:315-322.
4. Knorr
B, Franchi LM, Bisgaard H, Vermeulen JH, LeSouef P, Santanello N,
Michele TM, Reiss TF, Nguyen HH, Bratton DL. Montelukast, a
leukotriene receptor antagonist, for the treatment of persistent
asthma in children aged 2 to 5 years. Pediatrics 2001;108:E48.
5. Boner
A, Longo G, Miceli Sopo S. Antileucotrieni nel bambino con “viral
wheezing” ricorrente. Costi e benefici: per un'evidenza oltre il
“p” statistico. Medico e Bambino 2005;24:171-173.
6.
Kaditis AG, Gourgoulianis K, Winnie G. Anti-inflammatory treatment
for recurrent wheezing in the first five years of life. Pediatric
Pulmonology 2003;35:241-252.
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