Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Giugno 2025 - Volume XXVIII - numero 6
M&B Pagine Elettroniche
Ricerca
Malessere giovanile percepito e prospettive future: un questionario tra gli studenti di scuola secondaria superiore della città metropolitana di Milano
1“Istituto di Matematica Applicata e Tecnologie Informatiche E. Magenes”, CNR, Milano
2ASST Santi Paolo e Carlo, Milano
3“Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali”, CNR, Brindisi †
4“ItaliaAdozioni” APS, Cernusco sul Naviglio, Milano
Indirizzo per corrispondenza: antonella.bodini@cnr.it
Perceived youth malaise and future prospects: a survey among secondary school students in the metropolitan city of Milan
Key words: Perceived youth distress, Hope for the future, Social sup-port, Psychological support, Test Anxiety
Abstract
Introduction - Due to COVID-19, Italy experienced the longest period of school closures in Europe. This prolonged period of uncertainty may have affected adolescents, leaving them with a negative outlook on their future.
Objective - To assess the feasibility of a shared approach that combines the clinical expertise of family paediatricians and the perspectives of parents in the early identification of potential disorders in children by using standard clinical practice tools.
Study design - Within the NASCITA birth cohort, in addition to the family paediatrician’s clinical evaluation, the M-CHAT-R was completed by parents to assess their child’s language, social skills, behaviour and sensory areas. Parents were also asked to complete the PSI-SF to verify the magnitude of stress in the parent-child system. Univariate and multivariate analyses were performed to evaluate the association between child and parental characteristics and the presence of warning signs.
Results - The follow-up assessment was completed for 435 infants: 69 (15.8%) presented warning signs: 43 in the paediatrician’s assessment and 36 in the M-CHAT-R (10 in both). A total of 16 children (14 with warning signs) received a diagnosis after a specialist evaluation.
Being male (OR = 2.42, 95% CI: 1.20-4.86) and having sleep disorders (OR = 2.48, 95% CI 1.19-5.71) was associated with a greater likelihood of warning signs in the multivariate analysis, while reading aloud was a protective factor (not exposed versus exposed, OR = 3.14; 95% CI 1.60-6.17). For 73 children (18.4%), at least one parent tested positive for PSI-SF. An increased prevalence of parental distress was observed in children with warning signs (OR 2.36, 95% CI 1.27-4.37).
Conclusions - Integrating physician and parental perspectives during well-child visits and in clinical practice appears feasible and may improve the identification of children at risk of developmental disorders.
Riassunto
Introduzione - A causa del Covid-19, l’Italia ha registrato il periodo più lungo di chiusura delle scuole in Europa. Questo lungo periodo di incertezza potrebbe aver influenzato gli adolescenti, lasciandoli con una prospettiva negativa verso il loro futuro.
Obiettivi - Indagare il grado di percezione del malessere giovanile tra gli adolescenti e se questo influenzi le loro aspettative per il futuro.
Materiali e metodi - L’associazione “ItaliaAdozioni” APS ha promosso un sondaggio online tra gli studenti delle scuole superiori della Città metropolitana di Milano per dar loro modo di esprimersi sul malessere giovanile e sulla speranza nel futuro. Tramite un’analisi di regressione logistica multipla abbiamo esplorato l’associazione tra queste due istanze, tenendo conto di altre variabili generalmente legate alla capacità degli adolescenti di proiettarsi nel futuro.
Risultati - Al sondaggio hanno aderito 363 studenti. Circa il 40% degli intervistati ha dichiarato di avere poca o nessuna fiducia nel futuro e quasi tutti gli intervistati hanno riconosciuto l’esistenza di un certo grado di malessere giovanile. L’analisi di regressione ha mostrato che la percezione del disagio giovanile è un predittore significativo del livello di speranza nel futuro, tenuto conto anche della qualità delle relazioni con i coetanei al di fuori della scuola, della presenza di adulti o familiari come figure di riferimento con cui confidarsi, dell’accesso al supporto psicologico e dell’ansia legata alle verifiche scolastiche.
Conclusioni - Stando ai risultati ottenuti, una maggiore attenzione alla salute mentale già nell’ambiente scolastico, l’implementazione di programmi di mentoring, di interventi formativi per potenziare la resilienza e supportare gli studenti che sperimentano ansia da esame, il potenziamento del supporto sociale a scuola e l’introduzione della terapia cognitivo-comportamentale potrebbero migliorare il benessere degli adolescenti.
Introduzione
La pandemia di Covid-19 ha sollevato serie preoccupazioni sul benessere di bambini e adolescenti, soprattutto per le prolungate e ricorrenti chiusure delle scuole. L’impatto sulla salute mentale degli studenti è stato per molti versi negativo, con un aumento degli accessi al Pronto Soccorso e dei ricoveri per problemi psicologici1,2.
Salute mentale e benessere psicologico sono strettamente legati a speranza e ottimismo, risorse fondamentali per gli adolescenti nella costruzione della loro visione del futuro3,4.
Il contesto attuale, caratterizzato da pandemia, crisi economica e instabilità globale, ha generato un clima di incertezza che indebolisce la fiducia dei giovani di poter realizzare i loro obiettivi5,6, favorendo anche la crescita del fenomeno del ritiro sociale7. In Italia, il malessere giovanile è recentemente emerso nel dibattito pubblico, con gli studenti che chiedono pubblicamente maggiore attenzione alla loro salute mentale, percependo un sistema scolastico e familiare troppo esigente e distaccato8.
Nell’ambito dei propri obiettivi statutari, “ItaliaAdozioni” APS ha promosso, nel 2022, un’indagine tra gli studenti delle scuole superiori della Città metropolitana di Milano per dar loro modo di esprimersi sul disagio giovanile e sulle loro speranze per il futuro.
In questo studio presentiamo un’analisi preliminare dei dati raccolti, utilizzando una regressione multipla per indagare l’associazione tra disagio e speranza nel futuro, tenendo anche conto di variabili socio-demografiche, scolastiche, di supporto sociale e di benessere psicologico, generalmente legate alla capacità di proiettarsi nel futuro9-11.
I risultati sono discussi con un focus sulle applicazioni cliniche, evidenziando strategie di supporto psicologico e prevenzione del disagio mentale in ambito scolastico e familiare nel contesto italiano.
Materiali e metodi
L’iniziativa
Nel 2022 “ItaliaAdozioni” APS ha avviato una iniziativa volta a fornire agli adolescenti uno strumento di espressione dei loro desideri e malesseri. Gli strumenti individuati sono stati un questionario da somministrare nelle scuole secondarie di secondo grado della Città metropolitana di Milano e un convegno aperto alla cittadinanza, ispirato ai risultati dell’indagine12 e animato da studenti e giovani adulti. “ItaliaAdozioni” ha affidato la definizione del questionario a un Comitato Scientifico costituito da alcuni dei presenti autori e dal professore Marco Erba, insegnante di scuola secondaria superiore e scrittore.
Il questionario individuale12 è stato implementato con Google Forms e il link di accesso è stato inviato per la distribuzione all’Ufficio Scolastico Territoriale di Milano. I dati sono stati raccolti tra il 24 maggio e il 4 agosto 2022. Nella lettera di invito ai Dirigenti Scolastici sono state fornite informazioni complete su “ItaliaAdozioni” APS e sullo scopo dell’iniziativa. L’invito specificava che il questionario era anonimo, non raccoglieva dati identificativi o sensibili, che le domande erano formulate per ridurre al minimo il rischio di re-identificazione e che i risultati sarebbero stati utilizzati per l’organizzazione della conferenza e per scopi di divulgazione scientifica. Nella pagina iniziale del questionario online è stato chiesto ai partecipanti di indicare il proprio consenso contrassegnando una dichiarazione di partecipazione su base volontaria. Lo studio è stato condotto in conformità con la Dichiarazione di Helsinki e nel rispetto del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR-2016/679) dell’Unione Europea. Lo studio è stato approvato dall’Autorità indipendente per l’infanzia e l’adolescenza della Lombardia (prot. n. 0006677 MJB 3.17.7.1/261 202201153, del 16 maggio 2022).
Analisi statistica
L’associazione tra variabili categoriche è stata investigata con il test del chi-quadrato e con l’analisi dei residui standardizzati, utilizzando un livello di significatività del 5%. Quando appropriato, si è utilizzato il test di Cochran-Armitage. Un’analisi logistica multipla è stata condotta per determinare i fattori congiuntamente associati al livello di fiducia nel futuro, dicotomizzato in “almeno abbastanza fiducia” vs “poca o nessuna fiducia”. Il modello è stato valutato con le consuete diagnostiche (test di Hosmer-Lemeshow e area sotto la curva ROC). Tutte le analisi sono state eseguite utilizzando il software statistico R, versione 4.2.213.
Risultati
Caratteristiche generali del campione
Sono stati compilati complessivamente 363 questionari (59,5% femmine, 36,9% maschi e 3,6% di studenti che non si sono identificati come nessuno dei due sessi e che sono stati assegnati all’uno o all’altro in modo casuale per l’analisi). Alla data della compilazione, quasi la metà degli studenti aveva un’età compresa tra 16 e 17 anni (48%), mentre il 27,3% era maggiorenne. Quasi tutti i partecipanti frequentavano un liceo scientifico o umanistico (95%); la stragrande maggioranza era di nazionalità italiana (95%) e risiedeva fuori dal Comune di Milano (70%). In almeno il 75% dei casi la professione dei genitori o dei tutori legali era dipendente, dirigente/quadro o libero professionista.
Per quanto riguarda le relazioni con la famiglia, gli insegnanti, i compagni di classe e gli amici, le relazioni positive sono più diffuse con gli adulti (famiglia: 62,5%; insegnanti: 76,5%) che con i coetanei (compagni di scuola: 59,0%; coetanei fuori dalla scuola: 54,5%). La percentuale di relazioni negative, tuttavia, è risultata più alta nell’ambito della famiglia (16%) e dei coetanei fuori di scuola (18%) che negli altri casi. Sebbene sia stato segnalato un buon rapporto con gli insegnanti e sia stato riconosciuto loro un buon livello di competenza, ben il 44,6% del campione non riconosce loro il ruolo di riferimento educativo.
In relazione alla presenza di confidenti, il 67% degli intervistati ha incluso i coetanei nella propria lista di tre possibili scelte. Il 47% ha indicato un genitore (o tutore legale) come prima scelta, ma il 37% degli intervistati non ha incluso alcun adulto o familiare nella lista dei confidenti. Inoltre, più del 30% del campione ha indicato anche la possibilità di non confidarsi con nessuno e il 13% degli studenti ha scelto solo l’opzione “Non mi confido con nessuno”.
Relativamente alla scuola, il 72% degli studenti che ha segnalato un rendimento scolastico positivo o molto positivo e l’83% ha attribuito abbastanza o molta importanza al rendimento, ma il 42% del campione ha dichiarato una motivazione media verso la scuola e il 22% una motivazione bassa o molto bassa.
La percezione del malessere giovanile
Quasi tutti gli intervistati (96,4%) hanno riconosciuto l’esistenza di un certo grado di malessere giovanile, da poco (18,5%), a molto (45,7%); l’1,7% ha dichiarato che non è un vero problema mentre l’1,9% che non ne aveva mai sentito parlare. La percezione del malessere giovanile non è associata alla residenza a Milano o nell’hinterland (p = 0,10) ma risulta significativamente più alta nelle ragazze (p < 0,001).
La speranza nel futuro
Il 97% degli studenti ha indicato il livello di fiducia riposto nel futuro (i pochi dati mancanti sono stati imputati casualmente). Nel complesso, il 60,6% del campione ha dichiarato di avere da abbastanza a moltissima fiducia. Tuttavia, le due risposte selezionate più frequentemente sono state “poca” (32%) e “abbastanza” (38,8%). Solo il 4% degli studenti ha dichiarato di non avere alcuna fiducia nel futuro, mentre il 5% ha dichiarato di avere molta fiducia.
Abbiamo anche indagato la capacità di immaginarsi all’età di 30 anni in termini di lavoro e famiglia, con domande a risposta multipla: è degno di nota che una percentuale piuttosto elevata di intervistati ha selezionato l’opzione “Non riesco a immaginare” per la famiglia (14,9%) o per il lavoro (17,9%).
Per quanto riguarda le prospettive di lavoro, il 71% del campione si immagina con un lavoro stabile e il 31% si vede all’estero. Il 14% degli studenti si immagina in cerca di lavoro o di avere un lavoro precario. Solo l’1,7% degli intervistati si immagina in cerca di lavoro. La differenza di genere nelle risposte non è statisticamente significativa (p = 0,72) e non lo è nemmeno l’associazione con la residenza in città o nell’hinterland (p = 0,25).
Per quanto riguarda la famiglia, poco meno della metà degli intervistati (45,2%) si immagina nel ruolo più tradizionale (sposato/convivente con figli), mentre oltre un terzo (35,4%) degli intervistati che si immaginano con un partner (convivenza o matrimonio) si immaginano anche senza figli. Anche rispetto alla famiglia, la differenza di genere nelle risposte non è statisticamente significativa (p = 0,57).
Essere capaci di immaginarsi all’età di 30 anni in termini di lavoro o famiglia è significativamente associato all’avere speranza per il futuro (p ≪ 0,001). Per quanto riguarda la famiglia, per coloro che hanno poca o nessuna fiducia nel futuro è più probabile che manchi la capacità di immaginarsi, o che ci si immagini single. Al contrario, tra coloro che hanno fiducia è più probabile immaginarsi sposati con figli. Coerentemente, sul fronte del lavoro per coloro che hanno poca o nessuna fiducia nel futuro è più probabile immaginarsi precari o disoccupati. Al contrario, per coloro che hanno fiducia è più probabile immaginarsi con un lavoro stabile in Italia.
La (Tabella ) mostra che una maggiore percezione di un malessere diffuso tra i giovani è significativamente associata a una minore speranza per il futuro (p ≪ 0,001).

L’analisi di regressione logistica rivela che una bassa percezione di malessere giovanile, relazioni positive con i coetanei, una buona salute mentale percepita e l’inclusione di adulti o familiari tra i propri confidenti rendono più probabile avere almeno una certa fiducia nel futuro (Figura). Al contrario, un’elevata percezione di malessere giovanile, la ricerca di un supporto psicologico, l’esclusione di adulti o familiari dai confidenti e l’esperienza di alti livelli di ansia da verifiche scolastiche rendono meno probabile tale fiducia. Un’elevata motivazione verso la scuola aumenta la probabilità di avere almeno una certa fiducia nel futuro tra gli studenti più giovani. Al contrario, una bassa motivazione tra gli studenti a metà del percorso scolastico riduce la probabilità di fiducia nel futuro.

Il modello stimato mostra un buon adattamento ai dati (p = 0,99) e una capacità di discriminazione abbastanza buona (area sotto la curva ROC: 0,7935, 95% CI: 0,7477-0,8393 con il metodo DeLong).
Discussione
Nel nostro campione di convenienza, composto da studenti delle scuole superiori che vivono in un’area dell’Italia caratterizzata da ampie opportunità economiche e culturali e che frequentano istituti orientati alla formazione della futura classe dirigente, circa il 40% degli intervistati ha dichiarato di avere poca o nessuna fiducia nel futuro. È stato ipotizzato che questo sentimento sia tipico dei giovani provenienti da Paesi ad alto reddito, dove l’intrecciarsi tra la riflessione sul proprio futuro e la consapevolezza delle numerose opportunità offerte dalla società anziché risultare rassicurante, influenza negativamente la percezione del futuro14.
L’analisi di regressione mostra che la percezione del disagio giovanile, ampiamente riconosciuta, è un predittore significativo della speranza nel futuro, anche considerando altre covariate rilevanti come la qualità delle relazioni con i coetanei al di fuori della scuola, la presenza di adulti o familiari come figure di riferimento con cui confidarsi in caso di eventi spiacevoli, l’accesso al supporto psicologico e l’ansia legata ai test scolastici.
Le relazioni difficili con i coetanei hanno un impatto significativo sul benessere e sullo sviluppo personale. Uno studio condotto su circa 2.100 bambini di età compresa tra 8 e 15 anni evidenzia che le probabilità di avere un basso benessere mentale diminuiscono all’aumentare delle fonti di supporto disponibili, con un effetto cumulativo. Inoltre, il solo supporto tra pari risulta fornire un beneficio comparabile a quello del supporto combinato degli adulti, sia in ambito familiare che scolastico
15. Nelle relazioni tra pari, le amicizie di qualità superiore contribuiscono direttamente all’aumento dell’autostima e del benessere nei ragazzi, mentre nelle ragazze l’autostima media l’effetto positivo sul benessere16. Un’elevata autostima, infatti, influisce positivamente sulla salute mentale e permette una migliore gestione delle situazioni stressanti17. I programmi orientati alla promozione della salute fisica e alla scelta di uno stile di vita sano dovrebbero, quindi, includere interventi mirati e sensibili alle differenze di genere, volti a rafforzare l’autostima: tali interventi apportano benefici non solo agli individui ma anche alla società nel suo complesso18.
Sebbene non sia raro che gli adolescenti evitino di comunicare agli altri come si sentono19, è sorprendente che il 13% degli intervistati dichiari di non confidarsi con nessuno in caso di eventi spiacevoli. La comunicazione con i coetanei ha un effetto positivo sulle strategie di regolazione funzionale delle emozioni20. Al contrario, la riluttanza a confidarsi con i pari per affrontare il disagio può contribuire a un senso di isolamento e a una minore soddisfazione nelle relazioni tra coetanei. Inoltre, è stato dimostrato che la capacità di confidarsi con i familiari durante l’adolescenza è significativamente associata a un rischio ridotto di disturbi mentali, a una maggiore soddisfazione professionale e a un funzionamento complessivamente più sano in età adulta21. Nel nostro campione, la riluttanza a confidarsi con i familiari è accompagnata da dati che sembrano indicare una certa distanza tra genitori e figli nella vita quotidiana. Solo circa la metà degli studenti (47%) ha dichiarato di trascorrere tempo con i familiari, almeno con una certa frequenza, svolgendo attività insieme (ad esempio, sport, visione di film o serie, gite, viaggi) o discutendo di temi di attualità (54%). Questo dato potrebbe riflettere, almeno in parte, quella carenza educativa in ambito emotivo e affettivo che, trasversalmente a tutti gli strati sociali, sembra caratterizzare la genitorialità di questi anni22. Anche gli adulti esterni alla famiglia possono contribuire al benessere degli adolescenti: il mentoring (che sia un affiancamento educativo, una relazione di guida, un supporto psicoeducativo), infatti, apporta benefici al benessere psicologico, all’autostima, all’autoregolazione, al concetto di sé, agli atteggiamenti positivi verso l’identità etnica e al senso di progettualità dei giovani23-25.
Un numero crescente di studenti in Italia richiede supporto psicologico8. Nel nostro campione, il 27,3% degli intervistati ne ha già usufruito e una quota ancora maggiore (31,1%) esprime il desiderio di accedervi. I partecipanti più giovani, rispetto agli altri, hanno indicato con maggiore frequenza di non sentire la necessità di un supporto psicologico o di considerarlo non adatto a loro. In linea con la letteratura, sono soprattutto le ragazze ad aver cercato un supporto psicologico, sia prima sia durante la pandemia e, allo stesso modo, sono prevalentemente le ragazze a dichiarare l’intenzione di avvalersi di tale supporto (37,6 % vs 21,1 %, p ≪ 0,001).
Nonostante la crescente domanda, il supporto psicologico offerto nelle scuole italiane risulta ancora ampiamente insufficiente: in Italia, infatti, non è ancora presente la figura professionale dello psicologo scolastico. Durante la pandemia sono state introdotte alcune misure temporanee, come il bonus psicologo e un protocollo sperimentale sviluppato in collaborazione con il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, che sono tuttora in vigore ma non sono state rese strutturali. Una maggiore attenzione alla salute mentale già nell’ambiente scolastico, anche attraverso l’introduzione dello psicologo dedicato, è ancora più urgente alla luce di recenti studi che evidenziano come gli adolescenti possano manifestare un aumento dei sintomi psicologici se esposti a coetanei con problemi di salute mentale26. La scuola è coinvolta, assieme a famiglia e servizi sociali e sanitari in maniera coordinata, nelle Linee di indirizzo elaborate dalla Regione Emilia-Romagna per la prevenzione e l’intervento tempestivo in caso di segnali di isolamento sociale; l’intervento tempestivo è previsto in caso di segnali di isolamento sociale, ma c’è la potenzialità di agire anche rispetto ad altri tipi di fragilità, non necessariamente patologiche ma comunque di sofferenza27.
La nostra analisi di regressione evidenzia che anche l’ansia da verifiche scolastiche riduce la probabilità di avere fiducia nel futuro. Questo fenomeno diffuso tra gli studenti può essere associato a problemi di salute mentale e a scarsi risultati accademici28. I nostri dati sono in linea con la letteratura: abbiamo riscontrato un’associazione significativa (p < 0,001) tra l’ansia da esame e la necessità di supporto psicologico. Molta ansia durante i test scolastici è stata riportata dal 60% circa degli studenti che hanno avuto o avrebbero voluto avere accesso al supporto psicologico, rispetto al 39,7% degli studenti non interessati al supporto psicologico. La letteratura di settore evidenzia che l’ansia da esame può essere modulata dalla resilienza psicologica29, una risorsa fondamentale per il benessere individuale. Poiché la resilienza è un fattore modificabile, si possono sviluppare interventi formativi per potenziarla e supportare così gli studenti che sperimentano ansia da esame. Tali interventi potrebbero includere strategie di umorismo orientato alla crescita personale e al rafforzamento delle relazioni, abilità che aiutano a mantenere rapporti sociali positivi e a potenziare i benefici emotivi che ne derivano30. Altri interventi fondamentali attuabili a scuola sono il rafforzamento del supporto sociale, attraverso il rinforzo delle relazioni positive con compagni di classe e insegnanti27,31, l’implementazione di programmi di apprendimento socio-emotivo31,32 e l’introduzione della terapia cognitivo-comportamentale come trattamento efficace per i disturbi d’ansia negli adolescenti33.
Questo studio presenta alcune limitazioni. In primo luogo, l’utilizzo di un questionario completamente ad hoc, che limita le possibilità di confronto con altri studi. Una limitazione specifica del questionario è che non ha previsto domande dirette agli studenti sui loro suggerimenti per migliorare le condizioni dei giovani, al fine di limitare il numero di risposte aperte. In secondo luogo, è stato utilizzato un campione di convenienza, concentrato in una specifica area italiana e composto principalmente da studenti di liceo. Di conseguenza, i risultati dello studio non sono generalizzabili in senso assoluto e in particolare agli adolescenti appartenenti a gruppi ad alto rischio, che spesso si astengono dal partecipare a sondaggi come quello utilizzato in questo studio. In terzo luogo, la natura cross-sectional del sondaggio limita la possibilità di trarre inferenze causali. Il riscontro con la letteratura, tuttavia, rende i risultati piuttosto solidi.
Ringraziamenti
Gli autori desiderano ringraziare tutti gli studenti che hanno partecipato all’indagine e i volontari di “ItaliaAdozioni” APS. Un ringraziamento speciale al Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Lombardia, Dott. Riccardo Bettiga.
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