Settembre 2025 - Volume XLIV - numero 7

Medico e Bambino


Casi contributivi

Un’epifisiolisi misconosciuta

Martina Ranieri1, Valentina Discepolo2, Maria Alessio2, Marina Russo2

1Scuola di Specializzazione in Pediatria, Università Federico II” di Napoli “
2SC di Pediatria, AOU “Federico II”, Napoli

Indirizzo per corrispondenza: dott.ssamartinaranieri@gmail.com

A downplayed femoral epiphysis

Key words: Slipped capital femoral epiphysis

A 15-year-and-7-month-old boy with obesity and delayed pubertal development presents with pain and stiffness in his left hip and knee, to the point of being unable to walk. The symptoms, which began some months earlier as mild knee pain, worsened without any trauma and were initially suspected to be functional or inflammatory. Clinical and instrumental tests (X-rays, lumbar MRI, blood work) were negative. A CT scan of the lower limb ultimately revealed a slipped capital femoral epiphysis (SCFE) of the left proximal femur. The patient underwent surgical intervention (modified Dunn procedure) and started physiotherapy. SCFE is common in obese adolescent males and may be mistaken for other conditions, leading to delayed diagnosis. This case highlights how subtle clinical signs and negative test results may be misleading and emphasises the importance of considering the overall clinical picture. Earlier intervention might have prevented pain and complications.

Un ragazzo di 15 anni e 7 mesi con obesità e sviluppo puberale ritardato si presenta con dolore e rigidità all’anca e ginocchio sinistri, tanto da non riuscire a deambulare. I sintomi, iniziati mesi prima con una lieve gonalgia, sono peggiorati in assenza di traumi, inizialmente sospettati come funzionali o infiammatori. Gli esami clinici e strumentali (Rx, RM lombare, esami ematochimici) risultano negativi. Una TC dell’arto inferiore rivela infine un’epifisiolisi del femore prossimale sinistro. Il paziente viene sottoposto a intervento chirurgico (procedura di Dunn modificata) e avvia fisioterapia. L’epifisiolisi è frequente in maschi adolescenti obesi e può essere confusa con altre patologie, ritardando la diagnosi. Il caso evidenzia come fattori clinici sfumati e test negativi possano fuorviare, sottolineando l’importanza di considerare il quadro complessivo. Un intervento più tempestivo avrebbe potuto evitare sofferenza e complicazioni.

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