Marzo 2006 - Volume IX - numero 3
M&B Pagine Elettroniche
Occhio all'evidenza
L'accuratezza
dei genitori nel misurare la temperatura corporea con il termometro
timpanico è modesta
U.O di
Pediatria Ospedale San Giacomo Castelfranco Veneto (TV)
Indirizzo
per corrispondenza:dradzik@tiscali.it
Accuracy
of parents in measuring body temperature with a tympanic
thermometer.
Robinson
JL, Jou H, Spady DW. BMC Family Practice 2005;6:3-10.
E'
possibile il download gratuito di questo articolo al seguente
indirizzo web:
DOMANDA
Quanto
accurata è la rilevazione della temperatura corporea nei
bambini eseguita dai genitori con il termometro timpanico, rispetto a
quella misurata dalle infermiere con la stessa metodica ?
METODI
Disegno:
confronto in cieco fra le misurazioni ottenute dai genitori con un
termometro timpanico “casalingo” e quelle riscontrate dalle
infermiere con un analogo strumento “ospedaliero”; le due
misurazioni di controllo effettuate dalle infermiere (la prima con il
termometro “casalingo”, la seconda con quello “ospedaliero”
sono state eseguite “in aperto”) .
Sede:
la Clinica Pediatrica e il Pronto Soccorso dell'Ospedale Infantile
Stollery di Edmonton (Canada).
Partecipanti:
i genitori di 60 bambini di età 5 mesi-15 anni (età
mediana 3 anni, 59% maschi), giunti in Reparto per una valutazione
della loro temperatura corporea (17/60= 28% presentava febbre al
momento della visita, definita come T ≥ 38.50C, confermata da una
misurazione effettuata da un'infermiera mediante un termometro
timpanico “ospedaliero”); i pazienti venivano contattati nei
giorni in cui l'infermiera coinvolta nello studio era disponibile.
Criteri di esclusione: incapacità di comunicare in inglese.
Descrizione
del test: ottenuto il consenso informato, è stato
consegnato ai genitori il foglietto di istruzioni del termometro
timpanico da casa Braun Thermoscan Inc., San Diego, California. Dopo
averlo letto, veniva loro richiesto di misurare la temperatura
corporea del proprio figlio, registrandola su di un pezzo di carta.
Successivamente, all'oscuro dei risultati ottenuti, una delle tre
infermiere addestrate, eseguiva personalmente due rilevazioni seriali
della temperatura nello stesso bambino, utilizzando dapprima il
medesimo strumento e poi il termometro timpanico ospedaliero
CORECHECK, ALARIS Inc., San Diego, California. Tutte e tre le
misurazioni venivano effettuate nello stesso orecchio, a distanza di
non più di 5 minuti l'una dall'altra (eccetto che in 5
casi).
Standard
diagnostico: la temperatura corporea misurata dall'infermiera
con il modello di termometro timpanico “ospedaliero”.
Esiti:
la differenza media assoluta fra le letture ottenute dai genitori con
il termometro timpanico “casalingo” e quelle misurate dalle
infermiere con il termometro timpanico “ospedaliero”; la
percentuale delle misurazioni che differivano ≥ 0.50 C (differenza
considerata clinicamente significativa); l'accuratezza dei genitori
e delle infermiere nell'individuare la febbre (sensibilità e
specificità del test), con il termometro timpanico “casalingo”
confrontato con il gold standard (la misurazione delle infermiere con
il termometro “ospedaliero”).
PRINCIPALI
RISULTATI
La
tabella 1 mostra come le performance diagnostiche del termometro
timpanico “casalingo”, utilizzato dalle infermiere, erano tali da
individuare la febbre nella maggior parte dei casi, mentre i genitori
con lo stesso strumento sbagliavano 1 volta su 4. La differenza
assoluta media fra le letture eseguite dai genitori con il termometro
“casalingo” e quelle delle infermiere con il termometro
“ospedaliero” era 0.51+/-0.63°C , con il 72% delle
rilevazioni che differivano ≥ 0.5°C fra loro. La discordanza
fra le due misurazioni eseguite dalle infermiere (con il termometro
“casalingo” e con quello “ospedaliero”), era solo del 13%. Se
il test oggetto dello studio avesse avuto un' elevata sensibilità,
avrebbe permesso in caso di negatività (mancato riscontro di
temperatura febbrile) di escludere con sicurezza tale diagnosi; ma
così non è stato per i genitori, a differenza che per
le infermiere. Il diverso comportamento fra i due gruppi nella
performance del termometro timpanico “casalingo” è
espresso anche dal Rapporto di Verosimiglianza (RV) ottenuto per il
risultato negativo: un RV- di 0.25 raggiunto dai genitori genera
piccoli cambiamenti dalla probabilità pre test a quella post
test, mentre un RV- di 0.067 per le infermiere riduce sensibilmente
la probabilità post test di avere la febbre. Il termometro
timpanico appare più affidabile in mano ai genitori quando
essi riscontrano la presenza della febbre (un test con elevata
specificità conferma la diagnosi quando è positivo).
Tabella
1 Abilità dei genitori e delle infermiere nel rilevare la
presenza di febbre (temperatura corporea ≥ 38.5°) utilizzando
un termometro timpanico casalingo, in confronto allo standard di
riferimento (il termometro timpanico ospedaliero).
Test | Sensibilità
(IC 95%) | Specificità
(IC 95%) | RV+ | RV- |
Misurazione
eseguita dai genitori | 76%
(da 50 a 93) | 95%
(da 84 a 99) | 16.4 | 0.25 |
Misurazione
eseguita dalle infermiere | 94%
(da 71 a 100) | 88%
(da 75 a 96) | 8.1 | 0.067 |
Sensibilità
= proporzione dei pazienti con la malattia che hanno il test
positivo.
Specificità
= proporzione dei pazienti senza la malattia che hanno il test
negativo.
RV =
Rapporto di Verosimiglianza = misura l'abilità del test di
modificare la probabilità pre test, indicando di quante volte
è più probabile un risultato di un test in un paziente
con, rispetto ad uno senza, la malattia in questione. In un unico
dato vengono riassunti i risultati della sensibilità e della
specificità.
RV+ =
Rapporto di Verosimiglianza per un risultato positivo e RV- =
Rapporto di Verosimiglianza per un risultato negativo calcolati dai
dati dell'articolo con il programma Confidence Interval Analysis
2.1.1.
CONCLUSIONI
Le
misurazioni della temperatura corporea ottenute dai genitori con un
termometro timpanico “casalingo” devono venir interpretate con
molto cautela.
COMMENTO
L'accertamento
della febbre in un paziente rappresenta un momento cruciale del
processo diagnostico: la sua presenza può indurre infatti il
medico ad eseguire ulteriori accertamenti e a prendere decisioni
terapeutiche, come iniziare un trattamento antibiotico; per questo è
importante avere a disposizione uno strumento, in grado di ottenere
una misurazione precisa e semplice della temperatura corporea.
Fino a
pochi anni fa veniva utilizzato solo il termometro a mercurio, che
pur affidabile, non risultava sempre di facile impiego, specie nei
neonati e nei bambini poco collaboranti: il termometro a infrarossi,
introdotto per la prima volta circa 15 anni fa, poteva invece
rilevare la temperatura corporea in pochi secondi, applicandolo per
giunta in una zona facilmente accessibile come il canale auricolare
esterno: per questo ha avuto un immediato successo, tanto da essere
preferito negli Stati Uniti dal 64% dei pediatri e dal 65% dei medici
di famiglia (1); si tratta di un apparecchio dotato di un rilevatore
ad infrarossi, che sfrutta il fenomeno fisico per cui i corpi caldi
emettono calore sotto forma di radiazioni elettromagnetiche: le
informazioni vengono raccolte attraverso il canale auricolare,
direttamente dai timpani e dai tessuti circostanti e la lettura
trasmessa ad un convertitore che elabora il segnale, visualizzato poi
da un microchip sul display. Misurare la temperatura corporea in
questo modo non solo è facile, ma richiede un solo secondo !
Lo studio
di Robinson et al (2) è il primo a valutare l'affidabilità
delle misurazioni da parte dei genitori, della temperatura corporea
tramite il termometro timpanico, confrontata con quella ottenuta da
operatori sanitari che utilizzavano il medesimo apparecchio; queste
le loro conclusioni: le letture timpaniche riportate dai genitori, a
differenza di quelle rilevate dalle infermiere, devono essere
interpretate con cautela, perchè nel 25% dei casi non viene
individuata la presenza della febbre.
Ma
possiamo giudicare validi i risultati di questo studio ? Mi saranno
davvero di aiuto nella cura dei miei pazienti ? La valutazione della
qualità metodologica di una ricerca sull'accuratezza di un
test diagnostico si basa sulla verifica della presenza di eventuali
bias (validità interna) e sulla possibilità di
generalizzarne e applicarne i risultati nella propria pratica clinica
(validità esterna). Abbiamo riassunto nella tabella 2 gli otto
requisiti che devono venir rispettati in uno studio di questo genere
(3).
Tabella 2 Domande-guida che devono essere prese in considerazione per
giudicare la validità di uno studio di accuratezza diagnostica
(3)
E'
stato fatto un confronto indipendente e cieco con un test standard
di paragone appropriato ? |
I test
diagnostici presi in esame sono stati applicati ad un campione
rappresentativo di pazienti ? |
I
risultati dei test presi in esame hanno influenzato la decisione
di eseguire successivamente il test standard di riferimento ? |
Sono
state descritte in modo sufficientemente dettagliato le modalità
di esecuzione dei test diagnostici, in modo tale da permetterne la
riproducibilità ? |
Vengono
forniti i rapporti di probabilità dei risultati dei test
oppure i dati necessari per il loro calcolo ? |
I
risultati dei test dello studio possono essere riprodotti in modo
soddisfacente nella mia realtà ? |
I
risultati dello studio possono essere applicati ai miei pazienti ? |
I
risultati dei test dello studio modificheranno il mio
comportamento ? |
Per
rendere “robusta” la struttura dello studio gli investigatori
avrebbero dovuto confrontare il test in oggetto con un altro di
riferimento, che per caratteristiche di affidabilità e
precisione doveva rappresentare “il gold standard”.
Ma il
termometro timpanico ospedaliero utilizzato dalle infermiere per
questo scopo è “il gold standard” per la misurazione della
temperatura corporea nei bambini ?
Per
controllare questo punto cruciale abbiamo effettuato una breve
revisione della letteratura sulla accuratezza diagnostica di questo
strumento, utilizzando per la nostra ricerca il filtro “diagnosis”
delle Clinical Queries di PubMed (spuntando i termini “sensitivity”
e “specificity”).
Dopo aver
digitato nella stringa “tympanic thermometer” abbiamo individuato
una Revisione Sistematica pubblicata nell'agosto del 2002 sul
Lancet (4), in cui erano stati ricercati tutti gli studi di confronto
fra temperatura misurata in sede rettale (considerata metodo di
riferimento), utilizzando termometri a mercurio, elettronici, o sonde
permanenti e temperatura ottenuta in sede auricolare con diversi tipi
di termometro a raggi infrarossi. Sono stati inclusi in questa RS 44
studi di cui 31 (4441 bambini) hanno permesso di eseguire una
metaanalisi; queste le conclusioni: la differenza combinata fra le
temperature medie riscontrate (rettale meno auricolare) risulta di
appena 0.29°C, ma con limiti di consenso così ampi (IC 95%
da –0.74 a 1.32) da rendere il termometro timpanico non adatto
quando sia richiesta precisione; in altre parole il riscontro di una
temperatura rettale di 38 °C, potrebbe corrispondere ad una
auricolare variabile da 37,04 °C a 39,2 °C ! In realtà
solo 2 degli studi pediatrici (5,6) inclusi in questa Revisione (4),
(uno di coorte prospettico, l'altro caso-controllo) utilizzavano un
termometro ad infrarossi di tipo timpanico con caratteristiche simili
a quelle descritte nel nostro trial (2); ma anche per questi casi
valgono le considerazioni precedenti.
Successivamente
sono stati realizzati altri due studi sullo stesso argomento: nel
primo sono state confrontate le performance di un termometro
timpanico con quelle di un termometro digitale rettale in 199 bambini
di 1 mese-12 anni di età, ottenendo una sensibilità del
71% e una specificità del 95% (7); nel secondo la differenza
fra la temperatura rettale media e quella timpanica media è
risultata di solo 0.19°C in 110 bambini valutati in Pronto
Soccorso (8).
Conclusioni
della nostra ricerca: non ci sono buone evidenze per considerare il
termometro timpanico uno strumento accurato e di riferimento per
misurare la temperatura corporea nei bambini; i motivi sono
probabilmente legati a: a) affidabilità diverse fra le varie
marche (9); b) temperatura dell'ambiente circostante e scelta
dell'orecchio che possono influenzare i risultati fino a 0.5° e
1.0°, rispettivamente (10,11); c) mancanza di una
standardizzazione della calibrazione sia iniziale che successiva; d)
necessità di dover rendere rettilineo il condotto uditivo
prima di effettuare la misurazione e di escludere con l'otoscopio
l'esistenza di cerume o di squame che bloccando il meato possono
invalidare la lettura (12).
Alcune
considerazioni metodologiche finali:
- non sappiamo se le misurazioni con il test oggetto dello studio (il termometro timpanico “casalingo”) siano state effettuate su di un campione veramente rappresentativo di pazienti; si trattava di bambini “ospiti” della Clinica Pediatrica, ma di cui non conosciamo la patologia da cui erano affetti; non viene per esempio specificato se qualcuno di essi presentasse un processo infiammatorio dell'orecchio medio, che “riscaldando” la membrana timpanica e i tessuti circostanti avrebbe potuto influenzarne i risultati (13).
- le infermiere non erano ”mascherate” quando sono state confrontate le loro misurazioni (quella con il termometro “casalingo” e quella con il termometro “ospedaliero”): i risultati relativi ad esse sono perciò poco attendibili.
- Gli Intervalli di Confidenza delle sensibilità e specificità sono così ampi da denunciare una numerosità campionaria probabilmente insufficiente per ottenere dati precisi.
In
conclusione questo studio ha utilizzato un test di riferimento, che
alla luce delle evidenze delle letteratura si dimostra poco accurato
per essere considerato un “gold standard”; i risultati raggiunti
perciò non modificheranno il mio comportamento: di fronte ad
un bambino in cui sia importante misurare la temperatura corporea con
precisione continuerò ad affidarmi al “vecchio”
tradizionale termometro a mercurio.
1.
Silverman BG, Daley WR, Rubin JD. The use of infrared ear
thermometers in pediatric and family practice offices. Public Health
Rep 1998; 113: 268-272.
2.
Robinson JL, Hsing J, Spady DW. Accuracy of parents in measuring body
temperature with a tympanic thermometer. BMC Family Practice
2005;6:3-10.
3.
Jaeschke R, Guyatt G, Sackett DL. Users' guides to the medical
literature.III. How to use an article about a diagnostic test. A. Are
the results of the study valid ? Evidence-Based Medicine Working
Group. JAMA 1994;271:389-91.
4. Craig
JV, Lancaster GA, Taylor S, Williamson PR, Smyth RL. Infrared ear
thermometry compared with rectal thermometry in children: a
systematic review. Lancet 2002;360:603–9.
5. Lanham
DM, Walker B, Klocke E, Jennings M. Accuracy of tympanic temperature
readings in children under 6 years of age. Pediatr Nurs 1999; 25:
39-42.
6.
Wilshaw R, Beckstrand R, Waid D, Schaalje GB. A comparison of the use
of tympanic, axillary, and rectal thermometers in infants. J Pediatr
Nurs 1999; 14: 88-93.
7.
Banitalebi H, Bangstadt HJ. Measurement of fever in children-is
infrared tympanic thermometry reliable ? Tidsskr Nor Laegeforen
2002;122 (28):2700-01.
8.
Kocoglu H, Goksu S, Isik M, Akturk Z, Bayazit YA. Int J Pediatr
Otorhinolaryngol 2002;65(1):39-43.
9.
Hoffman C, Boyd M, Briere B, Loos F, Norton PJ. Evaluation of three
brands of tympanic thermometer. Can J Nurs Res 1999;31:117-30.
10. Betta
V, Cascetta F, Sepe D. An assessment of infrared tympanic
thermometers for body temperature measurement. Physiol Meas
1997;18:215-25.
11.
Modell JG, Katholi CR, Kumaramangalam SM, Hudson EC, Graham D.
Unreliabiliy of the infrared tympanic thermometer in clinical
practice: a comparative study with oral mercury and oral electronic
thermometers. South Med J 1998;91:649-54.
12.
Drake-Lee A, Mantella I, Bridle A. Infrared ear thermometer compared
with rectal thermometer in children. Letter. Lancet 2002;7;360:1882.
13.
Chamberlain JM, Terndrup TE. New light on ear thermometer readings.
Contemp Pediatr 1994; 11: 66-76.
Vuoi citare questo contributo?