Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.

Settembre 2020 - Volume XXIII - numero 7

M&B Pagine Elettroniche

I Poster degli specializzandi

Sindrome dello spettro autistico: il vomito rivelatore

Angelika Velkoski

Scuola di Specializzazione in Pediatria, IRCCS Materno-Infantile “Burlo Garofolo”, Università di Trieste

Indirizzo per corrispondenza: angelika.velkoski@gmail.com

Incontriamo un bambino di 3 anni nell’ambulatorio di Gastroenterologia. È di origine curda, in Italia da circa 3 mesi. Sull’impegnativa che ci consegnano i genitori leggiamo: “storia di vomito ripetuto”.
Aiutati dalla presenza del mediatore culturale cerchiamo di capire meglio la sua storia.
Mentre ascoltiamo la storia non possiamo fare a meno di notare l’atteggiamento del piccolo, che non mostra alcuna attenzione per ciò che sta accadendo intorno a lui, ma continua in maniera ripetitiva a giocare con un nastro che tira dalla borsa della madre. Cerchiamo di attirare la sua attenzione, lo chiamiamo più volte, ma nulla... pensiamo che possa essere l’ambiente nuovo a portarlo ad agire così.
È un bambino, però, che a pelle non convince…
La madre intanto sottolinea più volte che gli episodi di vomito erano insorti a 9 mesi di vita: il bambino vomita quando ha paura oppure sente odori non graditi. Ha sempre presentato un’alimentazione libera, ma l’odore di alcuni cibi (formaggio in particolare) determinano il vomito. Non ha mai presentato alterazioni dell’alvo.
Una delle prime cose che facciamo è prendere le curve di crescita per vedere l’andamento dalla nascita. Attualmente risulta per peso e altezza tra il 25° e il 50° percentile, stessi percentili alla nascita e mai nessuna deflessione.
Il quadro generale sembra negare che il vomito possa avere un’origine gastrointestinale. Il nostro sguardo quindi ritorna sul piccolo, e così ci torna in mente il primo pensiero avuto osservandolo i primi minuti: un bambino disinteressato completamente all’ambiente circostante.
Disturbo del spettro autistico, pensiamo!
Chiediamo quindi al collega neuropsichiatra di valutare il bambino, e qualche giorno dopo ci conferma il nostro sospetto: disturbo dello spettro autistico.
In letteratura vengono descritti diversi casi di pazienti affetti da disturbi dello spettro autistico la cui diagnosi è stata fatta in seguito a visita gastroenterologica richiesta per preoccupazione dei genitori relativa al comportamento alimentare. A causa di ipersensibilità sensoriale, spesso i piccoli affetti da disturbi dello spettro autistico si limitano a un piccolo numero di scelte dietetiche perché non possono tollerare la consistenza, gli odori, o i sapori di molti alimenti, fino anche a soffrire di nausea e vomito se tentano di mangiarli.
Il nostro caso è stato emblematico in tal senso: un vomito rivelatore di un disturbo dello spettro autistico.

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