Marzo 2008 - Volume XI - numero 3
M&B Pagine Elettroniche
Casi indimenticabili
Un
pisellino rosso
Pediatra
Ospedaliero, Agnone
Sono
un pendolare: lavoro nella Pediatria dell'Ospedale regionale ma
vivo in montagna, in un paese doce c'è l'Ospedale ma manca
il pediatra di base. Mi capita spesso, quindi, di essere chiamato
a visitare qualche piccoletto che sta male.
Questa
volta si tratta di un lattante di 3 mesi che piange
disperatamente da circa un'ora. Ha sofferto di coliche, è
allattato artificialmente, i genitori sono giovani, spaventati e
inesperti. Mi sembra sofferente e lo visito con cura, nudo così
come si deve. Tutto negativo, anche un'esplorazione rettale che
faccio forse per eccesso di zelo per sedare la mia costante
preoccupazione di “toppare” un'invaginazione. Tutto negativo,
ma piange come un ossesso. E' mezzanotte. “Cinque gocce di
alginor e una supposta di tachipirina ma, se continua a piangere
o succede qualcosa di strano, chiamatemi. In ogni caso ci
sentiamo domani”.
Il
giorno successivo, dopo il solito briefing con gli amici in
edicola - l'acquisto del quotidiano è un rito fatto di
battute, commeti, sfottò, litigate - mi ricordo del
piccolino e, visto che abita lì vicino, torno a vederlo.
Il lattante che piange, l'ho già detto, mi turba sempre un
po'. “Vi avrei chiamato, dottore. Non piange più ma ha
la febbre”. Vado a prendere la borsa, lo rivisito, stavolta
dalla cintola in su, le membrane timpaniche sono davvero
iperemiche e, tranquillizzato, concludo: “Ha le orecchie rosse,
forse è un'otite”. E' piccolino: niente vigile attesa,
prescrivo amoxicillina. “In ogni caso mi faccia sapere” e
parto per il capoluogo dove (pomeriggio-reperibile-mattina)
resterò per due giorni.
La
mattina del giorno dopo la madre mi chiama, non molto allarmata:
“Dottore, tutto bene. Non ha più febbre, non piange, ha
solo il pisellino un po' rosso”. Il pisellino. Ma che sarà
mai? Non ha la febbre, non piange, sta bene. Comunque domani me
lo faccia vedere”.
E'
passato un altro giorno. Solito meeting in edicola, spesa al
discount (un'altra delle mie passioni); mentre rincaso, chi
incontro? La madre del lattante che se lo porta a spasso, beato,
nella carrozzina. “Andiamo a casa, signora, mi faccia vedere
questo pisellino”. Appena tolto il pannolino, mi sento gelare.
L'emiscroto di destra è rosso, tumefatto. Il testicolo è
notevolmente ingrandito, duro-elastico, dolente alla palpazione,
bozzuto. Spiego alla mamma che la faccenda è serie e li
mando di corsa alla Chirurgia Pediatrica più vicina (per
modo di dire, sono quasi due ore di macchina).
Lo
operano d'urgenza, con poche speranze di salvare il testicolo. Il
chirurgo mi dirà che non era una torsione ma “forse”
un'orchite. In ogni caso decidono di non asportare il testicolo,
ma lo lasciano in sede. Fanno antibiotici parenterali e
cortisone.
Per
un anno e più, quando incontro i genitori per strada si
voltano dall'altra parte. Anche la cassiera del discount (è
la zia) mi guarda in tralice. Per non parlare della nonna. Ce
l'hanno con me. Forse hanno ragione. Perché al controllo
non l'ho visitato tutto e mi sono accontentato di diagnosticare
un'otite inesistente (con tutti quei pianti le membrane
timpaniche si arrossano per forza)? Forse no: se la madre
avesse detto pane al pane, “palline” al posto di “pisellino”
avrei pensato a uno scroto acuto, sarei stato più
tempestivo.
E chi
mi dice che la mattina l'obiettività non fosse ancora
negativa? E poi: non piangeva più, non era sofferente,
stava bene! Forse invece sì: un arrossamento del
tutto fuori posto del pisellino, che ci azzeccava? Non avrei
dovuto approfondire, “interpretare” meglio quello che la
madre mi diceva?
Poi,
lavorando nell'ambulatorio pediatrico dell'Ospedale del mio
paese, mi capita di rivisitare il piccolo, che nel frattempo è
cresciuto molto bene. E' venuto per un raffreddore, ma lo visito
tutto e naturalmente vado subito a guardare lo scroto. I
testicoli sono apparentemente normali, quello di destra è
perfettamente simmetrico al controlaterale. Si sarà
salvato? Lo spero proprio. Intanto i genitori, la cassiera e la
nonna hanno ripreso a salutarmi. |
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