Scoperto
un gene causa di una malattia congenita
Scoperto
da ricercatori dell'Università Cattolica di Roma il gene
che causa una malattia dello sviluppo psicomotorio (chiamata
sindrome da delezione 17q21.31'), tra le più comuni
patologie di natura genetica (circa un paziente ogni 16.000 nuovi
nati). E' il risultato messo a segno dall'équipe di
Marcella Zollino, dell'Istituto di Genetica medica dell'ateneo, e
pubblicato sulla rivista Nature Genetics. Lo studio apre
dunque le porte a nuove possibilità terapeutiche.
Ogni
anno 16 milioni di baby mamme
Nel
mondo circa 16 milioni di adolescenti partoriscono ogni anno nei
Paesi a basso e medio reddito e si stima che circa 3 milioni di
ragazze tra i 15 e 19 anni si sottopongano ad aborti pericolosi.
Le gravidanze precoci sono uno dei principali fattori di
mortalità infantile e materna, come ricorda
l'Organizzazione mondiale della sanità, che ha redatto
delle linee guida contro questo fenomeno. I casi di bambini nati
morti e di morti neonatali sono il 50% più frequenti fra
le adolescenti.
Tumori:
cibi anti-cancro anche da piccoli, progetto Ieo
La
salute passa dal cibo, persino dai primissimi anni di vita.
L'Istituto Europeo di oncologia di Umberto Veronesi si è
appena alleato con Heinz, proprietaria del marchio Plasmon, per
progettare alimenti e molecole funzionali capaci di stimolare le
difese immunitarie dei bambini, con lo scopo di ridurre il
rischio di malattie immunitarie come allergie, patologie
infiammatorie, morbo celiaco e alcuni tumori. Gli scienziati
si focalizzeranno in particolare sugli alimenti funzionali,
ovvero quei cibi che oltre ad avere un valore nutrizionale
agiscono positivamente su una o più funzioni
dell'organismo, e sono quindi in grado di migliorare lo stato di
salute e di ridurre il rischio di malattie.
''Tali
effetti - commentano i responsabili dell'accordo - sono di
particolare interesse in età pediatrica, quando
l'organismo non è ancora completamente maturo, perché
possono aiutare il corretto sviluppo del bambino fornendo
benefici sia a breve che a lungo termine.
Bevande
dolci da bambini, a rischio il cuore
I
bambini che consumano alti livelli di bevande dolcificate e
carboidrati hanno un maggiore rischio di malattie di cuore più
tardi nella vita. Lo indica uno studio dell'Istituto di ricerca
medica dell'Università di Sydney, condotto su 2000 bambini
di 12 anni. La ricerca guidata da Bamini Gopinath ha stabilito
che i bambini che bevono una o più bevande dolcificate al
giorno hanno arterie più sottili dietro gli occhi, un
fattore associato a un rischio accresciuto di malattie cardiache
e di pressione alta. Lo studio, pubblicato sull'American
Journal of Clinical Nutrition, è il primo a dimostrare che
le bevande dolci e i carboidrati nell'infanzia sono legati a vasi
sanguigni retinali più sottili. Il danno tuttavia non ha
effetti sulla vista. I risultati rafforzano l'importanza di
una dieta sana, scrive Gopinath. ''E' un'ulteriore prova che le
bevande effervescenti non fanno bene ai bambini'', dichiara. I
dati degli stessi bambini saranno nuovamente analizzati fra
cinque anni per verificare se il danno persiste.
I
figli fanno la felicità
Da
non crederci quando fanno disperare, ma i figli ''fanno la
felicità'': infatti in media i genitori sono più
felici, positivi e raggiungono un livello più profondo di
comprensione del senso della vita rispetto alle persone senza
figli (coetanee e a parità di altri fattori come lavoro e
situazione sentimentale). Lo dimostra una ricerca pubblicata
sulla rivista Psychological Science coordinata dalla
psicologa Sonja Lyubomirsky della University of California,
Riverside, insieme con University of British Columbia e Stanford
University. La genitorialità è di certo
associata a maggiori responsabilità e oneri; ma forse ne
vale la pena a giudicare da questo lavoro. Questo studio è
coerente con alcune recenti teorie evoluzionistiche secondo cui
essere genitori è un bisogno fondamentale dell'uomo,
concludono gli psicologi.
Nido
per solo 2 bimbi su 100, al Sud
Solo
due bambini su 100 che nascono nel Mezzogiorno hanno una chance
di frequentare l'asilo nido pubblico. E' uno dei dati messi in
luce dalla Società italiana di pediatria (Sip) che ha
presentato alcuni risultati del progetto '"Crescere al Sud",
sottolineando come condizioni di povertà non solo
economica ma anche come mancanza di istruzione, opportunità,
informazioni, ha effetti negativi anche sulla salute. E i bimbi
del Sud sono svantaggiati fin dall'inizio del percorso
scolastico, visto che se in Italia solo un bambino su 10 tra gli
0 e i 3 anni frequenta un nido, al Sud la percentuale è
addirittura 4 volte inferiore e raggiunge livelli minimi in
Calabria e Campania, dove il nido pubblico è una
possibilità appunto solo per 2 bambini ogni 100.
E non
va meglio con le performance della scuola primaria e secondaria,
visto che usando il parametro Ocse-Pisa (che valuta le competenze
acquisite dagli studenti) i ragazzi del Sud risultano mediamente
un anno e mezzo indietro rispetto ai loro coetanei del nord.
Inoltre nonostante lo sport sia la terza agenzia educativa dopo
famiglia e scuola, al sud sono presenti solo il 20% degli
impianti rispetto a quelli disponibili al nord, e i nostri
bambini svolgono solo 500 ore di attività fisica durante
il percorso scolastico rispetto alle 1000 della media europea.
Sanità:
da pediatri decalogo su false allergie al latte
Congresso
Sip, troppe "autodiagnosi", quella reale allo 0,9%
Un
decalogo che smitizza credenze false e chiarisce le implicazioni
vere dell'allergia alle proteine del latte. Lo presentano i
pediatri della Sip (Società Italiana di Pediatria) riuniti
a Roma per il 68° congresso nazionale. Negli ultimi anni,
spiegano gli esperti, sono aumentate le diagnosi di allergie e
intolleranze al latte e alle sue proteine, ma spesso si tratta di
"autodiagnosi", di "percezioni" riferite dai
pazienti e non confermate dal ''test di carico orale positivo''.
Adolescenti
sempre più fermi e pigri: "Dieci ore seduti fra
scuola, tv e web"
Esiti
preoccupanti dall'indagine annuale su "Abitudini e stili di
vita degli adolescenti" della Società italiana di
pediatria. In Italia cresce una generazione "statica"
al cui interno aumentano il fenomeno dell'obesità e i
comportamenti a rischio legati a internet, come il cyberbullismo.
Si
muovono sempre di meno. Stanno ore seduti a scuola e anche a casa
davanti alla tv o al computer. Sono pigri, anzi pigrissimi.
Buttati sul divano a seguire la puntata di una fiction, magari
mangiando uno snack, o seduti per chattare o mandare messaggi su
Facebook al pc. Una generazione seduta, con oltre il 60% degli
adolescenti che trascorre tra le 10 e le 11 ore quotidiane tra la
sedia in classe e la poltrona di casa. Persino la televisione,
dopo anni di calo, sta tornando tra le abitudini dei ragazzi e
quando si spegne la tv, si accende il computer, soprattutto di
notte. Questa fotografia della generazione dei ragazzi 'pigri'
emerge dall'edizione 2011-2012 dell'indagine "Abitudini e
stili di vita degli adolescenti 1", realizzata dalla Società
italiana di pediatria (Sip), che ha coinvolto un campione
nazionale rappresentativo di 2081 studenti.
Più ore
davanti alla tv. Per la prima volta, da tre anni a questa parte,
sono di nuovo aumentati coloro che la guardano per più di
tre ore al giorno (17,3%). Ma fiction e partite di calcio non si
sostituiscono, ma si aggiungono, al pc e al web che continuano ad
essere interessi in crescita. "La sedentarietà è
un determinante importante dell'obesità, quindi della
sindrome metabolica come fattore predisponente delle principali
malattie cardiovascolari, degenerative e tumorali dell'adulto e
dell'anziano - spiega Alberto Ugazio, presidente della Sip - .
Inoltre non bastano le due ore a settimane di sport per
recuperare quelle passate seduti. Ulteriore conferma degli stili
di vita errati è il fatto che il mezzo utilizzato più
spesso per andare a scuola è l'auto, nel 43,1% dei
casi". L'eccesso di sedentarietà influisce
negativamente sull'umore, perché l'assenza di movimento
riduce l'ossigenazione del cervello, rallenta la produzione di
endorfine e di dopamina, sostanze chimiche prodotte dal nostro
organismo che sono associate alle sensazioni di benessere e al
senso del piacere".
Schiavi di Facebook e smartphone.
Facebook e gli smartphone sono ormai fenomeni di massa. Sono otto
su dieci i tredicenni che hanno il profilo su Facebook (il 79,8%,
con un altro 6,5% che vorrebbe averlo a breve), mentre
appena un anno fa erano il 10% in meno. E il 65% possiede un
cellulare che permette di navigare on line. In città i
comportamenti a rischio sono maggiori A collegarsi alla rete per
più di 3 ore al giorno è il 17% (media nazionale)
dei ragazzi, ma la percentuale sale al 25,4% nelle grandi città.
Ad avere il profilo sul Facebook è l'80% (50% nel 2009 ,
61% nel 2010) che diventa 85% nelle grandi città si
supera l'85%. E nell'ambito della navigazione in rete, i
comportamenti potenzialmente pericolosi sono praticati
maggiormente proprio dagli adolescenti che vivono nelle aree
metropolitane.
Offese e molestie, esplode il
cyberbullismo. Se le giornate si passano sempre di più al
computer, anche i comportamenti degli adolescenti si
trasferiscono on line. Cala infatti il bullismo classico, ma
preoccupa il "cyberbullismo". A dichiarare, infatti, di
aver assistito ad atti di bullismo è il 54% del campione.
Un dato minore rispetto al 61,5% registrato lo scorso anno e
rispetto al 75% del 2008. Quasi dimezzate dallo scorso anno sia
la percentuale di chi pensa che un ragazzo o una ragazza
prepotenti siano in gamba (dal 4,5 al 2,4%), sia quella di chi
considera una spia chi riferisce gli episodi subiti (dal 10,5 al
5,1%). Accanto a questi dati complessivamente confortanti c'è
però una realtà 'sommersa' costituita appunto dal
cyberbullismo, ovvero persecuzioni, offese e molestie perpetrati
in rete, soprattutto attraverso i social network. Lo registra già
il 43% degli adolescenti, percentuale che sale al 62% tra i
grandi utilizzatori del web.
Pericoli di internet. "In
rete c'è un mondo parallelo in cui si ripropongono
dinamiche relazionali in parte simili a quelle che si verificano
nel mondo esterno - dice Oliverio Ferraris - . In più è
possibile nascondersi dietro l'anonimato. Un altro aspetto è
quello delle alleanze che si possono formare rapidamente tra gli
internauti sulla base di 'voci' fatte girare ad hoc per
perseguitare qualcuno. Poi ci sono le immagini messe in rete
senza il consenso dei soggetti che vi sono rappresentati. E'
importante che i ragazzi conoscano i pericoli in cui possono
incorrere e imparino a gestire con cautela le iniziative che
prendono".
Il sondaggio. Una vita "poco sana"
quella emersa dai dati dello studio che è confermata dai
risultati del sondaggio del progetto Zheng Un amico 2, un
servizio gratuito di aiuto e ascolto psicologico per adolescenti
su Facebook. Dalle risposte emergono ragazzi vittime di droghe e
bullismo. Uno su 5 ammette infatti aver fatto uso di droghe, uno
su tre di fumare e uno su cinque di coloro che hanno superato i
15 anni di bere alcolici fuori pasto. Sono vittime del bullismo
soprattutto i maschi, nel 30% di casi, mentre le femmine nel 20%.
Il dato cambia se si parla invece di cyberbullismo: ne è
vittima il 25% delle ragazze e il 15% dei ragazzi. Infine il 45%
del campione ha avuto rapporti sessuali completi, nel 27% dei
casi prima dei 14 anni.
Nel
mondo 15 milioni di prematuri "E' la seconda causa di morte
infantile"
Lo
rivela un rapporto realizzato da 100 esperti, provenienti da 40
istituti tra università, istituti di ricerca e agenzie
dell'Onu. "Molte vite potrebbero essere salvate con cure
adeguate"
Sono
quindici milioni i neonati prematuri che nascono ogni anno nel
mondo. Fra loro più di un milione, non riesce a
sopravvivere. E' qui che vedere la luce in un ospedale francese o
nel Malawi, può fare la differenza. A perdere la vita, a
poche ore o giorni dalla nascita, sono soprattutto i bambini dei
paesi in via di sviluppo. Tanto che la nascita pre-termine
costituisce ormai la seconda causa di morte infantile. Lo rivela
un Rapporto realizzato da più di 100 esperti, provenienti
da 40 istituti tra università, istituti di ricerca e
agenzie dell'Onu e che fa il punto sulla salute neonatale. Nelle
nazioni povere il 12% dei piccoli sono prematuri, nascono troppo
presto, a 37 settimane, mentre dove c'è maggiore benessere
la percentuale è del 9%. Secondo i ricercatori, 3/4 dei
bambini prematuri che muoiono potrebbero invece avere un futuro
con cure semplici e con una prevenzione adeguata durante la
gravidanza. Cure che possono essere disponibili facilmente, a
prezzi contenuti, anche nei paesi poveri. La realtà è
che in queste nazioni non esiste un sistema sanitario che possa
garantire mamma e bambino. "Nascere troppo presto è
una causa di mortalità ignorata", spiega Joy Lawn,
direttrice dell'Ong "Global Evidence and Policy for Save
the Children", fra gli autori della ricerca. "Una
volta su due la nascita pre-termine costituisce la causa di morte
dei nuovi nati ed è anche ormai la seconda causa di
mortalità fra i bambini al di sotto dei cinque anni,
subito dopo la polmonite", aggiunge. Undici paesi con un
tasso di nascite di prematuri superiore al 15% si trovano quasi
tutti nell'Africa Subsahariana. Cure che sono considerate di
normale routine nei paesi ricchi, potrebbero salvare 400.000
bambini ogni anni nelle aree più povere del mondo. Secondo
i ricercatori anche "la tecnica del marsupio" nella
quale la mamma tiene vicino alla sua pelle il neonato, potrebbe
essere utile, nelle aree dove non ci sono incubatrici. "Vedere
bambini che pesano 900 grammi sopravvivere senza tecnologie
avanzate è veramente fantastico. Abbiamo sperimentato la
"tecnica del marsupio" in alcuni paesi ed è
stata utile", spiega Lawn. Fra i paesi coinvolti c'è
il Malawi, dove le nascite pre termine raggiungono il 18.1%.
Fumo
passivo, per bimbi danni cardiaci
Studio
Istituto Menzies, arterie meno elastiche in eta' adulta
I
bambini esposti al fumo dei genitori possono subire danni
irreversibili alla salute in età adulta, con più
alto rischio di attacchi cardiaci e ictus. Lo spiega uno studio
condotto dall'Istituto di ricerca Menzies della Tasmania.
''Abbiamo osservato che chi era stato esposto nell'infanzia al
fumo passivo aveva arterie meno elastiche. E l'effetto è
stato osservato fino a 27 anni dopo'', spiega l'autrice della
ricerca Seana Gall. Ogni anno sono esposti al fumo passivo il 40%
dei bambini.
5
regole per una scuola pulita
Un
sondaggio per i genitori, un concorso per i piccoli e 5 regole da
appendere in classe: basta poco per una scuola pulita
Sanihelp.it
- Un’indagine per capire cosa i genitori vorrebbero per
preparare i loro figli ad affrontare le sfide del futuro, un
concorso per insegnare ai bambini cosa significa vivere in un
ambiente scolastico pulito e 5 semplici regole da appendere in
classe. È l'idea di Scuole pulite, un progetto
nazionale partito a febbraio e che si avvia al termine. Consiste
in un questionario di 20 domande, redatto dalla dottoressa
Rosalba Trabalzini, psichiatra e psicoterapeuta, a cui i genitori
dovranno rispondere per capire quali aspettative nutrono verso la
scuola italiana. «Per la prima volta saranno i genitori a
fornire uno spaccato della loro idea di scuola. Le risposte al
questionario permetteranno di conoscere, in base alle aree
geografiche di appartenenza, le priorità da privilegiare»,
spiega la dottoressa Trabalzini.
Per
i bambini sono disponibili le 5 regole della scuola pulita,
da stampare e appendere in classe; poche frasi per un’educazione
civica semplice e di facile applicazione: 1. Disegna
sul tuo quaderno, non su banchi o muri! 2. Fai la
raccolta differenziata, separa la carta dagli altri rifiuti! 3.
Non lasciare fazzoletti o avanzi sotto al banco, ma gettali
nel cestino! 4. Quando hai finito la merenda, pulisci
il banco da briciole e cartacce! 5. Non appiccicare le
gomme da masticare sotto al banco, ma buttale nel cestino!
UGANDA:
Migliaia di bambini affetti da "Nodding Desease"
Nel
nord dell'Uganda, migliaia di bambini si sono
ammalati di una fatale e
incurabile malattia conosciuta come"nodding
desease", che si manifesta
nei bambini dai 5 ai 15 anni con convulsioni e veloci movimenti
del capo (da qui il nome). Le comunità si
stanno facendo prendere dal panico e alcune
persone stanno perdendo la speranza in
quanto la comunità medica fatica a trovare
sia una causa che una cura, come riporta
la BBC. Guidando attraverso
i villaggi di Kitgum,
distretto dell'Uganda settentrionale, è
impressionante vedere quante famiglie sono state
colpite da questa sindrome debilitante. Nel villaggio
di Tumangu è come
una peste. Francis Anywar siede davanti
alla casa fatta di paglia. Il 15enne è
nudo e sembra essere in un altro mondo, non parla. Le
cicatrici sulla
sua testa testimoniano le convulsioni violente che
lo colpiscono più volte al giorno. La salute di
Francis ha iniziato a deteriorarsi otto anni fa
e sia il suo sviluppo fisico che quello
mentale sono stati costantemente intaccati.
Poche
centinaia di metri a valle della strada sterrata una
madre mi dice qualcosa che non dimenticherò
mai. "Hoperso la speranza. Mi sto solo
prendendo cura di Sarah e di Mosè come
se fossero fiori in casa sapendo che sono di
alcuna utilità per il futuro," dice
Betty Olana. A causa della sindrome neurologica,
sua figlia di 14 anni e il figlio dodicenne sembrano
molto più piccoli e hanno bisogno
di un'assistenza continua. Non possono lavarsi
o vestirsi senza un aiuto. "Quando svolgo le
mie attività agricole li lego all'albero modo
che non si feriscano. Se si allontanano non
sanno dove stanno andando, continuano a camminare
e si perdono." Un'infermiera ha detto
che quando i bambini sviluppano queste psicosi
e vagano nella boscaglia spesso non tornano a
casa. Ha detto che la fame in seguito può
ucciderli e ha citato casi di cani che
trasportano i corpi dei bambini morti di nuovo
al villaggio.
Quando La
signora Olana tira fuori un vassoio di zuppa di
miglio e uno stufato, Sarah e Mosè si
lavano le mani e si preparano, ma in pochi minuti la
testa di Mosè inizia a cadere, i suoi occhi
si chiudono e come in trance sembra
essere alla deriva in un altro mondo. Cibo, il caldo
e il freddo scatenano le crisi. Ci sono più
di 3.000 casi segnalati nel nord Uganda e
il governo ha istituito dei centri di screening della
sindrome "nodding" nei
centri sanitari. Tuttavia, a
causa dell'estrema povertà, molte
famiglie non possono permettersi di pagare per il
trasporto. Altri, come la sig.ra Olana ci hanno
semplicemente rinunciato.
Ojok Samuel è
seduto presso la clinica con lo sguardo fisso nel
vuoto. Ha 9 anni, ma sembra che ne abbia 3 o
4. "Ha iniziato scuotendo la testa, all'età
di due anni, ogni volta che gli davamo da
mangiare," dice suo padre John Oboda,aggiungendo
che i problemi della famiglia hanno influito sulla
sua salute. Impossibilitata a svolgere l'attività
agricola,in quanto costantemente impegnata nella cura dei
figli, la famiglia sta scivolando sempre di
più nella povertà. Nessuno di questi
bambini va a scuola e la cosa più preoccupante
per Ojok è che non c'è
stato alcun segno di miglioramento da quando ha
iniziato, un anno fa, l'assunzione di farmaci
per controllare le crisi. Vi è anche stigma. "I
vicini non permettono ai loro bambini di
interagire con Samuel e Jaqueline. La nostra
famiglia ora è isolata”.
Alcune moto taxi si rifiutano di
trasportare i bambini ammalati.
Nonostante
il suo impatto devastante, gli ufficiali sanitari
rimangono perplessi mentre cercano di capirne le
causa e trovare una cura. Alcuni
dei sintomi sono simili a quelli dell'epilessia e
gli operatori sanitari prescrivono farmaci
anticonvulsioni che vengono utilizzati per
gestire gli attacchi epilettici. Nel nord
dell'Uganda si è appena iniziato a provare un
nuovo farmaco, il valproato di sodio, che viene anche
questo usato per trattare l'epilessia. Il personale
medico afferma che con questo farmaco i
bambini migliorano e alcuni soffrono meno
frequentemente di crisi convulsive. Ma, purtroppo, a
questo punto il danno per lo sviluppo del
bambino è già avanzato e non si può
tornare indietro. Nel novembre 2009, il
governo ugandese ha chiesto aiuto ai Centri
statunitensi per il Controllo delle Malattie e la
prevenzione (CDC). Degli
esperti hanno visitato la zona colpita e hanno
acquisito campioni per eseguire dei test, ma sono
in difficoltà nel trovare la causa della
malattia. "I team CDC hanno documentato
per la prima volta che la sindrome Nodding è
una nuova e complessa sindrome epilettica, e che
i movimenti della testa sono una
manifestazione diretta delle convulsioni che
provocano un breve decadimento del tono
muscolare a causa di alterazioni nella funzionalità
del cervello", dice l'organizzazione.
"I
bambini che vivono in povere condizioni in cui non
c'è abbastanza cibo, acqua potabile, o
senza un alloggio decente sembrano più
suscettibili a questa malattia. E'
una situazione traumatica anche per noi. Si
vedono nuovi casi ogni
giorno... bambini con convulsioni, altri cadono
per terra... umanamente è molto doloroso",
dice AdongJosephine, un'infermiera psichiatrica in
ospedale di Kitgum. "Così
tanti bambini sono morti e altri probabilmente ci
stanno arrivando perché quando li guardi, alcuni
sono troppo deboli, consumati, non riescono a mangiare
e acamminare. Se non vengono portati in
ospedale possono morire in pochi giorni",
aggiunge. Nella stanza ci sono due
bambini gravemente ustionati. Il fuoco in casa è
una trappola mortale per i bambini colpiti perché
quando una crisi li colpisce non sono in
grado di allontanarsi dalle fiamme.
La
causa della nodding desease, che porta
al deterioramento del tessuto cerebrale e causa
onde cerebrali anomale e convulsioni, rimane
sconosciuta. Una teoria la collega ad un'infezione
da un verme parassita portato dalla mosca nera, già
noto di provocare la cecità
fluviale. Durante un'epidemia nel 2004, più
di nove bambini su 10 ospitavano il parassita. È
possibile che l'infezione da parassita porti il
sistema immunitario a reagire in modo eccessivo, e causi
danni al cervello e al sistema nervoso. Tuttavia,
gli scienziati non sono stati in grado di spiegare
perché la Nodding Desease non si verifica
in alcune zone dove è
diffuso il parassita. Altre
teorie hanno collegato lamalattia all'esposizione
a sostanze chimiche tossiche, alla carne
contaminata, la mancanza di una forma di vitamina B e
a problemi psichiatrici. |