Segnaliamo

La gestione delle convulsioni febbrili: attitudini di comportamentodegli operatori sanitari
Report finale - luglio 2010

a cura di:
Associazione Culturale Pediatri (ACP)
Società Italiana di Scienze Infermieristiche Pediatriche (SISIP)
Clinica Pediatrica, IRCCS Burlo Garofolo, Trieste


Abstract

Razionale: Le Linee Guida pubblicate recentemente in letteratura suggeriscono in modo chiaro e con alti livelli di evidenza alcuni aspetti di conoscenza e di gestione delle Convulsioni febbrili (CF), con particolare riferimento alla loro incidenza e ricorrenza, all’utilizzo dei clismi di diazepam in corso di crisi di CF, alla inefficacia dei farmaci antipiretici nel prevenire la ricorrenza delle CF ed al ricorso o meno all’esame elettroencefalografico (EEG). La forza delle evidenze disponibili suggerisce l’opportunità di verificare lo stato attuale delle conoscenze e dei comportamenti da parte del personale sanitario in merito alle CF e le eventuali difformità su cui agire tramite apposite campagne di informazione rivolte a medici e infermieri.

Materiali e metodi: È stato utilizzato un questionario compilato da specializzandi in pediatria (SP), pediatri di libera scelta (PLS), pediatri ospedalieri (PO) e infermieri pediatrici o di area pediatrica (IP). La risposta al questionario era su base volontaria. Partendo da uno scenario clinico (bambina di 1 anno e mezzo con primo episodio di CF semplice) il questionario richiedeva le informazioni riguardanti: a) l’incidenza delle CF nei bambini tra 6 m e 5 aa; b) la probabilità di avere un II episodio; c) l’efficacia degli antipiretici sulla prevenzione delle CF; d) la tempistica sull’utilizzo del diazepam endorettale nelle crisi successive; d) l’opportunità di eseguire un EEG.

Risultati: Hanno risposto al questionario 1025 operatori sanitari, di cui 162 PO, 604 PLS, 92 SP, 167 IP. L’incidenza delle CF, pari al 3-5%, è stata indicata correttamente dal 64% degli operatori (41% per gli IP; 71% per i PLS); la probabilità di ricorrenza di un nuovo episodio di CF, stimata al 20-30%, è stata indicata correttamente dal 58% degli operatori (47% per gli IP, 64% per gli SP). Il 75% ha indicato in modo appropriato che non vi è dimostrazione che l’antipiretico, anche se somministrato in modo sistematico in corso di febbre, riduca la ricorrenza della CF. Sempre il 75% degli operatori (82% per gli SP, 72% per i PO) ritiene, in modo appropriato, che il diazepam endorettale vada utilizzato se il bambino presenta una crisi che dura più di 1-2 minuti. In merito alla opportunità, di fronte ad una CF semplice, di non eseguire l’EEG, l’81% riporta correttamente questa raccomandazione (93% per gli SP, 76% per gli IP). Complessivamente solo il 45% degli operatori ha fornito una risposta corretta a tutti e cinque i quesiti formulati.

Conclusioni: la conoscenza da parte dei medici e del personale infermieristico delle evidenze in merito alla valutazione di un bambino con CF rappresenta il primo passo per una corretta gestione e per una adeguata informazione dei genitori. I risultati dello studio evidenziano un discreto livello di conoscenza degli operatori sanitari, anche se con una differenza tra le categorie professionali. Si rendono pertanto necessarie campagne di informazione e formazione sulla gestione del bambino con CF, a partire da quelle che sono le raccomandazioni formulate nelle LG sugli specifici punti che sono stati oggetto dello studio.

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