Dicembre 2006 - Volume IX - numero 10
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Appunti di Terapia
Quale
rischio corrono i nati dalla fertilizzazione in vitro?
Membro
della Commissione Nazionale Vaccini
Indirizzo
per corrispondenza: bartolozzi@unifi.it
Fino a
oggi sono stati condotti pochi studi sullo sviluppo neurologico di
bambini concepiti attraverso l'iniezione intracitoplasmatica di
sperma (ICSI).
Circa un
anno e mezzo fa, in uno studio collaborativo fra 5 centri europei
(Belgio, Danimarca, Grecia, Svezia e Regno Unito) sono stati studiati
511 bambini di 5 anni ICSI, confrontati con 424 bambini di 5 anni
concepiti con la fertilizzazione in vitro e 488 bambini di 5 anni
concepiti naturalmente. Lo sviluppo motorio e cognitivo venne
valutato con numerose prove (Ponjaert-Kristoffersen I, Bonduelle M,
Barnes J, et al. International copllaborative study of
intracytoplasmatic sper injection-conceived, in vitro
fertilization-conceives, and naturally conceived 5 year old child
outcomes: cognitive and motor assessments. Pediatrics
2005;115:283e-289e).
Nessuna
differenza venne notata, attraverso numerose prove, fra i 3 gruppi di
bambini; i risultati non furono influenzati dal sesso, dal paese o
dal livello di educazione materna. Tuttavia nel sottogruppo di primi
figli con madri che alla nascita avevano 33-45 anni, i bambini
concepiti naturalmente hanno ottenuto migliori quozienti
d'intelligenza verbali e migliori risposte alle prove di
prestazioni e verbali, senza che queste differenze abbiano avuto
rilevanza clinica.
Viene
concluso che non sono state trovate differenze fra i 3 gruppi di
bambini. Alcune variabili demografiche, come l'età materna e
l'educazione materna possono giocare un certo ruolo.
A
distanza oltre un anno è comparsa un'altra pubblicazione,
questa volta finlandese, sullo stesso argomento (Klemetti R, Sevòn
T, Dissler M et al. Health of children born as a result of in vitro
fertilization. Pediatrics 2006, 118:1819-27). Anche lo scopo
di questo studio è stato quello di esaminare la salute dei
bambini di oltre 4 anni di età, nati grazie alla tecnica della
fertilizzazione in vitro. 4.559 bambini nati in Finlandia dal 1996 al
1999 vennero studiati sistematicamente fino al 2003. Molto
opportunamente vennero scelti due gruppi controllo: uno di 190.398
bambini, nati nello stesso periodo, venne indagato per esaminare lo
stato di salute perinatale e l'ospedalizzazione, e l'altro di
26.877 bambini, scelti a caso, per ricercare lo stato di salute e il
consumo di medicine a lungo termine. Sono state calcolate nei vari
gruppi:
- La mortalità
- L'odds ratio per la prognosi perinatale,
- L'ospedalizzazione,
- I benefici per la salute,
- L'uso di farmaci a lungo termine
Sebbene
complessivamente sia possibile riconoscere la bontà dello
stato di salute della maggior parte dei bambini, nati dalla
fertilizzazione in vitro, a un esame più approfondito è
risultato che questi bambini avevano più degli altri dei
problemi di salute. Tuttavia è necessario tener conto che il
35,7% dei bambini, nati grazie alla fertilizzazione in vitro, e solo
il 2,2% dei bambini controllo, erano nati da gravidanze multiple e,
come si sa, la salute dei nati da gravidanze multiple è meno
buona di quelli nati da gravidanza singola. L'evoluzione perinatale
dei bambini da fertilizzazione in vitro è peggiore e gli
episodi di ricovero in ospedale sono superiori, in confronto ai
bambini controllo. Sono aumentati in questi bambini anche i rischi di
paralisi cerebrale e i disordini psicologici e dello sviluppo.
Fra i
nati singoli da fertilizzazione in vitro venne tuttavia trovata una
prognosi peggiore durante il periodo perinatale e una più
frequente ospedalizzazione, ma non è stato notato un aumento
del rischio di malattie specifiche. Lo stato di salute dei nati da
gravidanza multiple per fertilizzazione in vitro, è
confrontabile con quello dei nati da gravidanze multiple di
controllo.
Gli
Autori concludono che riducendo il numero degli embrioni trasferiti
in utero, migliorerà la salute dei bambini nati da
fertilizzazione in vitro. Tuttavia essi ritengono che siano necessari
ulteriori studi per spiegare il peggiore stato di salute dei nati da
gravidanze singole, frutto della fertilizzazione in vitro,
soprattutto in bambini in età superiore ai 4 anni.
Considerazioni
personali
Dalle due
pubblicazioni si ricava l'impressione che i nati dalla
fertilizzazione in vitro non mostrano caratteristiche cliniche molto
diverse dai nati naturalmente.
Tuttavia
quando, come nella pubblicazione più recente, si considerino
le gravidanze multiple (che così spesso si manifestano per un
eccessivo numero di embrioni impiantati), più frequentemente
si verificano quadri clinici simili a quelli che siamo soliti vedere
nei nati da gravidanze multiple “naturali”. Sembra quindi più
che corretto l'andamento, seguito in questi ultimi anni, di
stabilire una regola, secondo la quale non vanno impiantati più
di uno o al massimo due embrioni per volta. Eventualmente in mancanza
di successo, è molto più semplice ripetere l'impianto
che partire con uno numeroso.
È
ovvio che parallelamente vanno studiati, in un programma completo,
anche o limiti degli interventi d'iperstimolazione ovarica, che
così spesso vengono attuati nelle donne in età fertile
con difficoltà di concepimento e che sono responsabili di
gravidanze multiple.
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