Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Novembre 2007 - Volume X - numero 9
M&B Pagine Elettroniche
Occhio all'evidenza
Archie
Cochrane: uomo e medico coraggioso
UO
di Pediatria Ospedale San Giacomo Castelfranco Veneto (TV)
Indirizzo
per corrispondenza: dradzik@tiscali.it
La
Cochrane Collaboration è la famosa organizzazione
internazionale, fondata a Oxford nel 1993, con lo scopo di preparare
e diffondere Revisioni Sistematiche su argomenti di interesse
sanitario. Ma forse non tutti conoscono la storia del medico da cui
ha preso il nome...
Archie
Cochrane (1909-1988)
Archibald
Leman Cochrane era nato nel Galashiels, in Scozia, il 12 gennaio
1909, da una famiglia scozzese benestante, che si occupava della
produzione del tweed, il celebre tessuto. Era il primo figlio di
Walter Francis e di Emma Mabel, Cochrane. Nei suoi primi anni la
sorte non gli fu davvero amica: il padre, infatti, restò
ucciso nella battaglia di Gaza, quando Archie aveva solo 8 anni,
un fratello morì a 2 anni di polmonite, l'altro, Robert, a
22 anni per un incidente motociclistico. Il rapporto con la sorella
Helen fu invece molto stretto ed affettuoso e durò tutta la
vita. Helen gli sopravvisse e questo fu in parte dovuto al fatto che
Archie non accettò la diagnosi di demenza che le era stata
emessa probabilmente con superficialità, quando essa venne
ricoverata in un ospedale psichiatrico: egli pretese ulteriori
accertamenti che dimostrarono come in realtà lei e lo stesso
Archie soffriressero entrambi di porfiria. Archie temeva che anche
altri membri della famiglia sparsi un po' dovunque ne fossero
affetti senza saperlo, così li ricercò, riuscendo a far
analizzare i campioni urinari e fecali di ben 152 parenti!
Questo anedotto riassume un poco l'essenza stessa dello spirito che animava Archie: sempre pronto a sfidare le autorità mediche (e non mediche), pretendendo la dimostrazione dell'evidenza dell'efficacia di un intervento. Anche se aveva un interesse prevalentemente epidemiologico verso il benessere delle comunità era anche profondamente preoccupato dello stato di salute del singolo individuo. E come testimoniato dall'indagine compiuta verso i propri parenti, era apprezzato particolarmente per raggiungere dei tassi molto alti di partecipazione e di follow-up nei suoi studi.
Questo anedotto riassume un poco l'essenza stessa dello spirito che animava Archie: sempre pronto a sfidare le autorità mediche (e non mediche), pretendendo la dimostrazione dell'evidenza dell'efficacia di un intervento. Anche se aveva un interesse prevalentemente epidemiologico verso il benessere delle comunità era anche profondamente preoccupato dello stato di salute del singolo individuo. E come testimoniato dall'indagine compiuta verso i propri parenti, era apprezzato particolarmente per raggiungere dei tassi molto alti di partecipazione e di follow-up nei suoi studi.
I primi anni
Dopo aver
frequentato le scuole a Rhos-on-Sea nel Galles, Archie Cochrane vinse
una borsa di studio all'Istituto Uppingham (in Inghilterra), nel
1922, dove diventò uno studente perfetto e un membro apprezzato
della locale squadra di football. Nel 1927 vinse un'altra borsa di
studio al prestigioso King's College di Cambridge. Qui si laureò
nel 1927. Un eredità gli permise di continuare gli studi e
durante il 1931 lavorò nel Laboratorio Strangeways a
Cambridge, effettuando ricerche sulla cultura dei tessuti. Presto
però si stancò di questo lavoro sperimentale, anche
perchè proccupato per il suo stato di salute. Così si
recò all'Istituto Kaiser Wilhelm a Berlino, dove i suoi
problemi sanitari vennero presi con gran serietà e dove venne
accolto con molto calore. Fra il 1931 e il 1934 andò in
analisi da un discepolo di Freud, Theodor Reik (1888-1969), prima a
Berlino, poi a Vienna e a L'Aja, quando questi dovette fuggire alle
persecuzioni razziali. Archie compì così alcuni studi
medici a Vienna e a Leida. Durante quel periodo pubblicò il
suo primo articolo (Elie Metchnikoff e la sua teoria “dell'istinto
di morte”). Ancor più notevole fu il fatto che Archie in
quegli anni studiò e imparò perfettamente molte lingue
straniere, capacità che gli servirono più tardi quando
diventò un ufficiale sanitario prigioniero di guerra. Il
soggiorno nel continente instillò in lui nei primi anni Trenta
un odio verso il fascismo e un atteggiamento scettico nei confronti
di tutte quelle teorie (incluso la psicoanalisi) che non erano state
validate da esperimenti.
Dopo essere ritornato in Gran Bretagna nel 1934, Archie si iscrisse come studente di medicina clinica al College Universitario di Londra (UCH), ma abbandonò i suoi studi due anni dopo per entrare, come volontario durante la guerra civile spagnola, nell'Unità di Ambulanza sul fronte aragonese, partecipando anche all'assedio di Madrid. Riprese i suoi studi all'UCH nel 1937, diventando medico nel 1938. Fino allo scoppio della II guerra mondiale lavorò dapprima all'ospedale di West London, poi come assistente ricercatore all'Unità Medica UCH. Come capitano nel corpo medico della Royal Army, servì il suo paese dapprima in Egitto e poi nel battaglione Layforce, che era un'unità di comando. L'unica azione militare in cui partecipò personalmente, a Creta, si rivelò un disastro e Archie finì prigioniero di guerra a Salonicco, poi a Hildburghausen, Histerhorst e infine a Wittember sull'Elba. Ricevette una medaglia per i servizi resi in questo frangente. Durante i giorni della prigionia scrisse poesie (pubblicate successivamente nel 1954 come “Poemi dalla prigione”), per difendersi dallo stress.
L'esperienza
avuta come ufficiale medico prigioniero di guerra gli chiarì
l'importanza della cura, e rinforzò il suo interesse nella
verifica dell'effettiva efficacia dei diversi trattamenti medici.
“Mi ricordo allora che leggendo uno di quegli annunci di propaganda, ritenuti adatti per i prigionieri medici di guerra, sulla libertà clinica e la democrazia, li trovavo impossibili da comprendere. Io avevo una certa libertà di scegliere la terapia: il mio problema era che non sapevo quale usare e quando. Avrei volentieri sacrificato la mia libertà per un pezzetto di conoscenza. Non avevo mai sentito parlare di Studi Clinici Randomizzati, ma ero consapevole che non c'era una vera reale evidenza che qualsiasi cosa noi offrivamo avesse una qualche efficacia sulla tubercolosi. Temevo anche di abbreviare la vita di qualcuno dei miei amici, utlizzando interventi inutili”.
“Mi ricordo allora che leggendo uno di quegli annunci di propaganda, ritenuti adatti per i prigionieri medici di guerra, sulla libertà clinica e la democrazia, li trovavo impossibili da comprendere. Io avevo una certa libertà di scegliere la terapia: il mio problema era che non sapevo quale usare e quando. Avrei volentieri sacrificato la mia libertà per un pezzetto di conoscenza. Non avevo mai sentito parlare di Studi Clinici Randomizzati, ma ero consapevole che non c'era una vera reale evidenza che qualsiasi cosa noi offrivamo avesse una qualche efficacia sulla tubercolosi. Temevo anche di abbreviare la vita di qualcuno dei miei amici, utlizzando interventi inutili”.
Epidemiologia
Dopo aver
lasciato l'esercito alla fine della guerra, Archie Cochrane ottenne
una borsa di studio Rockfeller per la medicina preventiva. Iniziò
a frequentare il corso di diploma in Igiene Pubblica alla School of
Hygiene and Tropical Medicine, dove restò fortemente
influenzato da Austin Bradford Hill (1897-1991), che insegnava
epidemiologia e Studi Clinici Randomizzati. Nel 1947 Archie si recò
a Filadelfia presso la Henry Phipps Clinic, dove si interessò
agli studi sui raggi X nella tubercolosi, approfondendo la conoscenza
dell'errore inter e intra-osservatore.
Di nuovo
di ritorno in Gran Bretagna nel 1948, Archie si unì allo staff
scientifico recentemente formatosi presso l'Unità di ricerca
per la pneumoconiosi del Medical Research Council di Penarth, vicino
a Cardiff (Galles meridionale), conducendo studi comparativi sui
livelli di polvere nelle miniere di carbone del Galles del Sud. Due
anni dopo lanciò il Rhondda Fach Aberdare Velley, uno schema
utilizzato per investigare l'eziologia della fibrosi massiva
progressiva. Archie lavorò all'Unità di Ricerca per la
Pneumoconiosi per oltre 10 anni, durante i quali i suoi principali
interessi erano la classificazione radiologica delle pneumoconiosi
dei lavoratori del carbone e la relazione che egli riuscì a
dimostrare fra i diversi quadri radiologici, l'esposizione alla
polvere e la disabilità. Il suo interesse in questo campo durò
poi per tutta la vita, come testimoniato dal completamento dal 1974
al 1986 dei 20 anni e dei 30 anni di follow-up degli studi sulla
popolazione a cui aveva applicato originariamente il suo intervento.
I
risultati delle ricerche di Archie raggiunsero degli standard molto
elevati per gli studi epidemiologici di allora, anche grazie alla sua
ostinazione nel raggiungere alti tassi di risposta nelle inchieste e
negli studi di follow-up e per i controlli meticolosi che pretendeva
riguardo la riproducibilità delle misure effettuate. La
qualità eccellente del suo lavoro servì moltissimo ai
gruppi di minatori disabili di cui egli si era occupato. A seguito
dei suoi successi gli venne offerta la direzione della nuova Unità
di Epidemiologia di Cardiff. Accettò questo incarico nel 1960,
assumendo contemporaneamente anche la Cattedra di Tubercolosi e
Malattie Toraciche alla Scuola Nazionale Gallese di Medicina. La
mantenne poi fino al 1969. Sotto la sua direzione l'Unità di
Epidemiologia di Cardiff raggiunse una notevole reputazione
internazionale, per la qualità delle sue indagini e dei suoi
studi sulla storia naturale e sull'eziologia di un'ampia gamma di
comuni malattie, come l'anemia, il glaucoma, l'asma e la colecistite.
La valle del Glamorgan dove Archie operava divenne in breve l'area
della Gran Bretagna meglio studiata dal punto di vista
epidemiologico. Questi studi portarono Archie ad interessarsi anche
alla validazione delle strategie di screening all'interno del
Servizio Sanitario Nazionale.
I
trial clinici
Sebbene
Archie Cochrane fosse particolarmente orgoglioso della qualità
dei suoi studi epidemiologici probabilmente viene oggi ricordato per
la sua pressante richiesta di introdurre gli Studi Clinici
Randomizzati, i soli che erano il più possibile esenti da
“bias”. La sua Unità coordinò poi una gran varietà
di questo genere di trial, realizzati per valutare l'efficacia di
interventi di tipo farmacologico, chirurgico e di salute pubblica.
Quelli più importanti sono stati poi condotti dal collega di
Archie, Peter Elwood (1930-), che gli succedette come Direttore nel
1974. Questi studi pionieristici furono i primi a stabilire che
l'aspirina poteva ridurre l'incidenza delle malattie cardiovascolari.
Gli Studi Randomizzati hanno ora un'indubbia rilevanza nel guidare le
decisioni sull'uso delle risorse nel Servizio Sanitario. L'invito a
tenere una conferenza nel 1971 fornì ad Archie l'opportunità
di sviluppare questo tema, che venne affrontato come nessun altro era
riuscito mai a fare. Ne derivò un libro “Effectiveness
and Efficiency: Random Reflections on Health Service” che
diventò subito un bestseller. Il libretto di Archie venne
scritto in uno stile molto leggibile e copriva argomenti importanti
di interesse generale, come la necessità di utilizzare gli
Studi Randomizzati per identificare quali interventi sanitari fossero
più utili che dannosi e la rilevanza di valutare i costi delle
opzioni disponibili per decidere quali inserire nel Servizio
Sanitario inglese. Il libro venne subito tradotto in numerose lingue.
Il
riconoscimento ufficiale
Nell'anno
in cui venne pubblicato il libro, il 1972, Archie Cochrane divenne il
primo Presidente della nuova Facoltà di Medicina di Comunità
(successivamente conosciuta Facoltà di Salute Pubblica).
Ricevette il dottorato onorario dall'Università di York l'anno
successivo. Nel 1979, nell'introduzione a un libro pubblicato
dall'Ufficio di Economia della Salute, Archie scriveva: “E' davvero
una critica giusta quella che viene fatta alla nostra professione, di
non aver organizzato un sommario critico, specialità per
specialità, aggiornato periodicamente, di tutti gli Studi
Randomizzati Controllati rilevanti”. Alcuni anni dopo la sua morte
questa riflessione portò alla creazione della Cochrane
Collaboration (www.cochrane.org). Oltre 15.000 persone, in
numerose nazioni e specialità, per la maggior parte volontari,
sono ora impegnati a preparare e diffondere Revisioni Sistematiche di
Studi Randomizzati all'interno di questa organizzazione non-profit.
Archie
Cochrane era anche un esperto giardiniere (il suo giardino di pietra
vinse un premio indetto dalla Società Reale di Ortocultura) e
un acuto mecenate di arte e di scultura moderna. Morì di
cancro nel 1988 dopo una lunga malattia. Come scrisse di se stesso
sul suo necrologio apparso sul BMJ, “era un uomo che soffriva per
una grave forma di porfiria, che aveva fumato troppo e che era senza
la compagnia di una moglie e di un credo religioso. Ciò
nonostante riuscì sempre a cavarsela”.
Questa
biografia è una sintesi tratta da: Chalmers I. Archie Cochrane
(1909-1988). In The James Lind Library (www.jameslindlibrary.org).
Letto navigando nel Web il 19 ottobre 2007.
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