Dicembre 2001 - Volume IV - numero 10
M&B Pagine Elettroniche
Contributi Originali - Casi contributivi
Pilomatrixoma
"gigante" del volto
U.O. di
Dermatologia, Cesena
*U.O. di
Dermatologia, Rimini
Introduzione
Il
pilomatrixoma, in passato denominato "epitelioma calcifico di
Malherbe", è il tumore annessiale di più frequente
osservazione in età pediatrica. Si presenta più spesso
in forma isolata, per quanto occasionalmente si possano riscontare
forme familiari ad elementi multipli, localizzandosi più
frequentemente al distretto cefalico e dimostrando una lieve
preferenza per il sesso femminile. Si tratta di una lesione nodulare,
del tutto benigna, che istologicamente esprime una differenziazione
verso la matrice del pelo. Strutturalmente è costituita da una
massa cellulare multilobulata, quasi sempre sede di depositi
calcifici e spesso circondata da una pseudocapsula fibrosa. Le sue
dimensioni sono generalmente contenute entro 1 cm di diametro. La
diagnosi è solitamente clinica e trova conforto soprattutto
nelle peculiari caratteristiche che la lesione presenta alla
palpazione: consistenza dura, talora lapidea, mobilità sui
piani profondi e coerenza con la cute soprastante. Per quanto la
diagnostica per immagine possa talora risultare utile, la diagnosi
differenziale
rispetto
ad altre lesioni a sede sottocutanea è facilitata proprio dal
particolare reperto palpatorio (tab.1).
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Caso
clinico
Presentiamo
il caso di una ragazzina di 10 anni giunta alla nostra osservazione
con una lesione nodulare del volto del diametro di 2,5 cm, la quale
si era progressivamente accresciuta nell'arco di pochi mesi fino ad
occupare gran parte della regione naso-geniena e palpebrale inferiore
sinistra (fig.1).
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La
consistenza era dura, ma non lapidea, e al centro della lesione si
poteva apprezzare una modesta fluttuazione che richiamava la presenza
di una raccolta fluida o semifluida. Anche il colore bruno-rossatro e
la disposizione prevalentemente esofitica, in forma emisferica,
contribuivano a rendere incerta la diagnosi.
Per
quanto arduo si potesse presentare l'approccio chirurgico si è
proceduto alla sua asportazione e, intuendone la natura cistica o
pseudo-cistica, si è cercato di preservare una parte della
cute interessata al fine di poter più vantaggiosamente
ottenere una riparazione per accostamento (fig.2).
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In sede
chirurgica la lesione si è rivelata macroscopicamente
costituita da un ammasso calcifico capsulato contenente abbondante
materiale sieroematico. L'esame istologico ha documentato trattarsi
di un pilomatrixoma, mettendo in evidenza agglomerati nodulari
parzialmente calcifici caratterizzati dalla presenza di cellule
basalioidi e di cellule "fantasma".
Commento
E' questo
un caso certamente insolito, che ci consente di richiamare
l'attenzione sul fatto che il pilomatrixoma, per quanto facilmente
riconoscibile sul piano clinico nella grande maggioranza dei casi,
può talora assume presentazioni del tutto inconsuete per
l'intervento di un versamento intralesionale (ematoma
post-traumatico) o di una complicanza flogistica.
Sullo
stesso argomento nelle pagine elettroniche:
Percorsi
clinici:pilomatricoma.
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