Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Maggio 1999 - Volume II - numero 5
M&B Pagine Elettroniche
Contributi Originali - Casi contributivi
Invaginazione
intestinale nell'adolescente (Il contributo diagnostico
dell'ecografia)
Servizio
di Radiologia Ospedale di Piove di Sacco, Padova
*Pediatra
di Base
Enteric
Intussusception of the Adolescent (Diagnostic Contribution of
Echography)
The
Case
A very
rare case of adolescent's ileocecal intussusception is described. At
the beginning, very elusive symptoms were present (temperature, mild
abdominal pain), as well as a doubtful objective evidence of a mass
"set" in the right iliac fossa.
The
Problem
The
diagnostic problem was solved by echography, which showed a typical
mass evidence as a 3x2-cm target with an adjacent gland formation
(diam. 1,5 cm).
After an
unsuccessful attempt to separate intussusceptum and intussuscipiens,
the patient underwent surgery.
The
Contribution
This case
is interesting and instructing because of its exceptionality
(ileocecal intussusception is very rare after the first 36 months),
its mild symptoms, its relatively typical objective evidence
(indolent mass) and, last but not least, its clear echographic
images.
Articolo
Il
caso
L.C., di
12 anni meno 1 mese, nata da parto gemellare pluriovulare, crescita
ottima, qualche fatto broncospastico fino a 2 anni. Operata di
strabismo a 5 anni. Saltuariamente, in occasione di flogosi delle
alte vie respiratorie, si apprezzava ancora qualche fatto spastico al
torace che regrediva con la guarigione.
La
bambina è allo stadio 2 di Tanner.
Arriva in
ambulatorio il 19.11.96. Da diversi giorni vi era una epidemia di mal
di pancia e diarrea con o senza febbricola.
L.C. non
veniva in ambulatorio da 8 mesi, si è presentata
spontaneamente accompagnata dalla madre perché aveva tosse
dopo sforzo. Da due giorni aveva febbricola e mal di pancia senza
nausea e diarrea. Alla palpazione dell'addome, fatto più che
altro per routine, nel sospetto della solita virosi, eseguita in
maniera leggera, verso la fossa iliacca dx, si apprezzava un senso di
"impastamento", come di pongo, senza borborigmo, senza
particolare dolore e senza massa ben definita, con presenza di una
reazione di difesa della coscia sull'addome. Fatta alzare e
camminare, alla successiva palpazione si risentiva la stessa
sensazione. Lingua umida, appena impaniata. Faringe roseo.
Viene
comunicato alla madre che al 90% la bambina ha una influenza
intestinale (la signora conferma che in classe c'erano parecchi casi
simili e che non era venuta prima perché pensava ad una
influenza) Era venuta al consulto soprattutto per la tosse. Qualcosa
non convince il Pediatra, che preferisce fare alcuni esami. Essendo
sera, dopo aver preso appuntamento con il Radiologo per una ecografia
addominale-pelvica, la rinvia a casa con richiesta di esame urine,
emocromo, VES. Vista l'ora tarda, non è stato possibile fare
una ecografia urgente per lo studio dell'appendice. Viene prescritta
borsa di ghiaccio, controllo della temperatura e pronta disponibilità
a ulteriori evenienze.
L'indomani
mattina la febbre è scomparsa, l'emocromo e VES risultano
normali e viene eseguita ecografia addomino-pelvica con referto che
dice:
"Utero
e ovaie nei limiti d'età. In fossa iliaca dx si evidenzia, in
sede di ultima ansa ileale e valvola ileo-ciecale, massa con aspetto
"a bersaglio" di 3x2 cm compatibile con invaginazione
ileo-ciecale. Presente in prossimità formazione linfonodale
ingrandita del diametro massimo di 1,5 cm. L'appendice ciecale appare
un po' ingrossata (diametro trasverso di 8 mm) con ecostruttura della
parete conservata" (Fig.1 e 2).
Figura
1

Figura
2

Dopo aver
allertato la Sala Operatoria, eseguiva clisma opaco (che conferma la
diagnosi)(Fig.3), per tentare la riduzione dell'invaginazione,
manovra che purtroppo non riesce. Alle ore 12 viene operata, con
riduzione del segmento invaginato, associato ad appendicectomia. E'
dimessa in 6° giornata perfettamente guarita.
Figura
3

Il
problema
L'invaginazione
intestinale è una delle tante cause di errore diagnostico e di
difficoltà gestionale nell'ambito dell'addome acuto. La sua
frequenza è particolarmente rara in età adolescenziale,
e quasi sempre dovuta, come nel nostro caso, a una massa (qui si
tratta di un linfonodo) che esercita una trazione sull'ansa.
L'invaginazione
intestinale (1) è la prima causa di ostruzione tra il
3° mese e i 6 anni di vita, molto alta sotto i 3 mesi mentre
decresce dopo i 36 mesi . Incidenza di 1 a 4 per 1000 nati vivi.
Rapporto maschio - femmina 4:1. Picco stagionale: Primavera -
Autunno, correlato con infezione da adeno-virus tipo 40/41.
Sempre
secondo Nelson, la patogenesi dell'invaginazione comprende come
fattore iniziale una tumefazione dei linfonodi; gli adeno-virus si
ritrovano nei linfonodi mesenterici in culture di cellule
superficiali intestinali in alta percentuale di casi di bambini con
invaginazione rispetto ai controlli.
Gli
adeno-virus sono stati ritrovati nell'appendice di bambini con
appendicite . Non è chiaro se queste scoperte rappresentino
una eziologia acuta o se siano rappresentazioni di una infezione
intestinale protratta e di lieve entità, analoga a quella
descritta a livello tonsillare. Secondo Scholler (2), su una
casistica di 1141 bambini tra i 2 e i 12 anni che si sono presentati
per una visita non programmata in Ospedale per dolore acuto, è
stato trovato solo 1 caso di invaginazione intestinale.
Anche il
nostro caso, come rilevato dall'autore, mette in evidenza che spesso
le affezioni chirurgiche addominali, come l'appendicite, non sempre
sono accompagnate da sintomi suggestivi (dolore persistente, vomito,
febbre, ecc.).
Si
conferma inoltre, in accordo con la letteratura e in linea di
probabilità (adenomesenterite), che la principale eziologia
dell'invaginazione dell'appendicite sono gli adeno-virus. Su una
adenomesenterite si innesca un'iperperistalsi che porta alla
invaginazione; l'iperperistalsi, frequentissima nei soggetti sotto i
2 anni, è eccezionale in età adolescenziale.
Complicanze
temibili dell'affezione sono l'ischemia, la perforazione intestinale
e la peritonite; la mancanza, nel caso da noi descritto, di un
notevole edema parietale, di liquido libero addominale e di ileo
paralitico, segni prognostici delle complicanze suddette, indicavano
la possibilità di ridurre l'invaginazione con clisma di aria e
bario, evitando l'intervento chirurgico (3).
La
riduzione idrostatica dell'invaginazione viene tentata, di solito,
sotto guida fluoroscopica con mezzo di contrasto iodato e/o aria.
Recentemente, per ridurre l'esposizione alle radiazioni, è
stata consigliata l'esecuzione del clisma terapeutico sotto guida
ecografica, usando una semplice soluzione salina (4).
Con
entrambe le metodiche è comunque consigliabile non superare
una pressione idrostatica di 90 mm/Hg(4).
Se, come
nel caso da noi segnalato, non si assiste con il clisma alla
riduzione dell'invaginazione, si consiglia l'intervento chirurgico
onde evitare perforazioni intestinali.
E'
inoltre consigliabile non eseguire la riduzione se la storia clinica
supera le 48 ore, se la massa invaginata si localizza oltre la
fessura splenica, se il paziente è in gravi condizioni
cliniche e se ha un'età inferiore a 3 mesi.
Il
contributo
Questo
caso appare molto istruttivo per una serie di motivi:
a) si
tratta di un evento non comune (invaginazione ileo-ciecale in
adolescente);
b) è
stato caratterizzato da una positività dell'esame palpatorio
(massa) senza dolorabilità. Di questo tipo è anche il
reperto palpatorio dell'invaginazione ileo-ciecale "classica",
"idropatica" del lattante;
c) è
stato diagnosticato mediante ecografia.
Questo
esame è stato eseguito con una compressione graduata della
sonda ad alta frequenza, in fossa iliaca dx. Questo espediente
consente di ridurre la distanza tra la sonda e il processo patologico
e di depiazzare le strutture intestinali interposte, potenzialmente
responsabili di artefatti e di ridotta visibilità per
l'interposizione di aria.
L'aspetto
ecografico dell'invaginazione è molto caratteristico per la
presenza di anelli concentrici o "a bersaglio" in scansione
trasversale. L'invaginante è ipoecogeno, a causa dell'edema
parietale, mentre l'invaginato è iperecogeno, in quanto
contiene i foglietti mucosi e il contenuto intestinale, liquido o
gassoso, intrappolato tra questi (5).
E' spesso
possibile con l'ecografia distinguere tra una invaginazione
ileo-colica e una ileo-ileo-colica, osservando il numero degli strati
intestinali e degli echi centrali (6). Importante è il
rilievo della comunicazione tra il lume del segmento invaginato e
quello a monte o a valle (7).
Bibliografia
1)
Shandling B, in Nelson: Trattato di Pediatria, p. 1006,
Torino, Minerva Medica, 1993
2)
Scholer SJ, Pituchk, Orr DP, Dittus RS: Prognosi clinica dei bambini
con dolore addominale acuto Pediatrics (vers. it.)8, 472, 1996
3)
Vallone G, Castaldi G, Verrengia D: "Tubo digerente pediatrico"
in Trattato italiano di ecografia, vol 4° di
aggiornamento, p. 126, Poletto, 1996
4)
Rohrschneider WK, Troger Y: Hydrostatical reduction of
intussusception under Us guidance, Pediatr Radiol 25, 530,
1995
5)
Swischuk LE, Hyden CK, Boulden T: Intussusception: indication for
ultrasonography and an explanation of the thoughnut and pseudokdney
signess. Pediatr Radiol 15, 388, 1985
6) Del
Pezzo G, Albillos JC, Tejedor D: Intussusception: US findings with
pathologoic correlation. The crescent-in-Doughnut Sign. Radiology199, 688, 1996.
7)
Weinberg E, Winters W: Intussusception in children: the role of
sonography. Radiology 184, 601, 1992.
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