IMMAGINARIO BIOMEDICO
Mosaico da un viaggio
Titolo e sottotitolo di questa raccolta richiedono forse qualche riga di spiegazione.
Il titolo riprende il nome del museo della scienza per il quale lavoro da quando non era
ancora un museo: l’Immaginario Scientifico. Imaginaire Scientifique è stato innazitutto il nome
della mostra temporanea inaugurata nel maggio 1986 alla Villette nell’ambito di Trouver
Trieste, una rassegna che presentava al pubblico parigino diversi aspetti della città di
Trieste. Scopo della nostra mostra era illustrare la “vocazione” con cui da ex-porto austroungarico
la città si è reinventata come centro internazionale del sapere scientifico. L’idea
di raccontare la scienza attraverso le immagini prodotte dagli scienziati portò alla creazione
dell’ossimoro contenuto nel titolo, che coniuga scienza e immaginazione, cioè la ricerca
dell’oggettività scientifica con l’atteggiamento mentale opposto a quello che dovrebbe
essere proprio del ricercatore. In realtà, questo paradosso è stato tra gli ingredienti del successo
della mostra, perché, come spesso accade, si avvicina parecchio alla realtà, in quanto
gli scienziati, sia nel loro lavoro di ricerca, sia soprattutto per raccontare agli altri quello
che stanno facendo, fanno un larghissimo uso di immagini. Difatti, in pochi mesi di ricerche,
nonostante fossimo appena all’inizio dell’era della moltiplicazione digitale delle
immagini, abbiamo raccolto materiale sufficiente per diversi video e alcuni, seppur rudimentali,
ipertesti. Tanto che spiegavamo la parola immaginario anche nel senso di “collezione
di immagini”, come l’erbario o il bestiario lo sono di erbe secche o di figure di bestie.
Analogamente, anche immaginario biomedico può semplicemente significare quello che
questo libro di fatto è: una collezione immagini su alcune delle principali tecniche utilizzate
in medicina e in biologia. Ma ciò non esclude che cerchi anche di parlare anche del ruolo
che le immagini e l’immaginazione giocano nella scienza naturale e in quella medica.
Per spiegare il sottotitolo dirò soltanto che la metafora del viaggio viene direttamente dall’origine
del libro, che raccoglie, rispettandone l’ordine cronologico, le pagine pubblicate
dal febbraio 2002 all’aprile 2007 nella rubrica di Medico e Bambino che tuttora curo (per conto
dell’Immaginario Scientifico) e che si chiama Cartoline dalla scienza. In questi anni,
quasi ogni mese, ho pubblicato delle specie di cartoline: immagini scientifiche di soggetto
biomedico, che ho scelto soprattutto in base a quello che raccontavano e che di loro potevo
raccontare. Per sceglierle e per raccontarle non mi sono spostato da Trieste e neanche dalla mia posizione di turista della scienza, ma ho certamente imparato qualcosa. Le Cartoline
sono davvero il reportage di una specie di viaggio di istruzione in un territorio non
proprio vergine ma neanche tanto esplorato, perché gli scienziati e anche i divulgatori usano
molto le immagini, ma tendono a non parlare tanto di come vengono fatte.
Confesso di essermi comportato da turista anche nel senso deteriore del termine, andando
in giro a cercare “cartoline” da mandare ai miei lettori, piuttosto che fare realmente
attenzione ai luoghi che attraversavo. Ma spero che comunque le varie informazioni
che ho raccolto qua e là e che ho condiviso lungo il percorso possano aver trasmesso almeno
un’idea della vastità del panorama di tecniche con cui vengono prodotte le immagini
usate nella diagnostica, nella didattica e, in generale, nella produzione e nella comunicazione
delle conoscenze visive in medicina e in biologia; spero soprattutto che queste informazioni
possano servire ad acquistare una maggiore coscienza del fatto che si tratta di
immagini, opera dell’uomo e dei suoi strumenti.
indice
pubblicazioni
Di: Ettore Panizon
Collana diretta da: Franco Panizon
Redazione: Lori Olivieri, Alessandra Perco
Edizioni di: Medico e Bambino, Via S. Caterina
3, 34122 Trieste
Prezzo di copertina: 20,00 euro
Indice
Prefazione
Acquista ora