Recensioni

La società della pseudoscienza
Orientarsi tra buone e cattive spiegazioni


autore: Giuseppe Tipaldo
Editore: Il Mulino, 2018, €22, 152 pagine

La più colossale e memorabile fake new della storia appartiene al mito ed è simboleggiata dal cavallo di Troia. La bufala era la notizia che gli Achei si erano ritirati dall’assedio della città ed i Troiani fatalmente ci cascarono. La fake new più enorme dei tempi moderni è stata messa in scena alla riunione del consiglio di sicurezza dell’ONU il 5 febbraio 2003, protagonista Colin Powell, segretario di Stato americano, deciso a dimostrare con assoluta certezza, con tanto di foto satellitari, grafici e provette, che l’Iraq di sadam Hussein era in possesso di armi di distruzione di massa, chimiche e batteriologiche. Ci vollero anni ed una guerra per capire che non era vero. Ai Troiani bastò una sola notte… Ma parlando di pseudoscienze, tema del libro, cosa dire dei terrapiattisti?
Giuseppe Tipaldo, sociologo dell’Università di Torino, studia il fenomeno delle pseudoscienze: quali meccanismi sociali presiedono alla formazione di reazioni allarmate verso gli inceneritori, la Tav in Val di Susa o il Tap in Salento, oppure verso l’olio di palma e le carni rosse? Come vengono promossi comportamenti antiadattivi, che portano molti a rifiutare i vaccini o la chemioterapia e, al contempo, a dare credito a cure alternative prive di supporto scientifico? Dal caso Bonifacio al metodo Di Bella o a quello Stamina, una parte dell’opinione pubblica italiana, istigata da alcuni media e opinion leader a interagire con tutti su qualunque argomento e alla pari, non cessa di subire il fascino delle spiegazioni pseudoscientifiche.
Negli ultimi anni, i social media e il web 2.0 hanno scompaginato il nostro modo di pensare ed agire, senza che scienza, politica, media e società creassero degli anticorpi a tutto questo, un valido contrappeso critico e culturale necessari per arginare questa adesione acritica che corre sul web e che ci sta travolgendo.
Tipaldo pone uno sguardo lucido sui motivi e le dinamiche che alimentano tali cortocircuiti e insieme ci dà una ottima guida per discernere tra buone e cattive spiegazioni.
Interessate una delle conclusioni cui giunge Tipaldo: c’è un “canovaccio” comune a tutti i conflitti pseudoscientifici, molto simile a quello delle favole: i giudici che entrano a gamba tesa per far ottenere la cura alle famiglie, un magistrato che scoperchia retroscena inquietanti, la comunità scientifica che avanza fondatissimi dubbi, le autorità sanitarie che prima resistono e poi cedono…il protagonista-eroe ovvero lo pseudoscienziato, gli aiutanti (la magistratura amministrativa ovvero il TAR del Lazio e i media), la principessa (il popolo bue), gli oppositori (gli esperti e i decisori politici) e la lotta senza quartiere delle due fazioni. Fortunatamente i conflitti in campo pseudoscientifico che riguardano la medicina hanno sempre un finale che prevede la sconfitta dello pseudo-eroe e quindi forse basta aver pazienza, ma la sua sconfitta non è a costo zero, almeno per il paziente, per la sua famiglia e per la scienza che viene inchiodata da media ed opinione pubblica al ruolo di nemico pubblico numero uno, insieme alla politica.

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