Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Marzo 2008 - Volume XI - numero 3
M&B Pagine Elettroniche
Casi indimenticabili
Due
motivi per un ricovero…più di uno per un mancato ritorno
Hospital
Divina Providencia, Luanda, Angola
G.,
bimbo angolano di 9 mesi, giunge alla nostra osservazione per la
presenza di tosse da 15 giorni, diarrea da 4 e febbre;
anamnesticamente la mamma riferisce che sta mangiando uno yoghurt
al giorno dall'età di 7 mesi, ha perso progressivamente
peso nel medesimo periodo, lei non lavora, il marito ha perso il
lavoro da poco e lei è la sua seconda moglie; lui ha avuto
precedentemente tre figli dalla prima moglie.
Obiettivamente
presenta un quadro severo di malnutrizione (peso di 4,4
kg; rapporto peso/altezza del 60%), disidratazione grave, è
febbrile (38°C), modesta polipnea (52 atti/min), la cute è
rosea; linfoadenopatia laterocervicale bilaterale, ingresso
d'aria notevolmente ridotto a destra e rantoli inspiratori a
sinistra; gli esami non mostrano un emocromo significativo, la
goccia spessa è negativa, la VES è pari a 100, la
RX del torace evidenzia un'opacità in sede ilare destra;
test rapido per HIV negativo.
La
Mantoux a 72 ore risulta positiva (18 mm). Dopo un bolo
anti-shock con Ringer lattato e destrosio 5%, terapeuticamente
abbiamo seguito le linee guida OMS: alimentazione
frequente ogni 3 ore inizialmente con formula Unicef F75, doppio
antibiotico (ampicillina e gentamicina), mebendazolo,
metronidazolo, multivitaminico ed acido folico, vitamina A per
tre giorni.
Visto
il quadro respiratorio aggiungiamo pure steroide
(metilprednisolone 2 mg/kg) e dopo il risultato della Mantoux
iniziamo terapia antitubercolare (isoniazide, rifampicina,
pirazinamide). Pur mantenendo sempre una reattività
sbalorditiva le condizioni di G. cominciano a migliorare solo
dopo 20 giorni: in formula F100 e pappa il peso comincia a
crescere, il quadro respiratorio migliora progressivamente: viene
dimesso in 30a giornata con peso di 6,7 kg, rapporto peso/altezza
pari all'85%.
Purtroppo
G. non è mai venuto ai controlli successivi e nemmeno in
Pediatria e non ha nemmeno continuato ad assumere la terapia
antitubercolare; in sostanza non ne abbiamo “più saputo
nulla”.
Il
caso è indimenticabile perché racchiude in sé
alcuni spunti di riflessione e constatazioni:
1.
Lo stato di malnutrizione è stato innescato dalla
tubercolosi oppure è più verosimile l'opposto e
cioè che esso abbia favorito l'infezione tubercolare?
2.
L'approccio OMS, anche “aggressivo” se vogliamo, e la
terapia antitubercolare ha permesso, forse anche con un po' di
fortuna, di far rifiorire G.;
3.
Il vissuto famigliare del bimbo non è un infrequente nella
società angolana: padre con un matrimonio alle spalle,
senza lavoro come la madre;
4.
restano però dolore-sofferenza-delusione per non
averlo più rivisto: ci si può domandare se dietro a
questo mancato ritorno ci sia solo l'aspetto economico (ricordo
che il ricovero era costato alla famiglia 40 Euro) o forse anche
una non completa comprensione della situazione del bimbo da parte
della famiglia stessa o qualcos'altro ancora. |
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