Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Maggio 2003 - Volume VI - numero 5
Stampa
Commenti
Condividi via mail
- Ridotta incidenza delle malattie invasive da pneumococco in bambino da 3 a 36 mesi, dopo la vaccinazione con vaccino coniugato
L'anticipazione dell'età al menarca si ricollega all'aumentata prevalenza dell'obesità fra le ragazze?
A che età iniziare l'uso del vasino
Epidemiologia dell'insufficienza renale cronica nei bambini in Italia&url=https://www.medicoebambino.com/index.php_&hashtags=Medico e Bambino,Pagine Elettroniche' target='_blank'>Condividi su Twitter
- Ridotta incidenza delle malattie invasive da pneumococco in bambino da 3 a 36 mesi, dopo la vaccinazione con vaccino coniugato
L'anticipazione dell'età al menarca si ricollega all'aumentata prevalenza dell'obesità fra le ragazze?
A che età iniziare l'uso del vasino
Epidemiologia dell'insufficienza renale cronica nei bambini in Italia class='share-popup' target='_blank'>Condividi su Facebook
-
Scarica in formato PDF
Maggio 2003 - Volume VI - numero 5
M&B Pagine Elettroniche
Avanzi
Novità,
riflessioni, contributi e proposte,
L'Accademia
Americana di Pediatria (Gartner L.M. et al., Pediatrics 2003,
111:908-10) ha emanato nuove raccomandazioni per l'apporto di
vitamina D per la prevenzione del rachitismo. Al posto delle 400
UI/die, raccomandate nel passato, le nuove linee guida per i lattanti
prevedono la somministrazione di almeno 200 UI/die di vitamina D,
necessarie per prevenire i segni clinici del rachitismo e per
mantenere il livello sierico di 25-idrossi-vitamina D a 27,5 nmol/L
(11 ng/L) o più. Anche per i bambini di età superiore
all'anno e per gli adolescenti l'Accademia Nazionale delle
Scienze degli USA ha stabilito lo stesso dosaggio. Ovviamente
l'esposizione alla luce del sole fornisce nei bambini e negli
adolescenti un ulteriore apporto di vitamina D, anche se dermatologi
ed esperti del cancro consigliano cautela nell'esposizione alla
luce del sole, specialmente nell'infanzia: ovviamente le creme
protettrici riducono di molte volte la produzione di vitamina D da
parte della cute. Gli allattati al seno che non ricevono i
supplementi di vitamina D o che non sono adeguatamente esposti alla
luce del sole sono ad aumentato rischio di sviluppare rachitismo da
deficienza di vitamina D. Il latte materno contiene solo 25 UI/L di
questa vitamina, o anche meno, per cui non si può pensare che
esso ne rappresenti l'unica fonte per il lattante dei primi mesi.
Poiché non v'è alcuna certezza sull'esposizione al
sole, sembra prudente raccomandare che tutti gli allattati al seno
ricevano un supplemento di vitamina D, iniziando dai primi mesi di
vita. La gran parte dei latti in polvere contiene una concentrazione
minima di 400 UI/litro e si può evincere che, se un bambino
prende almeno 500 mL dì latte formulato al giorno, viene a
ricevere la dose di 200 UI di vitamina D, più sopra
raccomandata. Se il bambino riceve meno di 500 mL di latte formulato,
deve essere aggiunto un supplemento di vitamina D, come preparato
multivitaminico.
Da tutto
questo ne consegue, da un punto di vista pratico, che la prescrizione
di gocce di un preparato multivitaminico (con 1.000 UI/vitamina D
-colecalciferolo- ogni 24 gocce), se aderiamo alle linee guida della
Accademia Americana di Pediatria, deve essere di 5 gocce, invece
delle 10, come abbiamo fatto fino ad oggi.
Le linee
guida di altri Paesi (Cina, Norvegia) sono pure in accordo con questo
studio.
Trattamento
dell'intossicazione da vitamina D con bifosfonati
Il
trattamento dell'ipercalcemia da intossicazione da vitamina D
prevede la somministrazione di liquidi per EV, diuretici,
glicocorticoidi e calcitonina. Per l'esperienza accumulata nel
trattamento dell'ipercalcemia dell'adulto con bifosfonati, è
stato usato questo farmaco per il trattamento in un bambino di 3 mesi
che aveva ricevuto 300.000 UI di vitamina D al giorno per 4 giorni,
fino alla comparsa della sintomatologia caratteristica (perdita
dell'appetito, sete intensa, letargia, stipsi marcata). L'impiego
di 10 mg inizialmente e poi di 5 mg di alendronato al giorno (per 18
giorni) ha ridotto gradualmente la calcemia fino a ricondurla ai
livelli normali. A distanza di sei mesi il bambino era in buone
condizioni con un livello calcico normale.
Ridotta
incidenza delle malattie invasive da pneumococco in bambino da 3 a 36
mesi, dopo la vaccinazione con vaccino coniugato
Per
valutare le conseguenze del vaccino eptavalente coniugato contro lo
pneumococco (approvato negli USA nel febbraio 2000) è stata
fatta condotta un'indagine epidemiologica fra i bambini con
malattia invasiva da pneumococco, ricoverati nell'ospedale di
Pittsburg (Lin P.L. et al., Pediatrics 2003,
111:896-9). I casi di malattia invasiva in bambini da 3 a 36
mesi scesero da 57 nel 1997-8 (anni prima della vaccinazione) a 9 nel
2001-2; i batteri che dettero le forme invasive nel 2002 non erano
del tipo presente nel vaccino e quindi non potevano essere prevenuti
con uso del vaccino eptavalente. All'uso del vaccino si è
associata una significativa riduzione dello stato di portatore
naso-faringeo per i tipi presenti nel vaccino. Alla diminuzione delle
forme invasive si è associata una riduzione nell'incidenza
delle infezioni da pneumococchi antibiotico-resistenti. Gli autori
sottolineano la necessità di una continua sorveglianza, per
identificare tempestivamente un'eventuale prevalenza di tipi
diversi da quelli contenuti nel vaccino, responsabili di malattie
invasive del bambino.
L'anticipazione
dell'età al menarca si ricollega all'aumentata prevalenza
dell'obesità fra le ragazze?
E'
stato rilevato che fra gli anni 1963-70 e gli anni 1988-94 si è
avuta un'anticipazione del menarca di due mesi e mezzo. Poiché
nelle stesso intervallo di tempo l'indice di massa corporea nelle
ragazze da 10 a 15 anni, è passato dal 16% al 27%, alcuni
ricercatori (Anderson S.E. et al., Pediatrics 2003, 111:844-50)
ritengono che il fenomeno dell'anticipazione del menarca possa
essere collegato all'aumento nell'incidenza del sovrappeso e
dell'obesità fra le ragazze degli Stati Uniti.
L'età
alla quale è consigliabile iniziare l'uso del vasino è
incerta: alcuni consigliano di iniziare già al compimento del
secondo anno di età, altri preferiscono aspettare i 3 anni. In
un vasto studio prospettico è stato visto che è vero
che l'inizio più precoce della abitudine al vasino si
accompagna spesso all'acquisizione dell'uso costante del vasino,
ma è stato anche visto che tentativi iniziati intorno ai due
anni di età richiedono un periodo più lungo di
istruzione (Blum N.J. et al., Pediatrics 2003, 111:810-4). Gli autori
concludono che l'età di 27 mesi (cioè due anni e 3
mesi) è la migliore per iniziare l'esercitazione all'uso
del vasino e quella che richiede un tempo più breve per
raggiungere una completa educazione.
Epidemiologia
dell'insufficienza renale cronica nei bambini in Italia
Autori
italiani (Ardissimo G. et al., Pediatrics 2002,
111:e382-7), sulla base di un registro riguardante una
popolazione totale di 16,8 milioni di bambini, hanno rilevato che
l'incidenza media dell'insufficienza renale cronica (<75
mL/min/1,73m2 in predialisi), in soggetti al di sotto dei 20 anni, è
di 12,1 casi per milione (da 8,8 a 13,9). L'età media al
momento della registrazione è di 6,9 ± 5,4 anni, mentre
la media della creatinina clearance è di 41,7 ± 20,5
mL/min/1,73m2. Le cause principali che hanno condotto
all'insufficienza renale cronica sono state le malformazioni delle
vie urinarie (53,6%) e l'isodisplasia isolata (13,9%), mentre le
malattie glomerulari sono solo il 6,8%. Il 23,6% dei pazienti
registrati aveva almeno una malattia grave associata alle alterazioni
urologiche. Una caduta della funzionalità renale avviene alla
pubertà o nell'immediata postpubertà, per cui il 70%
dei soggetti presenta un'insufficienza renale terminale entro l'età
dei 20 anni.
Vuoi citare questo contributo?