Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
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Caso contributivo
Bradicardia neonatale da mutazione del gene KCNQ1: revisione della letteratura della sindrome del QT lungo congenita
1Scuola di Specializzazione in Pediatria, “Alma Mater Studiorum” Università di Bologna
2UO Terapia Intensiva Neonatale, Ospedale degli Infermi, Rimini
Indirizzo per corrispondenza: ian.valencic@studio.unibo.it
Neonatal Bradycardia due to mutation of the KCNQ1 gene: literature review of congenital long QT Syndrome
Key words: LQTS, QT Syndrome, KCNQ1, SIDS, Beta-blockers
Congenital Long QT Syndromes (LQTS) are a heterogeneous group of channelopathies that cause an alteration in the repolarization phase, leading to a prolonged QT interval on the electrocardiogram. This condition provides the substrate for the development of malignant cardiac arrhythmias, such as bradycardia, atrioventricular block and polymorphic ventricular tachycardia with torsades de pointes. Starting from the analysis of a case involving a newborn with hemodynamically stable bradycardia on the first day of life, a literature review was conducted on the management of type 1 Long QT Syndrome, with a focus on cases involving carriers of the proband’s pathogenic variant, to identify best clinical practice actions for the diagnosis and treatment of neonatal-onset, particularly on those cases caused by the rare pathogenic variant c.1017_1019delCTT (p.Phe340del) in exon 7 of the KCNQ1 gene. Neonatal bradycardia is a nonspecific clinical sign that may be the first manifestation of Long QT Syndrome, a pathological substrate with a high risk of SIDS in the first year of life. The persistence of a prolonged QT interval (≥470 ms) after 3-4 weeks of life indicates the need to start beta-blocker therapy, even before confirmation by genetic testing. The patient’s c.1017_1019delCTT (p.Phe340del) variant, located in exon 7 of the KCNQ1 gene, which codes for the second half of the pore of the voltage-gated Kv7.1 channel, results in a haploinsufficiency effect on the membrane protein and confirms the diagnosis of familial type 1 Long QT Syndrome. Given that no arrhythmic events occurred during the lives of family members carrying the same proband mutation, even before beta-blocker therapy was initiated, one might speculate on the benign nature of the detected mutation. However, given the involvement of the transmembrane portion of the Kv7.1 voltage-gated channel, the authors strongly recommend maintaining therapy and continuing periodic cardiological follow-up.
Le sindromi congenite del QT lungo (Long QT Syndromes, LQTS) sono un gruppo eterogeneo di canalopatie che causano un’alterazione della fase di ripolarizzazione con allungamento del tratto QT all’elettrocardiogramma, che rappresenta il substrato per lo sviluppo di aritmie cardiache maligne quali bradicardia, blocco atrioventricolare (BAV) e tachicardie ventricolari polimorfe con torsione di punta. A partire dall’analisi di un caso di un neonato con bradicardia emodinamicamente stabile in prima giornata di vita, è stata effettuata una revisione della letteratura inerente al management della sindrome del QT lungo di tipo 1, con approfondimento della casistica dei soggetti portatori della variante patogenetica del probando, e si è cercato di individuare azioni di buona pratica clinica per la diagnosi e il trattamento di forme a esordio neonatale, in particolare determinate dalla rara variante patogenetica c.1017_1019delCTT (p.Phe340del) nell'esone 7 del gene KCNQ1. La bradicardia neonatale è un segno clinico aspecifico che può rappresentare la prima manifestazione della sindrome del QT lungo, un substrato patologico a elevato rischio di SIDS (Sudden Infant Death Syndrome) nel primo anno di vita. La persistenza di un QT allungato (≥ 470 ms) a distanza di 3-4 settimane di vita risulta essere un’indicazione all’avvio della terapia con beta-bloccante, ancor prima della conferma agli esami genetici. La variante c.1017_1019delCTT (p.Phe340del) localizzata nell'esone 7 del gene KCNQ1, codificante la seconda metà del poro del canale voltaggio-dipendente Kv7.1, determina un effetto d’aploinsufficienza della proteina di membrana e conferma la diagnosi di sindrome del QT lungo tipo 1 a trasmissione familiare. In considerazione del fatto che non si sono verificati eventi aritmici nel corso della vita dei familiari portatori della medesima mutazione del probando, anche prima dell’inizio della terapia con beta-bloccante, si potrebbe speculare sulla natura benigna della mutazione riscontrata, tuttavia, dato l’interessamento della porzione transmembrana del canale voltaggio-dipendente Kv7.1, secondo gli Autori si conferma la robusta raccomandazione al mantenimento della terapia e al proseguimento di un follow-up cardiologico periodico.
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