Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.

Marzo 2016 - Volume XIX - numero 3

M&B Pagine Elettroniche

I Poster degli specializzandi

La solita dermatite atopica... o quasi
Martina Mandolesi1, Antonio Pizzol1, Claudia Tortone1, Paola Coppo2
1Ospedale Infantile Regina Margherita, Università di Torino
2Servizio di Dermatologia, Ospedale Infantile Regina Margherita, Torino
Indirizzo per corrispondenza: pizzol.antonio@gmail.com


Olindo è un bambino di 9 mesi con atopia, intensa xerosi diffusa agli arti, escoriazioni da grattamento alle cosce e desquamazione al cuoio capelluto in trattamento con emollienti, antistaminico per os e steroide topico. Si presenta in PS per complicazione del quadro cutaneo caratterizzata da comparsa di eruzione vescicolosa alle mani e alle regioni genitale e perianale intensamente pruriginose (Figura). All’esame obiettivo condizioni generali buone con assenza di segni neuropatologici acuti.




Nonostante la sede di insorgenza atipica, il quadro clinico suggestivo di sovrainfezione erpetica pone il sospetto diagnostico di eruzione varicelliforme di Kaposi. La diagnosi viene confermata dalla risposta alla terapia con aciclovir per os, con rapido miglioramento del quadro cutaneo. Vengono inoltre applicate rifamicina topica sulle lesioni crostose e crema emolliente sulle aree di xerosi per evitare sovrainfezioni batteriche.

L’eruzione varicelliforme di Kaposi, nota anche come eczema herpeticum (EH), è una complicanza dell’infezione da virus herpes simplex (HSV) in pazienti atopici. L’ipotesi patogenetica più accreditata è riconosciuta nelle anomalie di barriera proprie della cute atopica, inclusa la diminuzione del numero di cellule dendritiche plasmocitoidi produttrici di interferone di tipo 1. Tuttavia, l’EH si presenta indipendentemente dalla gravità del quadro cutaneo di atopia. Le sedi di insorgenza ricalcano quelle della dermatite atopica sottostante, con prevalenza nel lattante delle lesioni al volto e risparmio delle sedi periorifiziali, mentre nell’infante dell’impegno di collo, nuca e pieghe. Segno caratteristico è la presenza di multiple lesioni erosive di uguale dimensione e forma, mentre le lesioni vescicolose possono rimanere misconosciute a causa del grattamento. La diagnosi clinica va confermata da indagini colturali o da ricerca di acidi nucleici per HSV-1 e HSV-2. Il primo episodio è in genere il più aggressivo e necessita di diagnosi precoce e di cure sistemiche. La viremia e la setticemia sono complicanze non rare e potenzialmente pericolose per la vita. La diagnosi differenziale va posta con sovrainfezioni batteriche, segnatamente da stafilococchi, varicella, esordio di malattie bollose autoimmuni e, nel nostro caso, dermatite da pannolino. La terapia antivirale con aciclovir per via sistemica va iniziata precocemente e proseguita per almeno 7 giorni.

Take home message: in un bambino con dermatite atopica, un rapido peggioramento del quadro cutaneo con lesioni simil-erpetiche deve sempre far pensare all’eczema herpeticum, anche se la sede non è tipica.


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M. Mandolesi, A. Pizzol, C. Tortone, P. Coppo. La solita dermatite atopica... o quasi. Medico e Bambino pagine elettroniche 2016;19(3) https://www.medicoebambino.com/?id=PSR1603_30.html