Gennaio 2014 - Volume XVII - numero 1
M&B Pagine Elettroniche
Casi indimenticabili
Parotiditi ricorrenti
1IRCCS Materno-Infantile "Burlo Garofolo", Trieste
2Dipartimento di Pediatria “F. Fede”, Seconda Università di Napoli
2Dipartimento di Pediatria “F. Fede”, Seconda Università di Napoli
Indirizzo
per corrispondenza:
paola.assandro@gmail.com
Giulia, 4 anni, giunge in Pronto Soccorso per comparsa di febbre (picco massimo febbrile: 39,2 °C) e tumefazione parotidea destra. In anamnesi altri 6 episodi identici nell’ultimo anno e mezzo. Durante tutti gli episodi si è presentata tumefazione parotidea dolente destra o sinistra, spesso accompagnata da ipertermia e leucocitosi neutrofila con incremento degli indici di flogosi e iperamilasemia non pancreatica. Dopo il quinto episodio di parotidite trattato farmacologicamente con amoxicillina + clavulanato, il medico curante aveva prescritto il dosaggio di FR, ANA, anticorpi anti-La, anti-Ro, Ttg, anti-ds-DNA, che sono risultati tutti nella norma. All’esame obiettivo odierno buone condizioni generali, FC 104 bpm, temperatura corporea 37,5 °C. Si riscontra una tumefazione in sede parotidea destra, dolente, teso-elastica, mobile con cute sovrastante iperemica che si estende in regione retroauricolare omolaterale con consensuale linfadenopatia latero-cervicale destra, non apprezzabili linfonodi in altre sedi di repere. Non scialorrea, non trisma. Faringe roseo, obiettività toracica nella norma, soffio 2/6 modificabile con la posizione (già noto). Addome piano, trattabile lievemente meteorico. Non organomegalia. Le indagini ematochimiche rilevano leucocitosi neutrofila con incremento degli indici di flogosi e delle amilasi totali con amilasi pancratiche nella norma. All’ecografia si evidenzia una ghiandola destra ipertrofica e disomogenea con multiple areole ipoecogene del diametro variabile da alcuni millimetri a 1-2 cm. Nel contesto di tale aspetto di apprezza una piccola immagine iperecogena compatibile con possibile deposito di calcio non associato a dilatazione delle vie escretrici. La consulenza otorinolaringoiatrica conferma la diagnosi di parotidite. La bambina è stata pertanto sottoposta a ciclo di terapia antibiotica iniziale con clindamicina 250 mg ev per tre volte al giorno per le prime 48 ore, poi con amoxicillina + clavulanato (6 ml ogni 8 ore per 7 giorni) e ibuprofene sciroppo (10 ml ogni 8 ore) a domicilio, con risoluzione completa della sintomatologia. Parotidite (o parotite ricorrente) La parotite ricorrente in età pediatrica (parotidite ricorrente giovanile – PRG) è un raro disturbo caratterizzato da periodiche infiammazioni e tumefazioni di una o (meno frequentemente) entrambe le ghiandole parotidi. A tale manifestazione si associano spesso a dolore, febbre, malessere generale e secrezione purulenta. La durata degli attacchi è di 3-7 giorni ma possono anche prolungarsi a 2-3 settimane e generalmente si verificano 4-5 volte all’anno. L’entità della sintomatologia è variabile e in alcuni casi compromette la regolare frequenza scolastica. L’eziopatogenesi delle parotiditi ricorrenti è tuttora idopatica1. Alcuni Autori2 ritengono che un’infezione ascendente a partire dalla cavità orale sia l’evento primario responsabile di un’infiammazione di lieve entità a carico dell’epitelio ghiandolare e del dotto, con conseguente distorsione dei dotti distali e metaplasia dell’epitelio duttale che comportano un’eccessiva secrezione di muco. Queste alterazioni predisporrebbero a un ulteriore riduzione del flusso salivare: fattore predisponente all’infiammazione ricorrente delle parotidi. Sono state inoltre chiamate in causa la qualità della saliva3, una risposta auto-immunologica4, fattori di origine familiare5, aspetti allergologici, una relazione con patologie ricorrenti delle alte vie respiratorie3, ma nessuna di queste cause si è a tutt’oggi dimostrata esaustiva del problema patogenetico2. La diagnosi si basa sui segni clinici e sull’ultrasonografia, di norma impiegata in prima battuta come esame di elezione, che mostra solitamente la presenza di aree ipoecoiche, di dilatazioni dei dotti e di sialectasie (peraltro rare in età pediatrica). La terapia1 dell’attacco acuto richiede l’utilizzo di antinfiammatori e antibiotici (clindamicina ev in sede ospedaliera e amoxicillina + clavulanato a domicilio). È però opportuno impostare una terapia comportamentale che comprende un’attenta igiene orale, frequenti massaggi in corrispondenza della sede parotidea, risciacqui con succo di limone che facilitano la produzione di saliva e riducono il rischio di ostruzioni e, infine, utile potrebbe essere l’utilizzo di gomme da masticare allo xilitolo per la sua azione antibatterica. Abbandonata da tempo la radioterapia, la “Duct ligation” è da alcuni considerata efficace e di semplice esecuzione. L’intervento di parotidectomia3 rimane il gold standard per un risultato radicale, ma riservata ai soli casi più gravi e persistenti. Infine in letteratura è descritto anche l’utilizzo della sialoscopia interventistica nel management della parotite ricorrente giovanile in quelle situazioni in cui gli interventi conservativi non sono risultati efficaci6. Bibliografia
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