Febbraio 2016 - Volume XIX - numero 2

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I Poster degli specializzandi

Storie di “ordinaria” neonatologia
Giulia Caddeo, Angela De Cunto, Sergio Demarini
SC di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale, Dipartimento Materno Neonatale, IRCCS Materno-Infantile “Burlo Garofolo”, Trieste
Indirizzo per corrispondenza: g.caddeo88@gmail.com


Neonato maschio nato a 40 + 4 settimane di età gestazionale da parto vaginale, dopo gravidanza normodecorsa e in assenza di fattori infettivi noti. APGAR 9-10. Peso alla nascita 3890 g.
Anamnesi familiare positiva per anemia, verosimilmente autoimmune (nonna materna). All’esame obiettivo si osservano numerose lesioni in parte pustolose, in parte bollose, del diametro medio di 4-5 mm, distribuite bilateralmente alle estremità, con coinvolgimento sia delle regioni palmo-plantari che di quelle dorsali (Figure 1-4). Gli elementi bollosi, i più grandi dei quali superano il cm, sono a contenuto sieroso. La restante cute è indenne e la restante obiettività nella norma. Lo scratching cutaneo non dà luogo a formazione di nuove bolle. Nei giorni successivi si assiste a regressione spontanea degli elementi bollosi già esistenti, senza che se ne formino di nuovi.

Figure 1-4. Acropustolosi infantile forma “atipica”.

I rash sono piuttosto comuni in epoca neonatale. Gli aspetti clinici e il tempo di esordio sono generalmente sufficienti per porre una diagnosi corretta. In presenza di quadri atipici, però, può venire richiesta un’attenzione addizionale. La concomitante presenza di elementi pustolosi e bollosi può rappresentare una sfida diagnostica, spaziando da più frequenti condizioni benigne e transitorie a forme indicative di patologie più gravi.
In questo caso, valorizzando la componente pustolosa, la diagnosi più probabile era di acropustolosi neonatale. Dando invece peso alla componente bollosa le diagnosi differenziali includevano l’epidermiolisi bollosa, contro la quale deponeva lo scratching negativo, e il pemfigo neonatale, reso meno probabile dalla negatività dell’anamnesi materna.
L’evoluzione delle lesioni nel tempo, in assenza di un’anamnesi suggestiva o di altri segni di orientamento, è spesso dirimente.

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G. Caddeo, A. De Cunto, S. Demarini. Storie di “ordinaria” neonatologia. Medico e Bambino pagine elettroniche 2016;19(2) https://www.medicoebambino.com/?id=PSR1602_10.html