Ottobre 2025 - Volume XLIV - numero 8
Linee guida
Indirizzo per corrispondenza: ardissino@centroseu.org
Key words: Shiga toxin-producing Escherichia coli, Haemolyic uremic syndrome, Consensus
Haemolytic uremic syndrome (HUS) associated with Shiga toxin-producing Escherichia coli (STEC) infection is a major individual and public health challenge and is the leading cause of acute kidney injury in children. In Western countries, HUS complicates about 15% of STEC infections, which usually present with acute bloody diarrhoea (ABD). At least 6-7% of cases of ABD in children (rising to 15-20% during summer) are caused by STEC. The widespread use of molecular microbiology techniques enables the diagnosis of STEC infection before HUS onset in an increasing number of patients and generates a window of preventive and/or therapeutic opportunities. Given the rapid progression of the disease, all children with ABD should be tested as early as possible for Shiga toxin (Stx) encoding genes. Stx-positive patients should then be closely monitored for HUS development by urine dipstick for the development of haemoglobinuria. This proactive diagnostic approach allows the application of measures aimed to prevent or mitigate the severity of HUS among which stands the early and generous fluid administration. Moreover, although antibiotics are not recommended in STEC infections, recent data suggest a promising potential preventive role for bacteriostatic agents (e.g. azithromycin), if administered early during the infection. The aim of the present contribution is to share the approach to ABD and STEC infection as endorsed by the scientific societies actively engaged in this area (AMCLI, SIGENP, SIMEUP, SIN, SIP, SIPPS, SITIP). The goal is to promote the early diagnosis of STEC infection by molecular microbiology of ABDs nationwide, thereby improving the understanding of the mechanisms of disease spreading and hopefully reducing the incidence of HUS and its case fatality rate as well as improving both short- and long-term outcomes.
La sindrome emolitica uremica (SEU) secondaria a Escherichia coli Shiga tossino-produttori (STEC) rimane un importante problema clinico, individuale e di sanità pubblica essendo tra le principali cause di insufficienza renale acuta in bambini precedentemente sani. Nei Paesi occidentali la SEU complica circa il 15% delle infezioni da STEC e si presenta abitualmente con una fase prodromica caratterizzata da diarrea acuta con sangue (DEA). Almeno 6-7% delle DEA dei bambini sono causate da STEC e questa percentuale sale fino al 20% durante i mesi di luglio, agosto e settembre. L’impiego sempre più diffuso di tecniche diagnostiche di microbiologiche basate sulla biologia molecolare consente oggi di identificare l’infezione da STEC prima che diventi SEU. Questa anticipazione della diagnosi genera una finestra di potenziali opportunità preventive e/o terapeutiche nei confronti della SEU. In considerazione della gravità e rapidità di progressione della SEU, tutti i pazienti con DEA dovrebbero essere sottoposti, urgentemente, a test per la ricerca dei geni codificanti le Shiga toxin (Stx). I pazienti positivi per Stx dovrebbero essere monitorati attentamente per la possibilità di sviluppo di SEU mediante lo stick urine per emoglobinuria fino a guarigione della diarrea. Questo approccio proactivo alla diagnosi di infezione da STEC in pazienti con DEA, consente di mettere in atto misure potenzialmente utili a prevenire la SEU o a ridurre la sua gravità. Tra queste misure vi è la precoce e generosa somministrazione di fluidi per contrastare la disidratazione e indurre una lieve espansione di volume. Inoltre, sebbene gli antibiotici siano tradizionalmente ritenuti controindicati nelle infezioni da STEC, recenti studi evidenziano che gli agenti che non inducono lisi batterica (ad es. azitromcina) potrebbero avere una valenza preventiva nei confronti dello sviluppo della SEU e terapeutica in chi l’ha sviluppata. Lo scopo del presente contributo è di condividere l’approccio clinico alla DEA e alle infezioni da STEC con un coinvolgimento di tutte le società scientifiche rilevanti per il contesto (AMCLI, SIGENP, SIMEUP, SIN, SIP, SIPPS, SITIP). L’obiettivo è quello di promuovere la diagnosi precoce dell’infezione da STEC attraverso lo screening di tutte le DEA con la biologia molecolare. Confidiamo che questo approccio possa aumentare la comprensione dei meccanismi di trasmissione dell’infezione da STEC riducendo, in ultimo, l’incidenza della SEU, la sua letalità e migliorandone l’outcome a breve e lungo termine.
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