Vaccinazione antinfluenzale universale?
marted�, 29 Novembre 2011, ore 09:55
La lettera di Rosario Cavallo1 e il commento che segue suonano come gli ultimi rintocchi che segnano la fine del capitolo pandemia e l’abbandono di ogni velleità di vaccinazione allargata. L’influenza non costituirebbe in verità una seria minaccia, se non per i “ghetti” sociali rappresentati dagli anziani e dai malati cronici, ai quali vanno riservati in esclusiva vaccini di non provata efficacia e di potenziale pericolosità.
Si tratta di una visione semplicistica e anche un tantino egoistica che non contribuisce a fare chiarezza su argomenti che richiederebbero un approccio maggiormente documentato.
L’errore di fondo è quello di considerare solo le cifre ufficiali quando è ormai risaputo che, queste, non possono dar conto del bilancio reale delle ultime, come delle precedenti, stagioni. Ma se ci limitiamo ai dati ufficiali, la verità che emerge è che i sani vengono coinvolti in misura non marginale:
si parla di percentuali di decessi che vanno dal 20% al 40%. Negli USA, durante l’ultima stagione, sono deceduti 115 bambini, il 49% dei quali non aveva precedenti problemi di salute2.
Se anche non si voglia dar peso a questo aspetto, rimane il grosso tributo che pagano annualmente le categorie più deboli, di cui una società, che ambisce a definirsi civile, non può non farsi carico.
La vaccinazione delle sole categorie a rischio ha dimostrato da tempo di non dare i risultati sperati3. Un aiuto può venire dalla ricerca scientifica, da cui ci si aspetta lo sviluppo di vaccini sempre più immunogeni e sempre meno suscettibili di essere rapidamente superati dall’incessante deriva antigenica del virus. Ma non vanno escluse altre strade, compresa la vaccinazione della popolazione pediatrica sana.
Le ragioni per sostenerla sono molteplici:

• i bambini rappresentano il serbatoio principale di circolazione del virus;
• sono il secondo gruppo più colpito dalle conseguenze dopo gli over 65;
• al di sopra dei 2 anni vi sono dati convincenti sulla protezione e sulla sicurezza, come dimostrato sia dalla sorveglianza recente4 sia da studi che hanno valutato gli effetti sulla popolazione5-9;
• attraverso di essa si potrebbe manifestare lo spirito di solidarietà del forte nei confronti del debole e del giovane nei confronti del vecchio;
• non si tratta di una scelta irreversibile: si potrà sempre tornare sui propri passi. I Giapponesi hanno vaccinato per diversi anni tutti i bambini sani e poi hanno desistito.

A posteriori ci si è accorti che negli stessi anni la mortalità senile era calata per poi risalire subito dopo la cessazione10. Unico neo è la necessità di ripeterla ogni anno, ma la disponibilità di formulazioni alternative a quella iniettiva (spray, cerotti...) potrebbe aumentare l’accettazione da parte delle famiglie e dei diretti interessati. Sui casi di narcolessia si legga il commento finale dell’Istituto di Sanità finlandese (THL) che, pur riconoscendo il legame tra malattia e vaccino, giudica favorevole il rapporto costi-benefici della campagna di vaccinazione che ha riguardato il 50% dell’intera popolazione, con un’efficacia del 75-88% e con la prevenzione di 40.000 casi nella stagione 2009-’10 e 40.000 casi in quella successiva11. In effetti, la Finlandia ha registrato un impatto molto più blando della stagione 2010-’11, dominata dal virus H1N1, rispetto a Paesi con un livello di vaccinazione più basso (Inghilterra e Grecia in primis). Inoltre è uscito di recente uno studio che mette in relazione l’insorgenza della narcolessia con una pregressa influenza e non con la vaccinazione12.
Ragioniamo quindi sul vaccino adiuvato, ma non rigettiamo la vaccinazione tout court.
Vengono chiesti studi rigorosi per avvalorare l’efficacia delle vaccinazioni, ma bisogna considerare che un conto è studiare le proprietà di un farmaco, un altro i benefici della vaccinazione dei soggetti sani sulla popolazione. In bibliografia sono citati alcuni studi recenti ben congegnati5-9, anche se le molteplici variabili in gioco rendono difficili risultati inoppugnabili, almeno se posti al vaglio dei severi criteri di revisione. Ma, come un puzzle, si compone di tanti pezzi di cui non è necessario avere l’insieme completo per capire il disegno, così per la sostenibilità della vaccinazione mancano certamente molte tessere, e quelle disponibili non sempre si incastrano l’una con l’altra, ma lasciano intravedere un percorso sufficientemente credibile che alcuni Paesi hanno già iniziato a seguire.
Un’ultima parola sugli interessi delle multinazionali: vorrei che si riflettesse sull’esiguo ruolo ricoperto dal settore vaccini, che non sono in grado di competere nemmeno lontanamente, per giro d’affari, con le statine di ultima generazione o con i farmaci per l’impotenza e che, inoltre, esercitando un’azione preventiva, tagliano le gambe a tutti quei prodotti che si usano per alleviare i sintomi e per curare le complicanze. Questo sì che è un vero conflitto, ma contro il proprio interesse.


Bibliografia
1. Cavallo R. Prepariamoci alla stagione influenzale 2011-’12 (Lettere). Medico e Bambino 2011;30:424-5.
2. MMWR - Morb Mortal Wkly Report. Influenza-Associated Pediatric Deaths - United States, September 2010-August 2011. Weekly 2011;
60:1233-8. http://www.cdc.gov/mmwr/preview/mmwrhtml/mm6036a1.htm.
3. Rizzo C, Viboud C, Montomoli E, Simonsen L, Miller MA. Influenza-related mortality in the Italian elderly: no decline associated with increasing
vaccination coverage. Vaccine 2006;24:6468-75
4. Girard MP, Katz JM, Pervikov Y, Hombach J, Tam JS. Report of the 7th meeting on Evaluation of Pandemic Influenza Vaccines in Clinical Trials, World Health Organization, Geneva, 17-18 February 2011. Vaccine 2011.
5. Loeb M, Russell ML, Moss L, et al. Effect of influenza vaccination of children on infection rates in Hutterite communities: a randomized trial. JAMA 2010;303:943-50.
6. Sander B, Kwong JC, Bauch CT, et al. Economic appraisal of Ontario’s Universal Influenza Immunization Program: a cost-utility analysis. PLoS Med 2010;7:e1000256.
7. Ambrose CS, Wu X, Belshe RB. The efficacy of live attenuated and inactivated influenza vaccines in children as a function of time post vaccination. Pediatr Infect Dis J 2010;29:806-11.
8. Hurwitz ES, Haber M, Chang A, et al. Effectiveness of influenza vaccination of daycare children in reducing influenza-related morbidity among household contacts. JAMA 2000;284:1677-82.
9. Glezen WP, Gaglani MJ, Kozinetz CA, Piedra PA. Direct and indirect effectiveness of influenza vaccination delivered to children at school preceding an epidemic caused by 3 new influenza virus variants. J Infect Dis 2010;202:1626-33.
10. Reichert TA. The Japanese program of vaccination of schoolchildren against influenza: implications for the control of the disease. Semin Pediatr Infect Dis 2002;13:104-11.
11. National Institute for Health and Welfare. Association between Pandemrix and narcolepsy confirmed among Finnish children and adolescents. 2011. http://www.thl.fi/en_US/web/en/pressrelease?id=26352.
12. Han F, Lin L, Warby SC, et al. Narcolepsy onset is seasonal and increased following the 2009 H1N1 pandemic in china. Ann Neurol 2011;70:410-7.



Stefano Prandoni
Pediatra di famiglia, Valdagno (Vicenza)
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