Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.

Giugno 2018 - Volume XXI - numero 6

M&B Pagine Elettroniche

I Poster degli specializzandi

Un caso di FDEIA (Food-Dependent Exercise-Induced Anaphylaxis)
Angelika Velkoski
IRCCS Materno infantile “Burlo Garofolo”, Università di Trieste
Indirizzo per corrispondenza: angelika.velkoski@gmail.com


Una ragazzina di 15 anni, sportiva, che pratica atletica e si allena 2 volte a settimana, viene accompagnata in Pronto Soccorso (PS) dal 118 perché in corso di allenamento ha presentato un improvviso gonfiore al volto, prurito diffuso e difficoltà a respirare. All’arrivo in PS presenta anche un episodio di vomito. I parametri vitali rivelano ipotensione e bradicardia. Il quadro è suggestivo in maniera inequivocabile di anafilassi, pertanto dopo aver reperito l’accesso venoso si avvia la terapia d’emergenza con adrenalina, corticosterone, antistaminici e fluidi. La ragazza nega di essere stata punta e anche all’esame obiettivo non si individuano segni di puntura. In passato la ragazza non ha mai presentato episodi simili. A pranzo riferisce di aver mangiato un’ insalata di frutti di mare, piatto che in passato non le ha mai causato problemi.
Non avendo mai fatto le prove allergiche, in considerazione dell’evento la indirizziamo all’ambulatorio allergologico per l’esecuzione dei prick test. I test epicutanei eseguiti qualche settimana dopo mostrano una modesta positività per molluschi e crostacei. La ragazza è stupita perché riferisce che fin da piccola ha sempre mangiato molluschi nelle serate estive senza aver avuto problemi, e che solo quell’insalata di frutti di mare mangiata a pranzo le aveva apparentemente fatto male. A quel punto le chiediamo se fosse stata realmente la prima insalata di frutti di mare mangiata a pranzo e non a cena. Lei conferma. Ecco che ci ritorna in mente la sua passione per lo sport.
Quel pomeriggio di luglio, due ore dopo aver mangiato l’insalata contenente anche molluschi, la ragazza era andata ad allenarsi come sua abitudine. Il quadro allora ci appare chiaro. La reazione presentata dalla ragazza risulta una tipica FDEIA (Food-Dependent Exercise-Induced Anaphylaxis): anafilassi IgE-mediata indotta dallo sforzo verso un alimento altrimenti tollerato. Come nel nostro caso in questa condizione il paziente tollera abitualmente l’alimento verso il quale ha IgE specifiche, ma questa “tolleranza” viene momentaneamente interrotta durante lo sforzo fisico.
La prevalenza dell’EIA (Exercise-Induced Anaphylaxis) è circa dello 0,05%. Circa il 30% delle EIA è cibo-dipendente. Stando alle regole non c’è alcun motivo di evitare questi alimenti quando non è prevista alcuna attività fisica impegnativa. La ragazza potrà quindi continuare a mangiare molluschi evitando però l’esercizio fisico nelle ore successive (fino a 6 ore dopo).



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A. Velkoski. Un caso di FDEIA (Food-Dependent Exercise-Induced Anaphylaxis). Medico e Bambino pagine elettroniche 2018;21(6) https://www.medicoebambino.com/?id=PSR1806_30.html