Le insufficienze negli standard di cura per il sostegno ventilatorio, per il supporto cardiovascolare e per il trattamento controllo dell'ipotermia furono associate alla morte neonatale rispettivamente con questi odds ratio:3,29 (IC 95% 1,97-5,49), 2,37 (IC 95% 1,36-4,13) e 1,71 (IC95% 1,36-4,13). Le frequenze di insufficienti standard di resuscitazione e di ritardi nella somministrazione del surfattante furono simili nei casi studiati e nei casi controllo; in tutti i reparti di terapia intensiva lo stesso impegno è stato dimostrato nella tempestività d'impiego del trattamento delle infezioni.
Viene concluso che esiste un'associazione fra la qualità di cure neonatali e le morti neonatali, principalmente per quanto riguarda i trattamenti cardiovascolari, ventilatori e termici. La scarsa qualità delle cure è risultata associata ad un rischio maggiore di mortalità nel caso in cui i neonati erano in buone condizioni al momento alla nascita.
Qual è la situazione in Italia? Mancano a mia conoscenza studi recenti che hanno valutato gli aspetti relativi alla qualità delle cure neonatali. Le differenze assistenziali tra regioni ed ambiti distrettuali sono tuttavia note ed hanno a che fare non solo con gli aspetti organizzati ed assistenziali neonatali ma anche con quelli relativi al parto (vedi numero e distribuzione dei punti nascita) ed al trasporto del neonato critico.
I dati del recentissimo Annuario Statistico Italiano ISTAT pubblicati nell'ottobre 2005 riportano il numero dei morti e i quozienti di mortalità nel primo anno di vita per gruppo di cause e per regione riferiti al 2002. Nello specifico sono riportati i morti e gli indice per regione in seguito ad “alcune condizioni morbose di origine perinatale”, raggruppamento nel quale sono comprese principalmente le morti per parto prematuro. Tralasciando i numeri assoluti che, per lo scopo perseguito, hanno scarsa importanza, riporterò per regione i quozienti di mortalità per 1000 nati vivi.
Regioni | Quozienti
per condizioni morbose di origine perinatale | Quozienti
totali di mortalitˆ/1.000 nati vivi |
Piemonte | 1,8 | 3,4 |
Valle
dÕAosta | 4,2 | 6,3 |
Lombardia | 2,0 | 3,9 |
Trentino
Alto Adige | 2,4 | 3,5 |
Bolzano | 3,2 | 4 |
Trento | 1,6 | 3 |
Veneto | 1,7 | 3,5 |
Friuli
Venezia Giulia | 1,6 | 2,7 |
Liguria | 2,1 | 4,6 |
Emilia-Romagna | 2,2 | 3,8 |
Toscana | 1 | 2,4 |
Umbria | 1 | 1,5 |
Marche | 2,2 | 4,9 |
Lazio | 2,5 | 5 |
Abruzzo | 2,8 | 3,7 |
Molise | 0,8 | 0,8 |
Campania | 2,9 | 4,9 |
Puglia | 3,3 | 5,9 |
Basilicata | 2,4 | 3,9 |
Calabria | 3 | 4,6 |
Sicilia | 3,9 | 6,7 |
Sardegna | 1,9 | 3,4 |
Italia | 2,4 | 4,4 |
Nord | 2 | 3,7 |
Centro | 1,9 | 4 |
Mezzogiorno
e isole | 3,1 | 5.3 |
Rimane la triste constatazione, dolorosa per tutti, perché di tutti è la responsabilità, che nascere in alcune regioni comporta un rischio di morte nel primo anno di vita doppio e a volte quadruplo in confronto a quello presente in altre.
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G. Bartolozzi. LA QUALITà DELLE CURE NEONATALI NEI NATI DALLA 27° ALLA 28° SETTIMANA HA EFFETTI SULLA SOPRAVVIVENZA ?.
Medico e Bambino pagine elettroniche 2006; 9(1)
https://www.medicoebambino.com/_settimana_condizioni_morte_nati_neonatale_nascita