Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.

Luglio 2019 - Volume XXII - numero 26

M&B Pagine Elettroniche

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INFETTIVOLOGIA


Una gatta da pelare

Vanessa Migliarino
IRCCS Materno-Infantile “Burlo Garofolo”, Scuola di Specializzazione in Pediatria, Università di Trieste


Indirizzo per corrispondenza: 
v.migliarino@libero.it


Livia è una bambina di 10 mesi che si è presentata alla nostra attenzione per la comparsa in quarta giornata di febbre di una tumefazione angolo-mandibolare destra. La madre riferiva poca simpatia per i gatti e di non possederne. Alla visita si rilevava una piccola tumefazione angolo-mandibolare destra, con cute sovrastante lievemente iperemica. Gli esami ematici mostravano un lieve rialzo degli indici di flogosi (PCR 116 mg/l) senza leucocitosi e l’ecografia dei linfonodi del collo mostrava iniziali segni di colliquazione. Si avviava quindi terapia antibiotica con amoxicillina-acido clavulanico a domicilio. Dieci giorni dopo però Livia ripresentava febbricola e le dimensioni del linfondo si mostravano in ulteriore aumento (3 x 2 cm), consistenza teso-elastica, apparente dolore alla palpazione e iperemia cutanea. Agli esami ematici era quindi evidente una leucocitosi neutrofila e indici di flogosi in lieve trend migliorativo. Dato il peggioramento del quadro la bambina veniva ricoverata per avviare terapia antibiotica endovenosa con ceftriaxone e oxacillina. Per la mancata risposta alla terapia venivano eseguite sierologie con positività per IgG ad alto titolo (1: 512) per Bartonella henselae. A questo punto la madre affermava che effettivamente Livia aveva giocato qualche settimana prima con il gatto dei nonni. Si avviava quindi terapia specifica per Bartonella con claritromicina per via orale. Dopo pochi giorni si evidenziava una franca risposta alla terapia e la tumefazione si presentava nettamente ridotta di volume con cute sovrastante rosea e integra, confermando chiaramente la diagnosi di linfoadenite da Bartonella henselae.
In età infantile una linfoadenite localizzata, ad andamento subacuto o cronico, può avere diverse eziologie. Bisogna sempre tener presente che in tale forma gli agenti infettivi più frequentemente responsabili sono la Bartonella henselae e i micobatteri non-tubercolari. Nella infezione da micobatteri non-tubercolari solitamente la terapia e la conferma diagnostica sono date dall’exeresi chirurgica. Nel nostro caso, nonostante l’iperemia cutanea sia più tipica dell’infezione da Micobatteri non-tubercolari, la pronta risposta alla terapia specifica per Bartonella henselae con macrolide e il titolo elevato delle IgG (1: 512) ha reso ragionevole la diagnosi senza necessità di ulteriori interventi.


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V. Migliarino. Una gatta da pelare. Medico e Bambino pagine elettroniche 2019;22(26) https://www.medicoebambino.com/?id=PPT1907_300.html