Ottobre 2007 - Volume X - numero 8
M&B Pagine Elettroniche
Casi indimenticabili
Quando
la carne non va giù
Pediatra
di libera scelta, Reggio Emilia
A tre
anni per la prima volta dolore improvviso alla gola mentre
mangiava, come se un boccone gli si fosse fermato nell'esofago.
Stava mangiando la carne (e anche in seguito sarà la carne
il cibo più frequentemente implicato). Portato in Pronto
Soccorso non riusciva più a respirare. È stato
intubato ed è stata eseguita una gastroscopia:
all'endoscopia digestiva è stato trovato un bolo carneo,
ma nessuna alterazione della mucosa è stata evidenziata
all'endoscopia. Dopo due mesi nuovo episodio. Il bambino è
stato portato subito in ospedale e questa volta è stato
intubato immediatamente. È stata eseguita una nuova
endoscopia, nuovamente si trova il bolo carneo e nuovamente
l'esofago viene descritto come normale. Dopo 20 giorni è
stata eseguita una radiografia di esofago-stomaco che è
risultata normale.
Lo
mando in un centro dove vi era una Chirurgia Pediatrica pensando
a una stenosi o a una acalasia, ma in seguito me ne pentirò.
Nell'ottobre del 2002 (cioè dopo altri due mesi)
eseguirà una manometria (sostanzialmente normale con forse
l'evidenza di un'incontinenza cardiale e di un incompleto
rilasciamento del terzo inferiore dell'esofago). Viene
prescritta la ranitidina per 4 mesi. Sta bene per due anni, poi
alla fine del 2004 ha un altro (il terzo) episodio di
soffocamento da bolo alimentare in esofago, sempre presentatosi
con dispnea, che però si risolve spontaneamente, prima
dell'intubazione. Tutti gli episodi sono stati caratterizzati
da intenso dolore al giugulo e da intensa scialorrea. Dopo
l'episodio del dicembre 2004 esegue una nuova endoscopia (marzo
2005).
L'istologia
recita così: “tipica esofagite eosinofila con placche
biancastre e ulcera a losanga all'esofago medio e intenso
infiltrato tutto eosinofilo alla biopsia”. Negativa la pHmetria
per reflusso (impedenzometria). La mamma dice che spesso il
bambino ha avuto brevi episodi di dolore transitorio e
transitoria difficoltà alla deglutizione. Dopo 3 anni di
pellegrinaggi i colleghi gastroenterologi che lo seguirono
conclusero col dare come unica terapia il Pregomin!
Molto
delusa e alquanto incerta telefono a un altro specialista che mi
dice:
“Questo
bimbo ha l'ESOFAGITE EOSINOFILA, cosa può avere se no?“
Su suo consiglio faccio eseguire a P. i prick test per latte,
uovo, acari e graminacee che risultano negativi. Alla luce di
questi dati si conclude per un'esofagite eosinofila di natura
probabilmente “primitiva” senza componente atopica.
L'approccio terapeutico adottato inizialmente è stato
solo farmacologico, associando per un breve periodo una terapia
sistematica (deltacortene forte 25 mg per 15 gg associato a
gastroprotettore) e una inalatoria (Clenil A aerosol 20 gtt in 2
cc di SF due volte al dì per un mese) e proseguendo poi
soltanto con i corticosteroidi inalatori (10 gtt in 2 cc di SF
due volte al dì per due mesi). Era stato stabilito un
controllo endoscopico dopo tre mesi o prima in caso di recidiva
di “bolo”, per definire la prosecuzione del programma
terapeutico.
P. ha
eseguito scrupolosamente la terapia, ha mangiato di tutto e non
solo Pregomin, ha fatto il controllo endoscopico a fine novembre
2005 che ha mostrato la scomparsa delle lesioni nell'esofago
prossimale e un miglioramento solo parziale a livello distale.
Pertanto veniva deciso di iniziare terapia con montelukast per
almeno 3 mesi. E siamo a oggi….
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