Settembre 2007 - Volume X - numero 7
M&B Pagine Elettroniche
Appunti di Terapia
Riduzione
del dolore legato alle vaccinazioni
Membro
della Commissione Nazionale Vaccini
Indirizzo
per corrispondenza: bartolozzi@unifi.it
Il
dolore, che si manifesta in seguito alle iniezioni per l'esecuzione
delle vaccinazioni, è causa di sofferenza e di ansietà
per i bambini che debbono essere vaccinati, per i loro genitori e per
il personale addetto all'assistenza che deve eseguire la
vaccinazione.
Ormai le
schedule di vaccinazione in soggetti al di sotto dei 14 anni sono
affollate di somministrazioni: esse prevedono l'immunizzazione
verso 12-14 malattie, con 14-20 iniezioni separate prima dell'età
di due anni, a seconda delle combinazioni di vaccini che abbiamo a
disposizione; spesso si ricorre alle co-somministrazioni durante la
stessa visita con due (o tre) iniezioni separate.
La
maggior parte dei bambini è preoccupata, ogni volta che vede
il pediatra, della possibilità di ricevere una iniezione:
questa ansia, più o meno evidente, domina l'intera visita e
limita spesso la possibilità di eseguire un esame obiettivo
completo e approfondito.
Tutti i
pediatri e tutte le infermiere che lavorano con i bambini sanno che
quando entra un bambino in ambulatorio, la sua prima domanda è:
“mi fate un'iniezione?”. L'ago per molti bambini è un
potente simbolo negativo. Tutti i bambini, di qualsiasi età,
posseggono un'ottima memoria del dolore, essi conoscono le
procedure dolorose e reagiscono tanto più intensamente quanto
maggiore è il numero delle procedure cui siano stati
sottoposti, senza un'adeguata analgesia. Riconoscono immediatamente
l'intenzione di andare dal pediatra, riconoscono le vicinanze
dell'ambulatorio, l'ambulatorio stesso, il pediatra e
l'infermiera. Spesso rifiutano di entrare in modo clamoroso.
Nonostante
la frequenza di questo problema, troppo di rado se ne parla nelle
riunioni pediatriche e troppo poca attenzione viene dedicata nelle
pubblicazioni scientifiche correnti. La letteratura in questa area è
più spesso anedottica, basata sull'esperienza personale,
piuttosto che sulla ricerca.
Di
recente (maggio 2007) è stato pubblicato sul Pediatrics
un “articolo speciale”, che affronta questi problemi in modo
sistematico: Schechter NL, Zempsky WT, Cohen LL, et al. Pain
reduction during pediatric immunizations: evidence-based review and
recommendations. Pediatrics 2007;119:e1184-98.
Il testo
è suddiviso, molto opportunamente in settori:
Prima
dell'iniezione:
1.
preparazione alla vaccinazione
2. scelta
della sede per l'iniezione
3.
lunghezza dell'ago
4.
caratteristiche del liquido iniettato
Durante
l'iniezione:
1.
comportamento dei genitori
2.
immobilizzazione del bambino
3.
distrazione
4. uso
dello zucchero
5.
anestetici locali
6.
variabili tecniche nell'esecuzione dell'iniezione
Prima
dell'iniezione
1.
Preparazione alla vaccinazione
E'
stato dimostrato che fornire informazioni al bambino (anche
attraverso video) sull'esecuzione della vaccinazione non induce
nessuna modificazione nel comportamento successivo.
Molto
utili invece sono risultate le informazioni fornite ai genitori sulle
ragioni delle vaccinazioni, sui loro vantaggi e sul dolore che
comporta la vaccinazione. Tuttavia ancora non è disponibile
una ricerca approfondita sulle modalità di preparazione del
bambino e dei genitori, utili per ridurre il trauma dell'iniezione.
2.
Scelta della sede dell'iniezione
C'è
ormai un consenso unanime nella scelta della faccia antero-letarale
della coscia (vasto laterale) per i bambini al di sotto dei 18 mesi,
e per il deltoide nei bambini al di sopra dei 18 mesi.
Ma va
ricordato che l'iniezione nella coscia è più dolorosa
e causa maggior incapacità funzionale dell'iniezione nel
braccio: dolore intenso nel 30,5% dei pazienti dopo iniezione nella
coscia, contro solo l'8,1% dopo iniezione nel braccio (Ipp MM et
al, Pediatrics 1989); i due terzi dei bambini zoppica per
24-48 ore dopo la vaccinazione, anche se la tumefazione e
l'arrossamento sarebbero più frequenti dopo l'iniezione
nel deltoide.
3.
Lunghezza dell'ago
Pur
andando contro un giudizio intuitivo, è stato dimostrato che
un ago più lungo induce meno dolore e determina meno effetti
collaterali di un ago più corto (Diggle L,Deeks J, BMJ, 2000;
Ara 2000 (comunicazione personale)).
Il Red
Book (2006) suggerisce queste lunghezze:
- Per neonati-lattanti di 2 mesi: lunghezza dell'ago di 16 mm (5/8 di un pollice)
- Per lattanti lunghezza di mm 25
- Per bambini più grandi, se viene usato il deltoide va bene una lunghezza da 16 mm a 25 mm, mentre se viene usato il vasto laterale va bene una lunghezza da 25 mm a 30-31 mm.
- Per adolescenti e adulti, usando il deltoide, va bene una lunghezza da 25 mm a 50 mm.
4.
Caratteristiche del liquido iniettato
Le
ricerche in questo settore hanno riguardato essenzialmente: la
temperatura del liquido iniettato, le variazioni del diluente usato e
i cambiamenti delle caratteristiche chimiche della soluzione
iniettata.
Si è
pensato che il dolore della vaccinazione potesse essere legato al
fatto che molti vaccini vengono conservati in frigorifero prima
dell'uso; questo riguarda anche per altri farmaci da usare
via parenterale. Nell'ipotesi che l'iniezione di una
sostanza fredda sia più dolorosa di quella di una sostanza a
temperatura corporea, è stato suggerito di riscaldare il
liquido da iniettare. Mentre per alcuni farmaci un innalzamento della
temperatura del liquido da iniettare sembra si associ a minor dolore,
per i vaccini non sembra che questo sia vero e che comunque il dolore
risulta indipendente dalla temperatura del liquido (Maiden MJ et al,
Med J Aust 2003, 178:433-6).
La scelta del diluente può ridurre la durata del
dolore di un'iniezione, sia a breve che a distanza dall'iniezione.
Se il diluente è solo acqua
sterile o se a questa viene aggiunta della lidocaina, si notano
sostanziali differenze sia inizialmente, che dopo 4 e ancora dopo 24
ore. Lo stesso è stato dimostrato per la benzatin penicillina
G (Amir J et al, Pediatr Infect Dis J 1998, 17:890-3). Purtroppo
ancora non stati stati pubblicati studi sull'influenza della
lidocaina sulla risposta immunologica ai vaccini.
Differenze
notevoli sono state anche dimostrate a seconda della formulazione dei
vaccini: esistono due studi che hanno confrontato la comparsa di
dolore dopo la vaccinazione con MPR in bambini in età
inferiore ai 4 anni, con vaccino MMR II (Merck and Co) e con vaccino
Pluserix o Priorix (GlaxoSmithKline). Nei due studi sono state
dimostrate drammatiche differenze nell'intensità del dolore
a varia distanza dall'inoculazione, a favore del Priorix. E'
stato suggerito che la riduzione del dolore può essere
attribuita al pH leggermente più alto nel vaccino Priorix
(7,2-7,6 contro 6,2-6,6).
Durante
l'iniezione
1.
Comportamento dei genitori
Il
comportamento dei genitori durante la vaccinazione influenza
sicuramente il dolore del bambino e la sua capacità di
sopportarlo.
L'eccessiva
rassicurazione da parte dei genitori, come il soffrire con loro o lo
scusarsi con loro può aumentare il dolore, mentre il buon
umore e la distrazione tendono a diminuirlo. Insegnare ai genitori le
tecniche che possono essere usate per promuovere la sopportazione del
dolore, può aiutare a ridurre il dolore e ad aumentare la
padronanza della procedura.
2.
Il contenimento del bambino
C'è
poca letteratura a questo proposito.
Per i
bambini più piccoli, lo scopo è quello di avere la
coscia scoperta in un bambino rilasciato: questo si ottiene lasciando
che sia la madre a tenere in grembo il bambino.
Anche i
bambini più grandi debbono stare seduti sulle gambe di un
genitore con il deltoide esposto e rilasciato per quanto è
possibile.
Va
ricordato che alcuni genitori sono incapaci di aiutare a trattenere
il bambino durante le procedure della vaccinazione. Tuttavia essi
debbono essere presenti durante l'esecuzione dell'iniezione,
distraendo il bambino durante l'introduzione dell'ago e cercando
di calmarlo dopo la procedura.
3.
Distrazione
Come si
sa la distrazione è la chiave di ogni intervento per il
trattamento non farmacologico del dolore.
La
distrazione può andare dalla visione di registrazioni
televisive, a finte telefonate, a conversazioni, a robot interattivi,
allo sgranamento degli occhi, al caleidoscopio, a brevi storie fino
alla musica. Simili tecniche sono particolarmente efficaci in bambini
in età inferiore ai 7 anni. Non esistono studi che confrontino
i vantaggi di uno o di un altro metodo di distrazione.
4.
Uso dello zucchero
La
somministrazione di acqua zuccherata (dal 12 al 50%) o di altre
soluzioni dolci, quando usata poco prima della procedura, diminuisce
il dolore dell'iniezione nei neonati. Per spiegare questo fenomeno
è stato pensato alle endorfine. Lo zucchero può essere
anche somministrato cospargendo il succhiotto o inserendo
direttamente in bocca con una piccola siringa, caricata con una
soluzione zuccherina.
Purtroppo
l'efficacia di questa procedura si attenua e scompare da 4 a 6 mesi
di età.
Anche
l'allattamento al seno al momento dell'inoculazione fornisce un
certo grado di analgesia (Gray L et al. Pediatrics 2002, 109:590-3).
Nonostante
che manchi una pubblicazione che studi i vari aspetti del problema,
sembra sia oggi possibile raccomandare l'uso dello zucchero come
una parte della vaccinazione per i lattanti di età ≤ 6 mesi.
5.
Anestetici topici.
Gli
anestetici locali riducono il dolore sia delle iniezioni sottocutanee
che intramuscolari, nonostante che la loro penetrazione nella cute
sia limitata. Molti agenti sono stati studiati e tutti sono sicuri e
poco costosi, ma quasi tutti hanno un inizio troppo lento di attività
(intorno ai 60 minuti).
Il più
studiato è la crema EMLA: essa è sicura anche nei nati
da parto prematuro e non altera l'immunogenicità dei
vaccini. Purtroppo il tempo necessario per l'inizio dell'attività
antidolore è molto lungo (circa un'ora) per cui il suo uso è
molto limitato nella vaccinazione in ambulatorio.
Sono
stati studiati altri anestetici locali (ametocaina, vapocoolant,
lidocaina liposomiale) ma nessuno si è dimostrato di facile
impiego.
Al
momento attuale questa strada non porta ad alcun risultato pratico.
6.
Variabili tecniche
Ci sono
infine numerosi artifici tecnici individuali, riguardanti soprattutto
la modalità d'inserzione dell'ago.
Per le
iniezioni intramuscolari, qualunque sia la sede, viene suggerito di
stirare la cute intorno all'area nella quale è stato deciso
di eseguire l'inoculazione e d'inserire l'ago nella cute con un
angolo di circa 90° gradi, cioè perpendicolare alla pelle.
Classicamente viene consigliato di aspirare, prima dell'introduzione
del liquido, per essere sicuri di non essere finiti all'interno di
una vena. Tuttavia di recente è stato osservato che questa
pratica non è affatto necessaria (Red Book 2006). Il vaccino
va iniettato a pressione costante e l'ago va disinserito secondo lo
stesso angolo lungo il quale è stato introdotto.
Una
ventina di anni fa è stata suggerita una tecnica, chiamata “a
zeta”, che ha avuto una diffusione limitata.
E'stato
suggerito che la pressione nella sede d'iniezione riduce il dolore,
associato alla vaccinazione. Alcune pubblicazioni in adulti hanno
confermato questa tecnica
Finalmente,
nell'era delle co-somministrazioni in una singola visita, sono
studiati i vantaggi delle iniezioni simultanee (diversi membri dello
staff iniettano vaccini diversi in sedi diverse nello stesso tempo)
nei confronti delle somministrazioni sequenziali, cioè una
dopo l'altra (Bogin FJ et al, Pediatr Res 2004, 55:210A). Sulla
base di due studi viene concluso che, sebbene non vi siano evidenti
diminuizioni del dolore con la somministrazioni simultanea, i
genitori preferiscono, quando sia possibile, la somministrazione
simultanea. Questa scelta, a dir la verità, mi sembra molto
“americana” e difficilmente applicabile nel nostro Paese, per la
mancanza cronica di personale, nelle nostre latitudini; tuttavia l'ho
vista applicata con successo in una città dell'Emilia
Romagna, in un servizio non adibito alle vaccinazioni, nel quale
venivano praticate molte iniezioni intramuscolari nella giornata.
Nella
Tabella 1 sono riportate le strategie raccomandate per ridurre il
dolore durante la vaccinazione.
Tabella
1. Strategie raccomandate per ridurre il dolore durante la
vaccinazione e loro livelli di evidenza.
Momento
di applicazione |
Raccomandazioni |
Livello
di evidenza |
Prima
dell'iniezione |
|
B
B |
Durante
l'iniezione |
|
A
B
A
A
B |
Livello
A: le raccomandazioni si basano su evidenti prove scientifiche
Livello
B: raccomandazioni basate su prove scientifiche limitate e
inconsistenti.
Livello
C: raccomandazioni basate principalmente sul consenso e l'opinione
di esperti.
Considerazioni
personali
Pur
riconoscendo che il dolore, che accompagna le vaccinazioni per via
parenterale, non rappresenta una grave minaccia per la salute pubblica,
va considerato che rappresenta un problema per tutti i bambini e che
per alcuni esso è estremamente importante.
Per
questa ragione, Sanità pubblica e Pediatri debbono affrontare
questa difficoltà e conoscere approfonditamente i vari aspetti
di questa manifestazione. Purtroppo fino a oggi scarso interesse ha
suscitato la soluzione di questo inconveniente, sia come diffusione
della conoscenza che come partecipazione attiva degli addetti alle
vaccinazioni. Quasi sempre infatti il dolore, legato all'iniezione,
viene considerato come una parte inscindibile della pratica
vaccinale, per il superamento del quale non è necessario
“perder molto tempo”. Questo atteggiamento va in tutti i modi
superato, perché la lotta al dolore in corso di vaccinazione,
deve venire a far parte della lotta generale contro il dolore, che
rappresenta uno degli obiettivi più importanti della medicina
e quindi della pediatria moderna.
La
completezza della trattazione ci aiuta a ripercorrere tutte le fasi
della manualità della vaccinazione e a riconsiderare alcune
posizioni teoriche che oggi non hanno più senso. La precisa
considerazione delle singole fasi mette in evidenza inoltre la
debolezza di alcune “credenze”, molto diffuse, e insieme ci
prospetta soluzioni semplici e razionali, che vengono considerate di
classe A, per quanto riguarda il livello di evidenza. Queste
raccomandazioni le possiamo subito farle nostre, sempre nel tentativo
di migliorare costantemente le nostre prestazioni a favore dei
bambini che ci sono stati affidati dai genitori.
Quindi
non un'esecuzione meccanica, acritica della vaccinazione, ma la
necessità di seguire un percorso logico da prima
dell'iniezione, fino all'iniezione e anche dopo.
Rimane
incomprensibile come l'editore di Pediatrics abbia relegato
questa pubblicazione fra le pagine elettroniche e non fra quelle
dedicate alle pubblicazioni in cartaceo, riservate ovviamente agli
studi più importanti.
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