Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.

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Striscia... la notizia

a cura di Valentina Abate
Clinica Pediatrica, IRCCS Materno-Infantile “Burlo Garofolo”, Trieste
Indirizzo per corrispondenza: valentina_aba@yahoo.it





Antibiotici nei primi anni di vita aumentano rischio obesità
Portano a cambiamenti del metabolismo che resteranno

Attenzione a usare gli antibiotici con i bambini: se somministrati precocemente, possono infatti aumentare il rischio di sovrappreso e obesità, perché portano a cambiamenti del metabolismo che possono durare tutta la vita. A rilevarlo è uno studio coordinato da Martin Blaser del NYU Langone Medical center di New York, pubblicato sulla rivista Cell, e segnalato dall'Agenzia italiana del farmaco (Aifa).
I primi anni di vita, spiegano i ricercatori, sono un periodo critico per lo sviluppo metabolico e sembrerebbe esserci un legame tra l'assunzione precoce di antibiotici e un aumento del sovrappeso durante l'infanzia. Una conclusione cui sono arrivati dopo aver studiato l'impatto dell'uso di antibiotici sui topi e il microbioma umano (cioè l'insieme di batteri e microorganismi del corpo umano), e come l'alterazione del microbioma influisce sulla salute negli anni. I microbi infatti cominciano a colonizzare l'intestino dalla nascita, e la distruzione del microbioma durante la sua maturazione e crescita, a causa dell'assunzione di basse dosi di antibiotico, può alterare il metabolismo e il rischio di malattie associate all'obesità, come il diabete. In particolare i ricercatori hanno visto che, somministrando a dei topi, fin dalla nascita, basse dosi di penicillina, si provocano delle alterazioni del metabolismo e dei geni collegati alla risposta immunitaria. Se l'antibiotico viene dato nei primi anni di vita si turba l'equilibrio del microbioma, scatenando effetti sul metabolismo nel lungo periodo. Inoltre, basse dosi di antibiotico potenziano gli effetti dell'obesità provocata da una dieta ricca di grassi.


Sono 20 i farmaci essenziali per bambini, il resto 'fotocopie'
Su 381 medicinali, 38 i più prescritti ma metà basterebbero

Su 381 farmaci somministrati almeno una volta in 2 mesi dai pediatri, 38 sono quelli più prescritti per curare le malattie più comuni dei bambini in Italia. Nella pletora di medicamenti in commercio, comunque, ne basterebbero 20 tipi diversi in tutto. Il resto sono fotocopie l'uno dell'altro. Questi i risultati di una ricerca dell'Istituto Mario Negri di Milano su due mesi di lavoro di 64 pediatri della Lombardia, pubblicata su Acta Pediatrica. Complessivamente sono stati prescritti 381 medicinali, le classi più frequenti sono risultate gli antibiotici (43,8%), gli anti asmatici (12,9%) e gli antistaminici (11,8%). "In questa indagine abbiamo incluso sia i farmaci rimborsabili dal Sistema sanitario che quelli di fascia C a pagamento, che spesso rientrano fra le tipologie più prescritte dai pediatri come l'ibuprofene e il paracetamolo" - precisa Antonio Clavenna, farmacologo al laboratorio della salute materno-infantile dell'Istituto Mario Negri, coautore dello studio - "Fra farmaci rimborsabili e quelli che i genitori pagano di tasca propria il risultato non cambia, sono una quarantina quelli raccomandati di più dai pediatri per la cura delle affezioni più comuni".
Conclude Clavenna: "Di questi 38 molti hanno lo stesso meccanismo d'azione, come molti antibiotici e antiasmatici, quindi in realtà gli essenziali sarebbero massimo 20 categorie diverse, a fronte di un mercato molto più vasto fatto di fotocopie l'uno dell'altro".

Commenta Giovanni Corsello, Presidente della Società italiana di pediatria (Sip): "I dati sono incoraggianti perché confermano che il pediatra tende a usare i farmaci consolidati, sicuri e testati, soprattutto per le patologie comuni. Ci sono anche dei farmaci ridondanti o ripetitivi in termini di meccanismo d'azione rispetto ad altri, messi in commercio anche per l'età pediatrica sulla base di sperimentazioni fatte soprattutto sugli adulti. Se non è strettamente necessario prescrivere farmaci nuovi è sempre bene preferire i più collaudati nel tempo".

I risultati della ricerca sono stati pubblicati anche su Medico e Bambino.

Per approfondire:
Piovani D, Clavenna A, Bonati M; Gruppo PEFAB. Una lista di farmaci condivisa per la pediatria territoriale di famiglia: uno studio osservazionale. Medico e Bambino 2014;33(5):315-21


Celiachia, aumentata di 5 volte tra i bambini

Su 381 farmaci somministrati almeno una volta in 2 mesi dai pediatri, 38 sono quelli più prescritti per curare le malattie più comuni dei bambini in Italia. Nella pletora di medicamenti in commercio, comunque, ne basterebbero 20 tipi diversi in tutto. Il resto sono fotocopie l'uno dell'altro. Questi i risultati di una ricerca dell'Istituto Mario Negri di Milano su due mesi di lavoro di 64 pediatri della Lombardia, pubblicata su Acta Pediatrica. Complessivamente sono stati prescritti 381 medicinali, le classi più frequenti sono risultate gli antibiotici (43,8%), gli anti asmatici (12,9%) e gli antistaminici (11,8%). "In questa indagine abbiamo incluso sia i farmaci rimborsabili dal Sistema sanitario che quelli di fascia C a pagamento, che spesso rientrano fra le tipologie più prescritte dai pediatri come l'ibuprofene e il paracetamolo" - precisa Antonio Clavenna, farmacologo al laboratorio della salute materno-infantile dell'Istituto Mario Negri, coautore dello studio - "Fra farmaci rimborsabili e quelli che i genitori pagano di tasca propria il risultato non cambia, sono una quarantina quelli raccomandati di più dai pediatri per la cura delle affezioni più comuni".
Conclude Clavenna: "Di questi 38 molti hanno lo stesso meccanismo d'azione, come molti antibiotici e antiasmatici, quindi in realtà gli essenziali sarebbero massimo 20 categorie diverse, a fronte di un mercato molto più vasto fatto di fotocopie l'uno dell'altro".

Commenta Giovanni Corsello, Presidente della Società italiana di pediatria (Sip): "I dati sono incoraggianti perché confermano che il pediatra tende a usare i farmaci consolidati, sicuri e testati, soprattutto per le patologie comuni. Ci sono anche dei farmaci ridondanti o ripetitivi in termini di meccanismo d'azione rispetto ad altri, messi in commercio anche per l'età pediatrica sulla base di sperimentazioni fatte soprattutto sugli adulti. Se non è strettamente necessario prescrivere farmaci nuovi è sempre bene preferire i più collaudati nel tempo".

I risultati della ricerca sono stati pubblicati anche su Medico e Bambino.

Per approfondire:
Piovani D, Clavenna A, Bonati M; Gruppo PEFAB. Una lista di farmaci condivisa per la pediatria territoriale di famiglia: uno studio osservazionale. Medico e Bambino 2014;33(5):315-21


Medicine ai bambini,fino al 40% genitori sbaglia le dosi
Appello dei pediatri, basta con i cucchiaini, meglio i millilitri

ANSA - Roma,15 lug - Fino al 40% dei genitori sbaglia le dosi dei farmaci per i loro bambini e usare il cucchiaio come misurino raddoppia il rischio di fare errori. Inoltre sono molti i piccoli e i ragazzi che non prendono quelli prescritti dal pediatra, spesso nelle famiglie regna il fai da te. Sono 2 le ricerche appena pubblicate su Pediatrics in cui i ricercatori denunciano il problema. La prima è una review che individua la scarsa precisione dei dosaggi nella somministrazione dei farmaci, evento che accade anche negli ospedali e non solo a casa, ed è stata condotta in più ospedali statunitensi e coordinata dalla John Opkins University di Baltimora. Nella seconda ricerca, fatta alla New York University, gli specialisti fanno un appello a medici e famiglie affinché non utilizzino più cucchiai e cucchiaini per misurare la quantità di sciroppi e farmaci liquidi per bambini.

Meglio dosaggi esatti in millilitri - affermano gli studiosi che hanno scoperto che oltre il 39% dei genitori sbaglia la dose presunta, lo fa anche il 41% dei genitori che si attiene alle prescrizioni. Il 16% va ad occhio. Chi usa il cucchiaio al posto dei millilitri è a rischio doppio di fare errori.


Identificata per prima volta causa genetica Lupus
Lo annunciano scienziati Università australiana

(ANSA) - SYDNEY, 20 AGO - Scienziati dell'Università Nazionale Australiana sono riusciti a identificare per la prima volta in un individuo la causa genetica del lupus, una malattia cronica di natura autoimmune che può colpire diversi organi e tessuti del corpo. Usando la 'medicina personalizzata', i ricercatori, guidati dall'immunologa Julia Ellyard della Scuola di Ricerca Medica dell'ateneo, hanno usato il sequenziamento del Dna per identificare una variante di un gene responsabile del lupus in una paziente di 10 anni. La ricerca, pubblicata su Arthritis and Rheumatology, dimostra che è possibile per scoprire le cause individuali del lupus studiando il genoma del paziente e permettendo così ai medici di adottare trattamenti mirati per i singoli pazienti.
Questa è la nuova era della medicina personalizzata, osserva l'immunologa. "Lo studio - aggiunge - mostra che è possibile decifrare nel dettaglio le cause genetiche individuali del lupus, che è una malattia eterogenea e può causare molti sintomi diversi. Comprendere questi geni difettosi e il meccanismo con cui operano in ciascun individuo ci aiuterà a formulare trattamenti mirati e più efficaci".


Tubercolosi infantile: "I casi aumentano del 25%"

Numeri finora sottostimati per difficoltà diagnosi nei piccoli. Lo rileva uno studio coordinato dall'università di Sheffield, condotto in 22 Paesi che raccolgono l'80% dei casi di tbc nel mondo, pubblicato sulla rivista Lancet Global Health

ROMA - I casi di tubercolosi pediatrica sarebbero stati finora sottostimati. In realtà potrebbero essere il 25% in più di quanto pensato finora. È quanto rileva uno studio coordinato dall'università di Sheffield, condotto in 22 Paesi che raccolgono l'80% dei casi di tbc nel mondo, pubblicato sulla rivista Lancet Global Health. Una differenza spiegabile col fatto che la conferma della diagnosi di questa malattia nei bambini sotto i 15 anni è difficile, visto che spesso la carica batterica è bassa e la raccolta dei campioni non semplice. Spesso la diagnosi è fatta presumendo la malattia sulla base di sintomi, segni e radiografie. Inoltre anche quando i piccoli vengono seguiti dai servizi sanitari vengono segnalati meno casi, senza contare che stime dirette dell'incidenza non ci sono, e quelle dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sono basate sulle notifiche dei casi segnalati.

I ricercatori, all'interno di un modello matematico, hanno combinato le stime della prevalenza della tbc negli adulti nel 2010, l'esposizione a infezioni comuni, alla tubercolosi a casa, l'effetto dell'età, l'infezione da HIV e la vaccinazione antitubercolosi. In questo modo hanno stimato che nel 2010 è stato rilevato solo il 35% dei casi pediatrici segnalati in 15 dei paesi esaminati. L'India raccoglie il 27% dei casi totali dei 22 paesi. L'incidenza reale dei casi di tubercolosi pediatrica è quindi maggiore di quelli notificata, soprattutto nei bambini più piccoli.


Meno caffè in gravidanza riduce rischio leucemia bimbi
L'ipotesi dei ricercatori è che influenzi le cellule del feto

Attenzione al consumo di caffè in gravidanza: se eccede le due tazze al giorno può aumentare il rischio che il nascituro sviluppi una leucemia. A lanciare l'allarme uno studio della Bristol University pubblicato sulla rivista American Journal of Obstetrics and Gynaecology. Gli scienziati hanno revisionato circa 20 studi relativi al consumo di caffè in gravidanza e dai risultati è emerso che mediamente i bambini nati da donne che hanno bevuto caffè in gravidanza avevano il 20 per cento di probabilità in più di sviluppare una leucemia, ma il rischio saliva al 60 per cento se il consumo di caffè ammontava a due tazze o più al giorno e al 72% nel caso di quattro o più tazze. L'ipotesi avanzata dagli studiosi è che la caffeina possa modificare il Dna delle cellule del feto, rendendole più suscettibili allo sviluppo di tumori: per questo il consiglio è quello di ridurre il consumo di caffè, facendo attenzione come già accade per fumo e alcol. In Italia ogni anno si ammalano di leucemia circa 5 bambini ogni 100.000 abitanti, ma la ricerca scientifica lavora a terapie sempre nuove e meno invasive per la cura di questa patologia che sembrano mostrare risultati efficaci. Ad esempio al Children's Hospital di Los Angeles è stato creato in laboratorio un 'esercito' di cellule killer, 'arruolando' e moltiplicando un selezionato gruppo di cellule del sistema immunitario degli stessi pazienti affetti da leucemia linfoblastica acuta, il tumore infantile più diffuso. I primi successi ottenuti con la sperimentazione in provetta sono pubblicati sulla rivista Leukemia e aprono la strada a nuove terapie più efficaci e sicure, che potranno aiutare l'organismo dei malati a reagire al tumore. (ANSA).


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. Antibiotici nei primi anni di vita aumentano rischio obesità; Sono 20 i farmaci essenziali per bambini,il resto 'fotocopie'; Celiachia, aumentata di 5 volte tra i bambini; Medicine ai bambini,fino al 40% genitori sbaglia le dosi; Identificata per prima volta causa genetica Lupus; Tubercolosi infantile: “I casi aumentano del 25%”; Meno caffè in gravidanza riduce rischio leucemia bimbi; . Medico e Bambino pagine elettroniche 2014;17(7) https://www.medicoebambino.com/?id=NEWS1407_10.html