Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Aprile 2013 - Volume XVI - numero 4
M&B Pagine Elettroniche
I Poster degli specializzandi
Una dermatite migrante
UO Pediatria, Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana
N.
è una bambina di 4 anni che, rientrata da un soggiorno di 2
settimane in Africa (Zanzibar), presenta a livello del dorso del
piede sinistro una lesione papulo-vescicolosa lievemente pruriginosa
(Figura 1) dalla quale, nel corso dei giorni successivi, si estendono
due tratti canalicolari simmetrici (Figura 2).
Figura
1
Figura
2
Data
la persistenza di tali lesioni la bambina viene condotta presso il
nostro ambulatorio. N. è in buone condizioni generali,
apiretica e presenta a livello del dorso del piede sinistro una
lesione di piccole dimensioni, circolare, di aspetto crostoso da cui
originano due tratti vescicolari a contenuto liquido sieroso e ad
andamento lineare che parallelamente si estendono alla porzione
centrale della pianta del piede in assenza di segni di flogosi. Gli
esami ematochimici risultano negativi, ad eccezione di un lieve
incremento degli eosinofili (830/mmc). Dopo due giorni, al nuovo
controllo, le lesioni vescicolari appaiono di maggiori dimensioni e a
contenuto più torbido e sono circondate da un'estesa area
iperemica, lievemente dolente e dolorabile (Figura 3).
Figura
3
Nel
sospetto di una parassitosi cutanea richiediamo una consulenza
dermatologica che conferma il sospetto diagnostico di infestazione da
larva migrans cutanea. Viene quindi intrapresa terapia sistemica con
albendazolo per via orale, alla dose di 400 mg/die per tre giorni,
con successiva riduzione dell'area iperemica e parziale
riassorbimento delle lesioni vescicolari (Figure 4 e 5).
Figura
4

Figura
5
La
larva migrans cutanea è un'infestazione causata dalla
penetrazione e dalla migrazione nella cute di larve di nematodi (nel
98% dei casi Ancylostoma brazilienze e Ancylostoma caninum). L'uomo
rappresenta un ospite occasionale in cui le larve rimangono
localizzate esclusivamente a livello cutaneo dove non penetrano oltre
lo spessore dell'epidermide. Clinicamente si può osservare una
reazione irritativa locale scatenata dal movimento transcutaneo delle
larve e quelle tossico-allergiche dovute alla risposta dell'organismo
agli antigeni liberati dalle larve. La diagnosi è
esclusivamente clinica ed il trattamento di prima scelta è
rappresentato dall'albendazolo per via orale alla dose di 20
mg/kg/die per 3 giorni. Si può inoltre ricorrere a terapia
fisica (crioterapia) e topica (tiabendazolo) per lesioni singole e
meno estese.
tratto
da: Le
Giornate di Medico e Bambino Lecce,
4-5 maggio 2012
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