Dicembre 2005 - Volume VIII - numero 10
M&B Pagine Elettroniche
Contributi Originali - Casi contributivi
Le
valvole uretrali anteriori: descrizione di un caso clinico
*Dirigente
1°Livello 2^Divisione Pediatria, OspedaleS.S. Annunziata ASL NA
1.
**Dirigente
2°Livello 2^Divisione Pediatria, OspedaleS.S. Annunziata ASL NA 1
***Ospedale
S.S.Annunziata ASL NA 1
Indirizzo
per corrispondenza: borrelliaurelia@libero.it
Keywords:
Anterior Urethral Valve, Diagnosis, management
Summary:
The Authors report the case of a neonate with anterior urethral
valves, a rare condition, the diagnosis of which is not always easy.
They describe the clinical features of this condition and give
suggestions on the most appropriate diagnostic tools.
Giunge
alla nostra osservazione per iperpiressia un neonato di 27 giorni,
nato al termine, da parto cesareo, acque verdi, peso alla nascita di
3,370 gr. Al ricovero il piccolo ha un peso di 4,050 gr, h 55 cm, cc
36 cm.
Presenta
i sintomi di una possibile ostruzione vescicale: un costante
gocciolamento di urina e un flusso urinario scarso. Esami
ematochimici: VES 100, PCR 109 mg/l, leucocitosi neutrofila, modesta
anemia ipocromica con iposideremia (GB= 17.200, N=74%, GR 3.120.000,
HB=10.4, piastrine 250.000, sideremia 11). L'esame delle urine
mostra una moderata leucocituria e microematuria, con urinocoltura
positiva per E. Coli (> 1.000.000, UFC/ml). L'ecografia renale
evidenzia: a dx dilatazione delle vie escretrici intrarenali con
diametro della pelvi di circa 12 mm. In sede paravescicale dx
dilatazione dell'uretere (diametro 4 mm) entro cui si evidenzia un
movimento retrogrado del flusso (sospetto di refluso vescico
ureterale (RVU)). Sulla base all'antibiogramma, si instaura terapia
medica con ceftriaxone per 10 gg. Al termine della terapia
antibiotica, gli esami ematochimici e colturali e i parametri
precedentemente alterati risultano nella norma. Il paziente è
dimesso con profilassi antibiotica. Dopo un mese il piccolo ritorna
per il persistere della sintomatologia vescicale ostruttiva. Al nuovo
controllo ha un peso di 4,850 gr (25°-50° C), h 58,5 cm (>
50°C). All'esame obiettivo persiste il continuo gocciolamento
di urina con costante svuotamento urinario, ma gli indici di flogosi
e l'esame delle urine sono negativi. L'ecografia renale conferma a
dx la dilatazione calicopielica e del giunto con riduzione dello
spessore parenchimale (ma non evidenzia alcun RVU). E' presente
inoltre un ispessimento (9 mm) di tutte le pareti vescicali. La
cistoureterografia minzionale (CUM) mostra in fase passiva un buon
riempimento vescicale con fine spicolatura della parete. A maggiore
riempimento si rilevano alterazioni pseudo-diverticolari con sottile
colletto, localizzate a sinistra. In fase attiva (di contrazione) si
assiste a progressiva iniezione dell'uretra che risulta
abnormemente dilatata sino al suo tratto terminale ove diventa
filiforme. Non si evidenzia RVU. La scintigrafia sequenziale renale
mostra una funzione renale conservata. Dilatazione pieloureterale sx
non ostruttiva. Megauretere dx con ridotto washout secondario a
marcata stasi vescicale. La diagnosi è di valvola uretrale
anteriore (VUA). Il piccolo è sottoposto ad intervento di
resezione transuretrale. Il post intervento decorre senza
complicanze, con la completa risoluzione della sintomatologia
urinaria ostruttiva. A 3 mesi dall'intervento chirurgico viene
eseguita una CUM di controllo che risulta nella norma; persiste solo
una piccola irregolarità dell'uretra, ad indicare il luogo
dell'intervento.
Le
valvole e i diverticoli uretrali-
L'uretra
si suddivide in un segmento posteriore o fisso (uretra prostatica,
membranosa e perineale) e in un segmento anteriore o mobile (uretra
peniena). L'ostruzione congenita dell'uretra anteriore è
di varia natura e può comprendere: le VUA (diverticolo
congenito dell'uretra), l'ostruzione valvolare della fossa
navicolare e la dilatazione cistica dei dotti delle ghiandole di
Cowper all'interno dell'uretra bulbare (siringocele). Una VUA, in
quasi tutti i casi, è un diverticolo congenito uretrale.
Durante la minzione, il diverticolo si espande, creando una
protuberanza ventralmente e distalmente, al di sotto del corpo
spongioso. Il margine dorsale del diverticolo, simile ad un lembo, si
estende quindi nel lume uretrale, occludendo il flusso urinario
(valvola ostruttiva). Le VUA sono descritte quasi con la stessa
incidenza in ogni segmento dell'uretra anteriore (40% nell'uretra
bulbare, 30% nella giunzione peno-scrotale, 30% nell'uretra
peniena). Esse sono anomalie rare, possono essere piccole,
minimamente ostruttive e di scarsa importanza clinica, oppure
gravemente ostruenti. La presentazione clinica di questa patologia è
molto variabile e dipende dall'età del paziente e dal grado
di ostruzione. Nella maggior parte dei casi i sintomi comprendono:
difficoltà allo svuotamento, gocciolamento di urine,
incontinenza, flusso urinario scarso, ematuria, infezione. Nel
periodo neonatale questa anomalia può causare una severa
ostruzione con megacisti, rottura della vescica, idroureteronefrosi
bilaterale grave. Nei bambini più grandi può dare
enuresi e gocciolamento post-minzionale.
L'eziologia
non è completamente nota, potrebbe trattarsi di una incompleta
fusione di un segmento del piatto uretrale o di uno sviluppo
incompleto e circoscritto del corpo spongioso con protrusione della
mucosa uretrale per inadeguato supporto. Queste valvole sono anomalie
insolite e difficili da diagnosticare, pertanto solo se si insiste
con le varie metodiche di indagine possono essere dimostrate.
Raramente due VUA possono coesistere nello stesso paziente; inoltre
possono associarsi alle VUA il RVU con idronefrosi. Lo studio di
Texter e Rainer 1972 riporta un caso di VUA ed evidenzia le
difficoltà incontrate per giungere alla diagnosi (da allora
sono passati più di trenta anni). Williams e Retik 1969 non
fanno differenza tra diverticoli e valvole, e ipotizzano che la
etiologia di tali lesioni sia dovuta o alla dilatazione cistica
congenita delle ghiandole periuretrali o a nidi cellulari epidermici
che comunicano con la parete uretrale o ancora ad una duplicazione
uretrale abortiva. Quest'ultima ipotesi sembra la più adatta
a spiegare la VUA. La diagnosi di questa patologia può essere
confermata nella maggior parte dei casi con la CUM, contrariamente a
quanto risulterebbe dallo studio (peraltro del 1973) di Scott e
Caffarena in cui la diagnosi viene posta mediante uroflussometria e
cistoscopia con sonda metallica a punta ricurva. Questo metodo, per
esaminare l'uretra durante la cistoscopia è efficace e
semplice da eseguire, inoltre è utile per identificare
l'esatta posizione della valvola. Va ricordato che, a volte,
nell'eseguire una CUM, si può incontrare qualche difficoltà
durante la cateterizzazione, poiché il catetere si arrotola
all'interno del diverticolo. Comunque, la cosa più
importante è il sospetto, e il sospetto deriva, nella maggior
parte dei casi, dai segni clinici di difficoltà allo
svuotamento. Inoltre, deve essere effettuata nella fase attiva
(minzionale) della CUM, una proiezione laterale o obliqua dell'intera
uretra peniena. Nel cistouretrogramma, l'uretra appare dilatata in
prossimità della valvola e ristretta distalmente ad essa. Una
valvola può apparire come un difetto lineare di riempimento
lungo la parete ventrale, oppure può essere sospettata per
un'uretra dilatata che termina con un ampio sbocco, o per un brusco
cambiamento di calibro della stessa. Un uretrogramma indicativo di
stenosi meatale, in presenza di un meato normale, è tipico di
una valvola nella fossa navicolare. Alla CUM la valvola può
presentarsi associata a diverticolo, a megacisti, a reflusso
vescicoureterale o ad altre anomalie. All'esame endoscopico essa
appare come un sottile lembo di tessuto a forma di “cuspide” o a
forma “semilineare” o ad “anello”.
Il
trattamento specifico della valvola uretrale anteriore è la
resezione transuretrale. Quando ad essa è associato un
diverticolo, è raccomandata la resezione aperta della valvola
con il taglio del diverticolo, attraverso la cistostomia sovrapubica;
altri interventi utilizzati sono l'ureterostomia e
l'uretroplastica. La chirurgia dell'uretra tende a ripristinare
la continuità, il calibro e l'elasticità del
condotto. Ciò non sempre è realizzabile, per la
facilità con cui il tessuto cicatriziale sostituisce quello
spongioso, determinando alterazioni stenosanti.
Il
contributo-
Le
malformazioni ostruttive basse rappresentano un evento raro. Alla
loro diagnosi ci si arriva valorizzando alcuni segni diretti
(gocciolamento) e/o indiretti (dilatazione delle vie urinarie a
monte, ipertrofia della parete vescicale, megavescica, megauretere).
La cistouretrometria funzionale permette in genere di riconoscere
l'ostacolo. L'infezione rappresenta di solito il campanello
d'allarme. Nelle forme meno importanti, i segni di ostacolo possono
non essere chiari e l'alta ricorrenza dell'infezione può
costituire l'unico segno dell'anomalia.
Crediamo
di poter fare le seguenti raccomandazioni:
1. in
presenza di segni e sintomi di ostruzione vescicale, pensare alle VUA
2. per
poter fare tale tipo di diagnosi in neonati, lattanti e bambini con
sintomi di ostruzione urinaria, insistere con i vari metodi
diagnostici (Uroflussometria, Cistouretroscopia, Urografia, CUM) ed
eseguire sempre durante la CUM, che è l'indagine più
utile una proiezione laterale o obliqua dell'uretra per meglio
evidenziarla;
3. la
diagnosi deve essere precoce, per, onde minimizzare la morbilità
urologica secondaria tratto urinario in tali pazienti è ampio
e va dalla
4. fare
attenzione, dopo il trattamento chirurgico, alle complicanze
postoperatorie (stenosi, fistola uretrocutanea e dilatazione uretrale
persistente).
1) Walsh
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