Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Marzo 2012 - Volume XV - numero 3
M&B Pagine Elettroniche
Pediatria per immagini
Macchie
Blu
1Pediatra di famiglia, Salice Salentino (Lecce)
2Clinica
Pediatrica, Istituto per l'Infanzia, IRCCS Pediatrico “Burlo
Garofolo”, Trieste
Indirizzo
per corrispondenza: rcavallo58@gmail.com



La
diagnosi è di macchie mongoliche, di cui una a localizzazione
atipica.
Le
macchie mongoliche sono aree piane iperpigmentate, di colorito
bluastro, la cui sede tipica è quella lombo sacrale (melanocitosi
dermica congenita in regione lombo sacrale). Sono presenti alla
nascita (congenite) e si riscontrano in tutte le razze, anche se la
frequenza maggiore è nella razza nera, in cui l'incidenza è così
elevata da raggiungere oltre l'80% nei neonati. Seguono gli asiatici
e gli indiani, da ultimi i caucasici (meno del 10% dei neonati). Si
chiamo “mongoliche” quindi, non perché siano più comuni negli
asiatici, ma perché sono più visibili sulla pelle gialla, dove il
contrasto di colore è più marcato rispetto alla pelle nera.
Siamo
comunque nell'ambito di lesioni molto comuni per il pediatra di
famiglia, che si presentano come macchie cutanee blu o grigio
ardesia, a margini definiti, con estensione molto variabile,
tipicamente localizzate in area lombo-sacrale e sulle natiche, ma
anche sulla schiena, sulle spalle e sul lato posteriore di cosce e
gambe. Le dimensioni possono appunto essere molto variabili, ed
esiste la possibilità di chiazze multiple. Al di fuori delle sedi
nominate, le macchie mongoliche possono in realtà interessare
qualsiasi distretto della cute, compresi sedi acrali (mani, piedi),
arti superiori e volto (molto raramente). Se disposte in sedi
atipiche vengono definite macchie mongoliche “aberranti” e
possono essere isolate o associate a macchie mongoliche in sede
tipica, come nel nostro caso (vedi Tabella I).

Tabella
I. Localizzazioni possibili delle macchie mongoliche e loro
frequenza secondo la letteratura (da voce bibliografica 1).
Il
caratteristico colore è dovuto a una melanocitosi mediodermica, cioè
alla collocazione dermica di melanociti fusiformi che non riescono a
raggiungere l'epidermide nella loro migrazione partita dalla cresta
neurale. Nei primi 2 anni di vita la gran parte delle macchie
mongoliche sparisce; raramente la scomparsa è più tardiva, verso i
7-10 anni. La regressione deriva in realtà dal progressivo
“scurimento”
della cute sovrastante, che si realizza con il tempo e che quindi
maschera le lesioni.
Non c'è
rischio di degenerazione maligna.
Bibliografia
consigliata
- Taniasyri K, Kono T, Groff WF, et al. Mongolian spots with involvement of mandibular area. J Dermatol 2007;34:381-4.
- Lee S, Kim DH, Lee G, et al. An unusual case of congenital dermal melanocytosis. J Dermatol 2010;22:460-2.
- Cordova A. The Mongolian spot: a study of ethnic differences and a literature review. Clin Pediatr (Phila) 1981;20:714-9.
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