Giugno 2011 - Volume XIV - numero 6
M&B Pagine Elettroniche
Casi indimenticabili
Di
paradosso in paradosso
(dal
greco "parà doxa", ovvero contro l’opinione
comune...)
Ospedale
“Caduti Bollatesi”, Bollate (Milano)
Indirizzo per corrispondenza: rob.colombo@alice.it
Non
avrete dimenticato certo il paradossale caso (non caso…come
nelle abitudini del sottoscritto) del dolore accompagnato a
parestesie e impotenza funzionale da (dubbia e fugace) neurite
del plesso brachiale post vaccinazione antitetanica!?
Bene,
sono rientrato da poco da Vicenza 2010 e la nemesi, in agguato,
si concretizza immantinente!
Tre,
diconsi tre, casi in successione, tutti (o almeno uno, il primo)
corredati da “provvidenziale” e
“risolutiva”consulenza neurologica.
Le
strane storie di Giada, Clio e Gioia
Giada
ha 17 anni e giunge in P.S. spaventatissima con parestesie
(formicolio) e pregresso edema agli arti superiori; si, gioca a
pallavolo, ma da una vita e mai “è stata così
male!”. Il neurologo consultato doverosamente non riscontra
nulla di particolare ma consiglia una… consulenza NPI (!);
dato che assume estro progestinici per irregolarità del
ciclo viene valutata dal ginecologo che non esclude che la
pillola possa causare edema ed enfatizza il sintomo ansia e le
parestesie. Il pediatra, colpevole di attivare in OBI consulenze
ed esami, si rivolgerà infine all’ortopedico che
finalmente diagnostica verosimile iniziale sindrome del tunnel
carpale (traumatica da ripetute pallonate in ricezione) e
consiglia oltre al riposo antinfiammatori locali (+ cerotto
medicato adesivo notturno al lato volare del polso) e generali
(per os).
Naturalmente
non passano che 10 giorni 10 e in P.S. si presenta Clio, 13 anni:
lei ha due dita della mano destra tumefatte e “naturalmente”
parestesie ma… all’avambraccio sinistro. La dolenzia
che lamenta agli arti inferiori non crea imbarazzo alcuno al
pediatra: eh, eh! … gioca a pallavolo! Si evita
accuratamente la consulenza neurologica, peraltro in assenza di
sintomi neurologici di rilievo, e si procede senza indugio alla
visita ortopedica: non vengono rilevati segni specifici di
impegno dei nervi ulnare e/o mediano e la sintomatologia può
essere correlabile alla pratica della pallavolo (recentemente
incrementata) e ai microtraumi a essa correlati.
Per
carità, lo sport fa sol che bene ma, chissà, un po’
di moderazione…
Tanto
tuonò che piovve! (e qui chiedo scusa, sia per i luoghi
comuni che per l’orribile impiego dei tre puntini di
sospensione …)
Infatti
in P.S. si presenta la diciassettenne Gioia. Ci credete, si che
ci credete, lamenta (e che lamento!) tremori alle estremità
superiori e un malessere generalizzato che la espone a una
sensazione di prelipotimia. Non è il primo episodio. Lei
giunge in ambulanza (non si regge in piedi da sola). Naturalmente
(vedi sopra) assume estro progestinici per riferiti problemi
ginecologici.
La
prima considerazione che mi passa per la mente è,
banalmente, che non sono più i bambini di una volta
(quell’innalzamento dell’età pediatrica a 18
aa mi lascia ancora e sempre un po’ perplesso!).
La
ragazza inizia a essere assistita in OBI: esegue esami
ematochimici, ECG, consulenze neurologica (“obiettività
neurologica negativa”) e ginecologica (con ecografia). Nel
decorso vi è cefalea, poi regredita, e astenia; viene
dimessa ma … dopo qualche ora la sintomatologia si
ripresenta e torna in P.S. Viene ricoverata e … rivoltata
come un povero calzino, dal momento che riferisce costantemente
vertigini soggettive: visita oculistica con F.O., PEV e visita
ortottica completa con campo visivo - EEG basale e in
deprivazione di sonno - eco tiroidea e dosaggi ormonali (nella
norma) - ECG - eco pelvica - visita ORL - visita NPI. Dato che
riferisce quotidianamente epigastralgia, nausea e difficoltà
alla deglutizione con sensazione di disfagia esegue anche visite
chirurgica e gastroenterologia.
Esegue
RMN encefalo e midollo spinale cervicale s.m.d.c. (unico reperto
significativo la posizione bassa delle tonsille cerebellari che
superano il forame occipitale di circa 0,7 cm).
Verrà
dimessa in capo a 10 giorni di degenza, in carico a servizio
territoriale UONPIA di competenza e visita parere di consulenza
NCH a breve, con diagnosi di DISTURBI FUNZIONALI IN MALFORMAZIONE
DI ARNOLD-CHIARI TIPO I.
La
malformazione di Chiari è una patologia della fossa
cranica posteriore, in cui cervelletto e tronco sono normalmente
contenuti. Essa è caratterizzata da un “ingombro”
delle strutture nervose a livello del passaggio cranio-spinale e
da una dimensione ridotta del contenitore osseo (fossa cranica
posteriore).
Se ne
distinguono due tipi principali, con diversa eziologia, età
di presentazione e gravità: il tipo I e il tipo II.
Si
ritiene che la malformazione sia legata a un’insufficiente
sviluppo della fossa cranica posteriore, con conseguente spinta
del cervelletto verso il basso, attraverso il forame magno.
La
malformazione è rara. Nel 2% dei casi è
famigliare.
La
malformazione di Chiari può essere asintomatica e venire
riscontrata occasionalmente nel corso di indagini
neuroradiologiche effettuate per altri motivi.
La
sindrome di Chiari identifica una condizione clinica
caratterizzata da sintomi legati ad alterazione della
circolazione del liquor, come la cefalea, e sintomi neurologici
secondari al coinvolgimento del tronco encefalico e dei nervi
cranici, nonché del midollo spinale.
L’indagine
di elezione è la risonanza magnetica. Essa ci permette di
evidenziare la dislocazione delle strutture della fossa cranica
posteriore e l’eventuale idrocefalo associato.
![]() Figura
1: Esempio di malformazione di Arnold-Chiari I con siringomielia
associata. Le tonsille cerebellari sono dislocate nel canale
cervicale. A livello del corpo di C2 vi è una piccola
dilatazione del canale centromidollare.
Figura
2: Esempio di malformazione di Arnold-Chiari II con siringomielia
e associato mielomeningocele. Notare la discesa in toto del
cervelletto, del 4° ventricolo e tronco.
Nei
casi sintomatici è indicato un intervento chirurgico di
decompressione suboccipitale, al fine di aumentare il volume
della fossa cranica posteriore, di consentire una decompressione
delle strutture encefaliche ivi contenute e il ripristino di una
normale circolazione del liquor.
I
risultati del trattamento chirurgico sono in genere buoni quando
esso viene instaurato precocemente. La riuscita chirurgica è
dell’80-90%.
Obiettivo
del trattamento è la risoluzione dei sintomi d’esordio
e, nei casi con siringomielia sintomatica associata, un arresto
della progressione. |
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