Maggio 2007 - Volume X - numero 5
M&B Pagine Elettroniche
Casi indimenticabili
Una
febbre di lunga durata
U.O.
Pediatria, Ospedale M. Bufalini, Cesena
Agata
è una bimba di 2 anni che giunge alla nostra osservazione
per una storia di febbre elevata di tipo settico da 10 giorni con
comparsa di dolori migranti (arto superiore destro, piante dei
piedi) e diarrea negli ultimi giorni. Tale sintomatologia era
iniziata mentre la bambina si trovava con i genitori a Praga.
All'anamnesi si segnala che anche la madre aveva presentato
alvo diarroico. All'ingresso la b. presenta buone condizioni
generali, obiettività cardiorespiratoria negativa, addome
trattabile, organi ipocondriaci nella norma, non
linfoaedenopatie, faringe iperemico con iperemia della rima
labiale e lieve congiuntivite. Desquamazione fine al tronco e
nella cute interdigitale di mani e piedi.
Le
ipotesi diagnostiche a cui inizialmente abbiamo pensato sono
state:
-
Infezione virale (nonostante la febbre elevata e protratta le
condizioni
generali
della bimba sono sempre state buone)
- M.
di Kawasaki (febbre persistente, iperemia del cavo orale,
congiuntivite,
desquamazione)
-
Artrite cronica giovanile (febbre, artralgie).
Per
orientarci meglio eseguiamo una serie di accertamenti: l'
emocromo risulta assolutamente nella norma (non linfocitosi né
anemia né piastrinosi); nella norma risultano pure le
transaminasi, le sottopopolazioni linfocitarie, le
immunoglobuline, la Mantoux, l'emocoltura (eseguita non in
puntata febbrile), la VES e il tampone faringeo, l'Rx torace e
l'ecografia addome, la coprocoltura per Salmonella,
Shigella e Rotavirus e la ricerca del sangue
occulto nelle feci. Si evidenzia solo un lieve aumento della PCR
(1.4 mg/dl).
Iniziamo
a orientarci fortemente verso un'infezione virale e attendiamo
lo sfebbramento ma la bambina, che peraltro sembra in ottime
condizioni generali (non sono più presenti né le
artralgie né l'alvo diarroico), continua a presentare
febbre intermittente. A questo punto si insinua in noi il dubbio
che possa trattarsi di “Munchausen by proxy”ma veniamo subito
smentiti dal referto della Widal Wright che risulta positivo per
S. Typhi.
Iniziamo
trattamento con Amoxicillina al dosaggio di 400 mg per tre volte
al giorno con rapida scomparsa della febbre. La febbre tifoide è
una sindrome clinica comprendente i termini “Tifo”, causato
dalla Salmonella typhi, e “Paratifo”, causato dalle
Salmonelle patratyphi A, B, C. A tale malattia non siamo
spesso più abituati a pensare poiché in Italia è
ormai rara. Il periodo d'incubazione è tra i 7 e 14
giorni. L'uomo è l'unico serbatoio naturale per cui è
necessario il contatto diretto o indiretto con una persona
infetta (portatore malato o cronico) per sviluppare l'infezione.
Il metodo più frequente di trasmissione è
l'ingestione di cibo o acqua contaminati con feci umane; altra
fonte di trasmissione è costituita da ostriche o altri
crostacei coltivati in acque contaminate da fognature. Le
manifestazioni cliniche variano a seconda dell'età; nei
lattanti e nei
bambini
< 5 anni la febbre tifoide è abbastanza rara e comunque
la sua espressione clinica in età pediatrica è
molto aspecifica e solitamente si esprime come febbre anche poco
elevata in assenza di altri segni o sintomi.
Gli
esami ematici possono mostrare anemia normocromica-normocitica,
leucopenia, trombocitopenica ed aumento delle transaminasi.
L'emocoltura risulta positiva nel 40-60% dei pazienti esaminati
nella prima fase di malattia. Il trattamento si basa sulla
somministrazione di antibiotici (CAF, ampicillina, amoxicillina,
trimethoprim-sulfametossazolo) per un periodo di 14 giorni.
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