Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Aprile 2012 - Volume XV - numero 4
M&B Pagine Elettroniche
Casi indimenticabili
Toccature
1Scuola
di Specializzazione in Pediatria, Università di Padova
2US
di Dermatologia Pediatrica , Ospedale dell'Angelo Mestre
Z.N.
è un lattante di tre mesi di nazionalità bengalese. Si presenta
presso il nostro pronto soccorso un pomeriggio di primavera per
una ustione piuttosto importante al dorso della mano destra
(Figura 1).
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E'
accompagnato, come spessissimo avviene, da una giovane madre
preoccupatissima, ma che non riesce (in italiano) a spiegare
l'accaduto. A gesti, fa vedere come il bambino abbia mosso il
braccio ma... non si capisce molto di più.
Una
ustione accidentale a quell'età non è certo frequente: a tre
mesi infatti deve ancora cominciare lo svezzamento e non è
quindi ipotizzabile che si tratti semplicemente del (comune)
rovesciamento di piatto con pappa ancora calda. Inoltre, a
quell'età, le potenzialità motorie sono così limitate che
gli incidenti “termici” sono veramente rari.
Nel
dubbio, dunque, il bambino viene allora spogliato e visitato in
modo accurato per escludere eventuali segni di pregresso o
attuale maltrattamento. Alla visita ZN si presenta però in
ottime condizioni generali: non ci sono segni di malnutrizione, è
pulito e non ci sono ecchimosi o altri segni sospetti.
Un
segno “inquietante” viene comunque riscontrato (e riferito)
dalla specializzanda che ha preso in carico il bambino: alla
regione periombelicale si evidenzia un'area nerastra con
margini non ben definiti, di origine chiaramente esogena (Figura
2).
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Due
lesioni sospette fanno un indizio (di abuso)? Fortunatamente,
l'aspetto è quello ben noto a tutti i pediatri che si
cimentano con la terapia del granuloma ombelicale: si tratta di
una ustione chimica da nitrato d'argento1,2.
Nessuna
relazione “causa-effetto” allora tra le due lesioni? Nessun
maltrattamento?
Nell'attesa
di capire, si procede ai provvedimenti necessari che sono
nell'ordine:
In
questo caso la reperibilità si dimostra in effetti teorica,
perché il padre, di professione “aiuto cucina”, è
evidentemente in orario di massimo impegno lavorativo e non
risponde.
Nell'attesa
di un chiarimento, con una versione plausibile dei fatti che ci
permetta di escludere un eventuale maltrattamento e procedere
alla dimissione, la madre comincia a darsi un gran daffare
muovendo linearmente la mano a pugno in orizzontale, ma senza che
nessuno riesca però a interpretare in modo verosimile il
linguaggio (in altri casi) universale dei segni.
L'arrivo
del padre in ospedale del padre, evidentemente avvertito da
qualcuno, rende alla fine chiara la (incredibile) meccanica
dell'incidente.
I
fatti erano questi
Cosa
insegna questo caso “indimenticabile”?
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