Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.

M&B Pagine Elettroniche

Caso contributivo

Non toccarmi! Un caso di lesione ossea “don’t touch”

Marianna Casertano1, Angela Maria Caprio1, Giuseppe Longobardi2

1Scuola di Specializzazione in Pediatria, Dipartimento della Donna, del Bambino e di Chirurgia generale e specialistica, AOU-Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, Napoli
2Pediatra di famiglia, ASL di Caserta

Indirizzo per corrispondenza: marianna.casertano@studenti.unicampania.it

A case of “don’t touch bone lesions”

Key words: Bone lesions, Aneurysmal bone cyst, Bone erosion

Bone lesions in children are common yet difficult to manage, both for the concern that they arouse in the patient’s family and for their heterogeneous nature. Although most cases are benign, the distinction between benign and malignant bone tumours is not straightforward. A careful clinical and radiological evaluation is always necessary and sometimes helps to identify those lesions that in case of typical characteristics and unequivocal radiological evolution, absence of increased bone fragility and absence of associated general signs and symptoms (pain, fever) should only be monitored and do not require a more aggressive approach. Currently, these lesions are radiologically defined as “don’t touch lesions”. In the presented clinical case, close clinical and radiological follow-up led to the diagnosis of an aneurysmal bone cyst, therefore biopsy or surgical procedure stress to the patient and her family were avoided.

Il riscontro di lesioni ossee nel bambino, nella maggior parte dei casi occasionale, è un evento non raro e di difficile gestione medica, sia per lo stato di preoccupazione che suscita nella famiglia sia per l’eterogeneità della natura delle lesioni. Sebbene nella maggior parte dei casi si tratti di lesioni benigne, la distinzione tra tumori ossei benigni e maligni non è semplice. Una valutazione clinica e radiologica attenta è sempre necessaria e permette talvolta di identificare quelle lesioni che, in caso di caratteristiche tipiche ed evoluzione radiologica inequivocabile, di assenza di aumentata fragilità ossea e di assenza di segni e sintomi generali associati (dolore, febbre), vanno solo seguite nel tempo e in cui non è necessario utilizzare un approccio più aggressivo. Attualmente queste lesioni sono definite dal punto di vista radiologico don’t touch lesion.
Nel caso presentato, uno stretto follow-up clinico pediatrico, ortopedico e radiologico ha condotto alla diagnosi di cisti ossea aneurismatica, evitando lo stress di una procedura bioptica o chirurgica alla nostra paziente e alla sua famiglia.

Vuoi citare questo contributo?


L'accesso è riservato agli abbonati alla rivista che si siano registrati.
Per accedere all'articolo in formato full text è necessario inserire username e password.
Puoi accedere all'articolo abbonandoti alla rivista (link). Per acquistare l'articolo contattare la redazione all'indirizzo abbonamenti@medicoebambino.com.

Username
Password