Settembre 2004 - Volume VII - numero 8
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Contributi Originali - Ricerca
L'Assistenza
presso un punto di primo intervento pediatrico ospedaliero: urgenze
soggettive oppure reali?
Dipartimento
di Scienze Cliniche Biologiche, Scuola di Specializzazione in
Pediatria, Università degli Studi dell'Insubria, c/o
Ospedale “F .Del Ponte” di Varese.
*
Direzione Medica, Ospedale “F .Del Ponte”- Varese.
Indirizzo
per corrispondenza: luigi.nespoli@ospedale.varese.it
Key
words: Paediatric Emergencies, Access, Paediatric Primary Care
Providers
Paediatric
Emergency: A Survey
SummaryTo analyse the activity of the Paediatric Emergency Unit of the
“F. Del Ponte” Hospital in Varese, Italy, an analysis of 10755
patients in the period June 2002-June 2003 was carried out. Findings
show that 55.8% of the patients were male; most children (58%) were
aged 1 month to 6 years. Thirteen per cent of all patients were
admitted. December, week-ends, afternoons and evenings were the
periods of higher attendance. Respiratory and gastrointestinal
diseases (37% and 23% respectively) were the most frequent causes for
attendance. The study stresses the need for improved collaboration
between hospital emergency services and Paediatric Primary Care
Providers.
Le
strutture deputate all'assistenza pediatrica in situazioni di
emergenza-urgenza, quali i Punti di Primo Soccorso Pediatrico,
rappresentano una sede di incontro tra la pediatria del territorio e
quella ospedaliera. Qui, tuttavia, si accentua il fenomeno, già
rilevabile per i ricoveri dei bambini in degenza ordinaria,
dell'accesso su base spontanea: se circa i 2/3 dei bambini degenti
giunge in ospedale senza essere stato visitato dal Pediatra del
territorio, oltre il 95% di quelli che arrivano ai Punti di Primo
Soccorso lo fanno in base all'iniziativa dei familiari senza
indicazione da parte di un medico.
La
difficoltà nel reperire il Pediatra di Libera Scelta associata
alla preoccupazione dei genitori sono le cause principali di tale
scelta, in base a quanto riferito da loro stessi: ciò è
in parte confermato dall'andamento degli accessi, che presenta un
incremento soprattutto nei fine settimana e nelle ore del tardo
pomeriggio-sera1.
Siffatto
atteggiamento, diffuso in Italia e in altri Paesi, è presente
anche nella realtà regionale lombarda ed in particolare in
quella varesina2-3.
L'Ospedale
“Filippo Del Ponte” di Varese fa parte dal 1998 del Presidio di
Varese, uno dei due Presidi in cui si articola l'Azienda Ospedaliera
“Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi”, insieme con l'Ospedale
di Circolo e con quello di Cuasso al Monte.
Il suo
bacino d'utenza consta di circa 300.000 abitanti.
L'Ospedale
si avvale di 198 posti letto, di cui 163 dedicati alla degenza
ordinaria e 35 a quella in regime di Day Hospital/Day Surgery.
Dai primi
mesi del 2001 è stato avviato il suo riorientamento in
struttura specializzata nella cura delle patologie dell'età
pediatrica e nell'assistenza ostetrico-ginecologica, secondo quanto
previsto dal Decreto del Ministero della Sanità 24 aprile 2000
”Adozione del progetto obiettivo materno-infantile relativo al
<Piano Sanitario Nazionale per il triennio 1998-2000>”.
Esso individua, come elemento qualificante, la presenza, con
integrazione tra strutture ospedaliere ad hoc e servizi territoriali,
di un efficace servizio di assistenza sanitaria in emergenza/urgenza
pediatrica attivo 24 ore su 24.
In
quest'ambito particolare, per fare fronte alle emergenze-urgenze
attinenti all'area pediatrica, è stato attivato, a partire
dal dicembre 2001, un Punto di Primo Intervento Pediatrico
(P.P.I.P.).
Esso ha
una precisa connotazione in quanto deputato ad un'assistenza
sanitaria di “primo livello” (mobilizzazione atraumatica del
paziente e mantenimento delle funzioni vitali) delle
emergenze-urgenze pediatriche che vi afferiscono.
Tale
servizio, in funzione 24 /24 ore, è in costante collegamento
con il Pronto Soccorso del Presidio Ospedaliero di Varese, situato ad
una distanza di 1 km presso l'Ospedale di Circolo, dove vengono
inviati i casi traumatologici e che necessitino di cure intensive.
Al fine
di migliorarne gli aspetti organizzativi e quindi l'assistenza
erogata, è stata analizzata l'attività svolta presso
il Punto di Primo Intervento Pediatrico dell'Ospedale “Filippo
Del Ponte” di Varese in riferimento ai primi 13 mesi dalla sua
istituzione.
Sono
stati elaborati i dati registrati tramite il software di
archiviazione in dotazione al personale del Punto di Primo Intervento
dell'Ospedale “F. Del Ponte” di Varese, sono stati analizzati
10755 accessi relativi al periodo compreso tra il 1° giugno 2002
ed il 30 giugno 2003 (13 mesi), prendendo in considerazione il numero
complessivo, il sesso e l'età dei pazienti, la patologia
diagnosticata, la distribuzione degli accessi per mesi, giorni della
settimana e fasce orarie, l'orario di accoglimento presso il
P.P.I.P. (presa in carico) e di dimissione, le modalità di
accesso e l'esito.
Gli
accessi registrati dal giugno 2002 al giugno 2003 sono stati 10755.
Il 55,8% (6007 casi) è costituito da maschi; il 58% ha un'età
compresa tra un mese e sei anni
Figura
1.
Figura
2
La Figura
2 riporta le principali cause d'accesso al P.P.I.P. Dall'analisi
condotta emerge che le principali affezioni diagnosticate sono quelle
relative all'apparato respiratorio (4008 casi, 37%), alle patologie
gastrointestinali (2438 casi, 23%), alle febbri di natura da
determinare (1335 casi, 12%), alle affezioni dermatologiche (1043
casi, 10%) e ai traumi minori (430 casi, 4%). Seguono le patologie
osteoarticolari (342 casi, 3%), le ferite (297 casi, 3%), le
congiuntiviti (197 casi, 2%), le patologie genitourinarie (181 casi,
2%), le cefalee (150 casi, 1%), gli stati dismetabolici (133 casi,
1%), le convulsioni (116 casi, 1%), le intossicazioni (58 casi, 1%),
le sepsi (7 casi, 0,06%).
Figura
3
In Figura
3 viene riportato il totale degli accessi per mese: il numero di
visite effettuate aumenta progressivamente dal giugno 2002 al
dicembre dello stesso anno (periodo in cui si registra il picco
massimo di frequenza, 1107 casi), per poi assestarsi su valori medi
(700-800 unità) nei mesi successivi. Il minor numero di
accessi si è avuto nel giugno 2002 con 587 interventi.
Mediamente si sono registrati 27 accessi per giorno con 3 ricoveri
(medi) al giorno.
Figura
4
Figura
5
E'
interessante notare come gli accessi al P.P.I.P. siano più
frequenti durante i fine settimana (31 in media il sabato, 35 la
domenica), quando sul territorio non è disponibile un servizio
ambulatoriale: il sabato (1786 casi, 16,6% del totale) e la domenica
(2005 casi, 18,6%) si raggiungono infatti i picchi massimi di
frequenza; la maggior parte delle prestazioni sono state effettuate
nelle fasce orarie pomeridiane, dalle ore 12.00 alle 18.00 (3696
casi, 34,4%), e serali, dalle ore 18 alle 24 (3673 casi, 34,1%)
(Figure 4 e 5). Dalla presa in carico alla dimissione sono trascorsi
in media 76 minuti.
Soltanto
il 3% dei pazienti ha usufruito del 118 o di altra ambulanza per il
trasporto in ospedale; tutti gli altri (97%) si sono serviti di un
mezzo privato. Solo il 13% dei bambini è stato ricoverato,
mentre l'1% ha rifiutato il ricovero o ha preferito il
trasferimento ad altro istituto; solo in pochissimi casi i genitori
si sono allontanati volontariamente dal P.P.I.P durante l'attesa.
La Figura 6 riporta la media giornaliera degli accessi e dei ricoveri
Figura
6
L'analisi
dei 13 mesi di attività del P.P.I.P. dell'Ospedale “Filippo
Del Ponte” di Varese ha consentito di verificare che i dati da essa
ottenuti si allineano con quelli riportati in letteratura.
Infatti,
i dati epidemiologici relativi al sesso e all'età dei
pazienti, alle principali patologie diagnosticate, alla distribuzione
degli accessi per mesi, per giorni della settimana e per fasce orarie
sono analoghi a quelli citati in precedenti articoli4-5
In
realtà, l'elemento che in misura maggiore rende
sovrapponibili le diverse esperienze di Pronto Soccorso Pediatrico o
di P.P.I.P. variamente descritte a livello nazionale ed
internazionale (dove non è garantita l'assistenza gratuita
del Pediatra di Libera Scelta) è rappresentato dalla
difficoltà di arginare il crescente e problematico aumento di
accessi, che spesso sembrano dovuti a problemi non legati ad
un'urgenza reale, ma percepita tale dai genitori6-12.
Non
abbiamo utilizzato dei questionari o altri strumenti validati per
misurare lo stato di ansia parentale. Tuttavia l'andamento
temporale degli accessi (molto più frequenti nel tardo
pomeriggio e all'inizio della notte) e l'aumento degli accessi
nei giorni di venerdì, sabato, domenica e lunedì ci
sembrano indicare che l'osservazione diretta del bambino da parte
dei genitori associata alla maggior difficoltà ad usufruire
delle prestazioni specialistiche pediatriche (manca infatti una
guardia medica pediatrica) induca ansia nei genitori e richieste di
risposte immediate. Nella sostanza le persone vivono il P.P.I.P. come
una continuazione dell'assistenza pediatrica garantita dal Pediatra
di Libera Scelta, piuttosto che un servizio per le urgenze-emergenze
pediatriche.
Anche il
nostro studio ha infatti evidenziato come la maggior parte delle
patologie trattate presso il nostro P.P.I.P. non siano rappresentate
da condizioni di emergenza, poichè bassa è la
percentuale di ricorso al 118 o ad altra ambulanza per il trasporto
in ospedale (3%), così come la percentuale di ricovero (dei 27
bambini che in media giungono ogni giorno al P.P.I.P. solo 3 vengono
ricoverati).
I bambini
vengono accompagnati presso il P.P.I.P. principalmente nelle fasce
orarie pomeridiane e serali e nei fine settimana: questo indica come
gli utenti non se ne servano in funzione del tipo di patologia, ma in
funzione delle proprie abitudini (uscita dalle scuole materne, orari
di lavoro, etc.) e degli orari di apertura degli ambulatori dei
Pediatri di Libera Scelta. L'osservazione viene ulteriormente
confermata dai picchi di accesso registrati il sabato e la domenica,
giorni nei quali l'assistenza specialistica pediatrica sul
territorio non è attiva.
Questa
condizione, che pone ostacoli ad una funzionale gestione dei pazienti
e penalizza soprattutto coloro che necessitano di cure mediche
immediate, è da ricondurre a due cause principali:
- in primo luogo, la scarsa accessibilità all'assistenza sanitaria pediatrica a livello territoriale, dovuta principalmente alla mancanza di un servizio ambulatoriale disponibile tutti i giorni, 24 ore su 24 (aggravata dall'impossibilità che alcuni genitori lamentano di comunicare telefonicamente con il Pediatra di Libera Scelta negli orari di reperibilità)13-15;
- in seconda istanza, l'elevato grado di ansia parentale.
“Il
perché di tanta preoccupazione da parte dei genitori va
ricercato nei cambiamenti ai quali è andata incontro al nostra
società, con strutture famigliari più deboli per
mancanza di figure di riferimento a cui delegare la gestione dei
problemi, con minor tolleranza alla malattia, con le false paure
prodotte dai mass-media e, al contrario, con la scarsa informazione
sulla individuazione e sulla gestione dell'urgenza” 16.
Manca la
consapevolezza che il P.P.I. è un luogo deputato
all'assistenza delle emergenze-urgenze e non un ambulatorio aperto
24/24 ore e 7/7 giorni.
Ben
esprime questa convinzione la frase di un reclamo presentato dai
genitori di un bimbo che qui riportiamo: “Il giorno 4 gennaio
2004, alle ore 23 circa, mi recavo con mia moglie e con i miei due
bambini di 2 e 4 anni presso il Pronto Soccorso dell'Ospedale “Del
Ponte” di Varese. Il minore dei due bimbi presentava delle macchie
cutanee rivelatesi poi orticaria. All'ingresso del Pronto Soccorso,
io e mia moglie notavamo un grande affollamento di genitori e bambini
e, da una prima impressione, uno sconforto generale. Decidemmo di
attendere circa mezz'ora per vedere se la situazione si fosse
risolta. In caso contrario saremmo tornati la mattina successiva
”.
Gli
accessi al P.P.I.P. non sono correlati esclusivamente allo stato
sociale. Come in altre realtà, noi visitiamo bambini con
genitori con lavoro stabile, appartenenti al ceto medio (operai,
impiegati, insegnanti etc.). Gli accessi dei bambini non italiani
rappresentano l'11,4% del totale, mentre costituiscono il 6,1% dei
ricoveri. La maggioranza degli stranieri proviene da Albania, Marocco
e Tunisia: in realtà negli anni si è visto che la
nazionalità di questi bambini si è modificata in
rapporto alle ondate migratorie.
E'
auspicabile garantire alla popolazione pediatrica la continuità
assistenziale sul territorio (durante l'arco della giornata e nei
giorni festivi), tramite la Pediatria di Gruppo, l'Associazionismo
o l'istituzione di un punto di ascolto telefonico, attivo 24/24
ore17.
In questo
contesto il Pediatra di Libera Scelta potrebbe migliorare la
collaborazione con i Pediatri del Punto di Primo Intervento,
attraverso un utile scambio di informazioni sui piccoli pazienti
18-20.
E'
stata infatti dimostrata la stretta correlazione tra una buona
gestione dei casi di acuzie sul territorio da parte dei Pediatri di
Libera Scelta e la riduzione del numero di accessi impropri al Primo
Intervento21-25.
Ciò
risulta tanto più importante quanto più se ne considera
l'ingente risparmio di risorse da essa derivante, in termini di
diminuita quantità di prestazioni di P.S. e di ricoveri
effettuati 26;
questi ultimi potrebbero essere ulteriormente ridotti anche
attraverso l'istituzione presso il P.P.I.P. di un'Unità di
Osservazione Breve. Presso il nostro P.P.I.P. non è ancora
attiva una unità di Osservazione Breve con spazi riservati e
dedicati. Anche sulla base dello studio qui riportato abbiamo
attivato l'osservazione su casi selezionati, mantenendo i bambini
su barelle in ambienti facenti parte del P.P.I.P. Certamente questa
situazione logistica porta a ricoverare qualche bambino in più,
ma, come emerge dai numeri riportati in Figura VI , la percentuale di
ricoveri è bassa, pari al 13%.
Un'altra
via per affrontare il problema degli accessi impropri al Primo
Intervento Pediatrico potrebbe essere inoltre rappresentata dalla
realizzazione di campagne educative per le famiglie: lo scopo di tali
interventi sulla popolazione sarebbe quello di fornire precise
informazioni sul significato dell'urgenza, sulla prima gestione dei
problemi al domicilio e sul corretto utilizzo dei servizi27-29.
E'
necessario dunque da una parte chiedersi quale debba essere il ruolo
del Pediatra di Libera Scelta e quindi adattare l'orario del suo
servizio alle nuove realtà sociali e dall'altra educare la
popolazione ad un uso appropriato delle strutture perché ogni
accesso improprio può compromettere la salute di un bambino
colpito da vera emergenza.
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