Marzo 2007 - Volume X - numero 3
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Occhio all'evidenza
I
broncodilatatori long-acting aumentano le riacutizzazioni gravi e
le morti dovute ad asma?
Analisi
critica della più recente Revisione Sistematica
sull'argomento
U.O
di Pediatria Ospedale San Giacomo Castelfranco Veneto (TV)
Indirizzo
per corrispondenza: dradzik@tiscali.it
Meta-analysis:
effect of long-acting beta-agonists on severe asthma exacerbations
and asthma-related deaths
Salpeter
SR, Buckley NS, Orniston TM et al. Ann Intern Med 2006;144:904-2.
I
RISULTATI DI QUESTA REVISIONE SISTEMATICA SONO VALIDI?
La
Revisione Sistematica è indirizzata verso un problema clinico
chiaro e ben definito?
Si. Essa
affronta un argomento molto importante e dibattuto: la sicurezza dei
broncodilatatori long-acting (LABA), farmaci consigliati per tutte le
forme di asma persistente, sia del bambino che dell'adulto, come
terapia aggiuntiva, quando gli steroidi inalatori da soli non si
siano dimostrati adeguatamente efficaci. Numerosi studi hanno
dimostrato che i LABA migliorano i sintomi, ma esiste il dubbio che
il loro uso continuativo possa addirittura portare ad un
peggioramento del controllo della malattia, sia attraverso
l'induzione di una tolleranza verso l'effetto broncodilatatore,
sia attraverso il mascheramento dell'infiammazione bronchiale
sottostante. L'allarme è sorto dopo alcune segnalazioni
giunte alla Food and Drug Administration (FDA) americana di possibili
morti per asma apparentemente legate all'utilizzo di un
beta-agonista a lunga durata d'azione, il salmeterolo. Per
definire meglio la reale situazione, dal 1996 al 2003 è stato
realizzato dalla Glaxo, in collaborazione con la FDA, lo studio
SMART (Salmeterol multi-Center Asthma Research Trial), che ha
seguito più di 26000 partecipanti che utilizzavano i LABA per
almeno 6 mesi. Questo mega-trial ha documentato l'esistenza di un
rischio di morte quattro volte maggiore con l'uso di questo
farmaco. Dopo queste conclusioni la FDA americana ha prontamente
convocato un comitato di esperti nel luglio 2005, per verificare se
esistevano le condizioni per il ritiro dei beta agonisti long-acting
dal mercato. Esaminate tutte le evidenze e i dati di sorveglianza
post-marketing il comitato di esperti ha concluso che, pur mantenendo
il salmeterolo un rapporto beneficio-rischio favorevole, doveva
essere chiaramente pubblicizzato sui foglietti illustrativi di
vendita il possibile rischio legato al suo uso. Pertanto è
opportuno somministrare questa classe di farmaci solo nei casi di
asma, che non possono venir controllati con altre terapie. D'altra
parte si deve tener considerare anche che gli episodi di morte per
asma accadono piuttosto raramente persino nei trial con grande
numerosità campionaria: ad esempio lo SMART ha trovato due
morti legate al salmeterolo per asma su 1000 pazienti/anno. Perciò
per valutare con precisione la reale incidenza di questi eventi
sfavorevoli è necessario riunire insieme i risultati di
svariati grandi studi. Proprio questo è stato fatto dalla RS
che abbiamo preso in considerazione: il suo obiettivo è stato
quello di studiare l'influenza dei broncodilatatori long-acting
sulle riacutizzazioni gravi di asma che richiedono il ricovero in
ospedale, su quelle che richiedono l'intubazione e la ventilazione
e sulle morti per asma correlate con il loro uso.
Per
ottenere delle risposte esaurienti la popolazione esaminata era
rappresentata sia da bambini che da adulti, che assumevano LABA per
un periodo di tempo prolungato.
La
Revisione Sistematica ha incluso il tipo di studi adatto?
Si, sono
stati considerati solo gli Studi Clinici Randomizzati (SCR) nei quali
i LABA venivano utilizzati per almeno 3 mesi e in cui venivano
confrontati con un placebo. L'assegnazione “casuale” del
trattamento rappresenta infatti la metodica migliore per giudicare
l'efficacia di un intervento.
La
Revisione Sistematica ha ricercata ed incluso tutti gli studi
rilevanti?
Probabilmente
no. È vero che, gli studi eleggibili sono stati ricercati
utilizzando: i principali database bibliografici, come Medline,
EMBASE/Excerpta Medica, CINAHL, la Cochrane Library
(tutti dal 1966 al dicembre 2005); le voci bibliografiche degli studi
identificati, il sito web della Food and Drug Administration
americana. E non è stata fatta alcuna limitazione di lingua.
Tuttavia non sembra siano stati ricercati gli studi non pubblicati;
almeno gli autori non lo precisano: non averlo fatto rappresenterebbe
un limite alle conclusioni di questa RS, perché in questo
modo vengono ignorate le conclusioni degli studi con risultati
negativi ed introdotte distorsioni (bias). Sappiamo invece che sono
state invece richieste, quando erano necessarie, ulteriori
informazioni agli investigatori degli studi primari.
La
Revisione Sistematica ha valutato la validità intrinseca dei
singoli studi inclusi?
Si, due
revisori hanno valutato la qualità metodologica dei singoli
studi verificando se: 1)il trial era randomizzato e la lista di
assegnazione era stata mantenuta occulta; 2)gli investigatori e i
pazienti erano all'oscuro del tipo di trattamento assegnato;
3)c'era una descrizione delle perdite al follow-up e l'analisi è
stata condotta secondo il principio “Intention To Treat “ (ITT).
È stato assegnato uno score da 3 a 1, per ciascun item,
a seconda rispettivamente che questi criteri venissero tutti
soddisfatti, lo fossero solo parzialmente o non lo fossero (punteggio
minimo totale 3, massimo 9). Tutti i trial hanno ricevuto uno score
molto alto variabile da 8 a 9, dimostrando di essere di ottima
qualità metodologica. Ogni differenza di opinione fra i due
revisori è stata risolta con la discussione, anche se gli
Autori non precisano quale sia stata le percentuale dell' accordo
raggiunto, al di là di quello legata al caso (valore della k).
Se
i risultati degli studi sono stati combinati, è stato
ragionevole farlo?
Sì,
non è stato riscontrata che una minima eterogeneità fra
gli studi presi in considerazione.
QUALI
SONO I RISULTATI DELLA REVISIONE SISTEMATICA?
Quali
sono i risultati complessivi che si ricavano dalla Revisione
Sistematica?
19 SCR
(33826 pazienti, età media 37-38 anni, 51% maschi, 15%
afro-americani) rispettavano i criteri previsti e sono stati inclusi
in questa RS, che ha dimostrato, nella meta-analisi, come un numero
significativamente maggiore di soggetti nel gruppo LABA, rispetto al
placebo, venivano ospedalizzati per una riacutizzazione d'asma e
andavano incontro a riacutizzazioni che necessitavano d'intubazione
o a morte dovuta ad asma (Tabella 1). I LABA
utilizzati in questi studi sono stati il salmeterolo, il formoterolo
e l'eformoterolo. 5 Studi avevano arruolato pazienti esclusivamente
pediatrici (età <12 anni). In 1 studio (lo SMART) hanno
partecipato oltre 26.000 persone. Tutti i trial sono stati
sponsorizzati dalle ditte produttrici di questa classe di medicinali
e nel loro protocollo prevedevano l'utilizzo, al bisogno, dei beta
due agonisti a breve durata d'azione (SABA). L'analisi dei
sottogruppi ha permesso di verificare che l'aumento dei ricoveri in
ospedale avveniva sia nei bambini (< 12 anni) (OR = 3.9, IC 95% da
1.7 a 8.8), che negli adulti (OR = 2.0, IC 95% da 1.0 a 3.9), sia con
il salmeterolo (OR 3.2, IC 95% da 1.1 a 2.7) che con il formoterolo
(OR 3.2, IC 95% da 1.7 a 6.0). è da sottolineare inoltre che
anche esaminando solo gli SCR in cui ≥75% dei partecipanti
utilizzavano gli steroidi inalatori (in media 90%) rimaneva
confermato l' aumento dei ricoveri dovuto ai LABA (OR 2.1, IC 95%
da 1.3 a 3.0).
Frequenza
ponderata
Eventi | Numero
studi | LABA | Placebo | IRR
(IC 95%) | NNH
(IC) |
Ricoveri
in ospedale per riacutizzazioni di asma
Riacutizzazioni
che hanno richiesto intubazione
Morti
dovute ad asma | 12
(5091)
7
(29981)
1
(26353) | 1.5%
0.31%
0.08% | 0.6%
0.17%
0.02% | 158%
(da 59 a 322)
80%
(da 10 a 189)
250%
(da 30 a 828) | 107
(da 53 a 282)
730
(da 308 a 5827)
1759
(da 531 a 14650) |
Abbreviazioni:
IRR=Incremento Relativo del Rischio, NNH=Number Needed To Harm,
calcolati dai dati dell'articolo usando il programma Cochrane
Review Manager 4.2.1 e utilizzando il modello a effetti fissi.
Quanto
precisi sono questi risultati?
Gli
Intervalli di Confidenza al 95% dei risultati ottenuti sono piuttosto
ampi. Per giudicare l'entità del rischio legato all'uso dei
LABA è importante osservare soprattutto il loro limite
inferiore; per le morti dovute ad asma esso appare rilevante:
potrebbe essere sufficiente, nella peggiore delle ipotesi, trattare
solo 531 pazienti con LABA perché si verifichi un evento
aggiuntivo negativo di questo tipo.
I
RISULTATI MI AIUTERANNO NELLA CURA DEI MIEI ASSISTITI?
Le
conclusioni di questa Revisione Sistematica possono essere applicate
ai miei assistiti?
Sì,
anche se il campione di popolazione preso in esame dalla RS è
un poco differente dai pazienti che siamo soliti osservare in
ambulatorio per quanto riguarda le modalità dell'intervento:
infatti, non tutti i soggetti affetti da asma e inclusi negli studi
pediatrici assumevano contemporaneamentei LABA in associazione con
gli steroidi inalatori, come è abitudine osservare fra i
nostri bambini: in 3 studi su 5 solo il 47-57% dei partecipanti
utilizzava CSI + LABA, in 2 su 5 ≥ 75%. Nella percentuale restante
i LABA erano somministrati in monoterapia.
Sono
state prese in considerazione e sono state valutate tutte le
conseguenze clinicamente importanti?
Sì,
tutti gli eventi avversi maggiori legati all'utilizzo di questi
farmaci sono stati esaminati.
Qual
è il bilancio rischio-beneficio e costo-beneficio?
Questa RS
ha valutato i rischi del trattamento con i LABA, ma per decidere
sull'opportunità del loro utilizzo devono essere considerati
anche i possibili benefici: è stato dimostrato che il
salmeterolo è in grado di migliorare la funzionalità
polmonare (FEV1 ≥ 15%) dei pazienti asmatici già entro la
prima ora dalla sua somministrazione e che tale bronco dilatazione si
mantiene fino a 12 ore nella maggior parte dei pazienti1,2;
tale farmaco riduce i sintomi e i risvegli notturni dovuti
all'asma3-5, la necessità di usare i beta
agonisti a breve durata d'azione e migliora la Qualità della
Vita6. È anche necessario tener presente che gli
studi inclusi in questa RS generalmente ammettevano nel loro
protocollo l'uso di broncodilatatori a breve durata d'azione al
bisogno in entrambi i gruppi, così che in effetti si trattava
di un confronto fra beta-agonisti usati regolarmente vs “as
needed”. Questa caratteristica può rappresentare un fattore
confondente, perché è stata utilizzata una definizione
di riacutizzazione che includeva sia sintomi clinici che una
diminuizione del picco di flusso al di sotto di un valore
specificato; poiché la somministrazione regolare di beta due
agonista a breve durata d'azione induce dei picchi di flusso che
con il tempo scendono sotto i livelli basali7, i pazienti
che in questi trial appartenevano al gruppo placebo e che assumevano
beta agonisti a breve durata in modo intermittente, potevano in
effetti andare incontro a una diminuizione asintomatica del picco di
flusso interpretata come riacutizzazione. Questo potrebbe spiegare
perché sarebbe stata documentata in molti studi3,5
una riduzione delle riacutizzazioni con i LABA utilizzando, così
come è avvenuto, una simile definizione, anche se in realtà
il farmaco determinava un aumento delle riacutizzazioni cliniche
associate con i ricoveri, l'intubazione o la morte.
DISCUSSIONE
I
risultati combinati degli studi inclusi in questa meta-analisi hanno
dimostrato come i beta agonisti a lunga durata d'azione (LABA)
aumentano, in confronto al placebo, di 2 volte il rischio di avere un
episodio grave d'asma che richiede l'intubazione e di quasi 4
volte quello di morire a causa dell'asma stessa. Risultati simili
sono stati raggiunti sia dallo studio che ha arruolato la maggior
numerosità di pazienti (SMART, n= 26000), sia dai trial con
minor numerosità campionaria, rendendo così più
“robuste” le conclusioni finali raggiunte. Gli Autori di questa
RS7 propongono la seguente spiegazione patogenetica che
spiegherebbe questo comportamento: i LABA potrebbero peggiorare il
controllo dell'asma attraverso un meccanismo di feedback negativo
del sistema beta-adrenergico, che non è altro che una risposta
adattiva alla stimolazione dei suoi recettori8. La
stimolazione determina un'internalizzazione dei recettori,
conosciuta come desensibilizzazione, seguita da una diminuizione
della densità dei recettori e dell'espressione genica dei
recettori stessi, nota come downregulation8. L'uso
regolare dei beta agonisti ha dimostrato di aumentare
l'iperreattività bronchiale nonostante il mantenimento di un
certo grado di bronco dilatazione9-11. Questi effetti,
insieme alla riduzione nella risposta ai beta agonisti usati al
bisogno, potrebbero peggiorare il controllo dell'asma, senza che si
manifesti alcun sintomi d'allarme12,13. Particolarmente
preoccupante appare in questa RS7 la conclusione che l'uso
concomitante degli steroidi inalatori non proteggerebbe dai questi
rischi: infatti la meta-analisi dei trial con ≥75% dei
partecipanti che ricevevano CSI + LABA, ha confermato come la
frequenza di ospedalizzazione nel gruppo di pazienti in terapia con
questi due farmaci risultava ancora raddoppiata (OR 2.1, IC 95% da
1.3 a 3.4). Ma poiché lo SMART non ha fornito dati sui
ricoveri in ospedale legati all'asma, lo studio con la maggiore
numerosità campionaria è stato escluso da questa
analisi di sottogruppo. La meta-analisi di Salpeter, et al.7
non permette neppure di avere informazioni sull'eventuale rischio
correlato con fattori genetici o razziali (come è stato
suggerito dall'analisi post hoc), con l'uso di farmaci
concomitanti o con la gravità della malattia stessa.
In
conclusione l'insegnamento che possiamo ricavare da questa RS7
è quella che sicuramente i LABA non devono essere utilizzati
in monoterapia nei pazienti con asma.
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